Saigon, la prima giornata del nuovo potere vietcong di Ennio Caretto

Saigon, la prima giornata del nuovo potere vietcong Nel Sud Vietnam, fase di transizione dopo la resa Saigon, la prima giornata del nuovo potere vietcong Nazionalizzati industria, commercio e finanze - Un rigoroso codice di comportamento (aa nostro inviato speciale) | Bangkok, 2 maggio. A due giorni dalla conquista di Saigon, ribattezzata citta di Ho Chi Minh, il governo rivoluzionario (il termine Provvisorio è scomparso dal titolo> ha nazionalizzato l'industria, il commercio e le fi nanze del Sudvietnam, e chiu so tutti i giornali. Con due de creti di emergenza, il primo ; in ott° articoli, il secondo ini dodici, pubblicati ieri, ha j inoltre stabilito un rigido co-1 dice di condotta sia per le £orze armate sia per la popò-1 'azione, allo scopo di riportare lordine nel Paese. Ha ìnfine dichiarato nulle le relazio-, "1 diplomatiche intrecciate < dal deposto regime e rivendicato come bottino di guerra «l'oro, gli aerei e le navi civili e militari e le altre proprietà rubate». Contemporaneamente, sia il governo rivoluzionario sia il Nordvietnam hanno però fat¬ to precise aperture^airocci dente e agli Stati Uniti. Ad Hanoi, il premier Pham Van Dong ha esteso «all'intero popolo americano saluti di pace e di amicizia», promettendo «la stretta osservanza degli accordi di Parigi, nello spirito e nella lettera». Egli ha detto che «la liberazione del Sudvietnam è un trionfo nella guerra popolare di resistetiza , e salvezza nazionale contro \gli Usa», e promesso «fa nu- nificazione della patria», ma j senza indicarne la data. Nella | città di Ho Chi Minh la radio ha annunciato che «le relazio-\ nl diplomatiche saranno ri- ' stabilite gradualmente con tutti 1 Paesi, indipendente:mente dai l°>o regimi», e ha chiesto «l'aiuto economico e l'assistenza tecnica anche di quanti non ci sono stati ami- ic"' Sulla situazione militare nel Sudvietnam mancano notizie precise. Il governo rivoluzionario rivendica il controllo dell'intero territorio: ieri, ha affermato, si sono arrese le ultime otto province del delta del Mekong. I suoi continui appelli agli sconfitti, affinché depongano le armi, e la minaccia di «pene severissime» contro chi non obbedi- j sca all'ordine di smobilitazio |r)e, fanno però pensare che ci j sia ancora qualche resistenza, Si ignorano altresì gli svilup pi politici e la sorte di Big mtih e degli altri esponenti deUa terza forza neutralista. Pare cne essi siano a C0ll0- sarebbero date alla guerriglia sulle montagne e nelle risaie, quio con i leaders vietcong e nordvietnamiti per una even- re tuale partecipazione al potè Contrariamente alle aspet-tative, la Settima flotta Usa non ha ancora sgombrato il sa incrocia di fronte al porto di Vung Tau, e continua a im barcare i profughi che arriva no con mezzi di fortuna. A questo proposito Hanoi ha accusato Washington di «in- 4hTSSLf h2? vlfL^.BÌ Sichieste^ItoSanaSS) lm mediato di tutte le navi. Nello sgombero di martedì sono state sfollate settemila persone; complessivamente i profughi ammontano a set- -Il Ila ctuuubcl- : americano Mart to Fora e il congresso ai «non aver mantenuto gli im pegni» contratti con Saigon e j di essere perciò responsabile della sua caduta. ii momento mf cuì sc"vo, Comumcazlom tra BanSkok ; . Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in sesta colonna) | ; i j 1 1 , < i I . , : I | | ; ; : : . | I ! i ì Saigon. La prima foto rilasciata sull'arrivo dei vietcong al palazzo presidenziale (Upi)

Persone citate: Pham Van Dong