Il viaggio di Ford di Vittorio Zucconi

Il viaggio di Ford Il viaggio di Ford (Segue dalla 1" pagina) tare, più di quanto lo sia mai stata dalla fine della guerra. Inattesa, ma non sorpren I dente per l'abbondanza di se¬ gni premonitori, è la ripresa dell'offensiva diplomatica in Medio Oriente. Il «riesame» della politica mediorientale degli Usa, voluto da Ford dopo il fallimento dell'ultima spola kissingeriana e le accuse di «ostinazione» al governo israeliano, si sta per concludere e il risultato — ancora non ufficiale — dice che Washington ha ancora molte carte da giocare in quello scacchiere, senza per questo dover rovesciare i parametri tradizionali della sua politica (l'amicizia con Israele, solida ma non «incondizionata», i nuovi fruttuosi rapporti con l'Egitto). L'America è ancora convinta, in qualunque ambito si ponga (anche la conferenza di Ginevra) che esista lo spazio per intese bilaterali, e queste intese soltanto possano offrire la base per un accordo globale. Israele, dopo aver resistito alle prime pressioni kissingeriane (molto per ragioni di politica interna) dà segni di maggiore disponibilità; l'Egitto non avrebbe accettato l'incontro Sadat-Ford a Salisburgo se non credesse ancora ad un ruolo preminente dell'America nella sistemazione mediorientale. -E' significativo dei nuovi indirizzi Usa che Sadat sarà il primo ad essere informato sull'esito del «riesame». Vittorio Zucconi

Persone citate: Sadat