La visita in Italia subito dopo i colloqui sul Medio Oriente di Vittorio Zucconi

La visita in Italia subito dopo i colloqui sul Medio Oriente La visita in Italia subito dopo i colloqui sul Medio Oriente c5ctnpltgcdSbztl(Dal nostro corrispondente) Washington, 2 maggio. Tre giorni sono passati dalla «sconfìtta» vietnamita e l'America, che qualcuno voleva prostrata e rinchiusa in se stessa, torna sulla scena politica mondiale: la Casa Bianca ha annunciato oggi che il viaggio di Ford a Bruxelles per il vertice Nato (29-30 maggio) sarà esteso e comprenderà visite in Spagna (31 maggio e 1 giugno) in Austria (2 giugno e in Italia (3 giugno). Durante il soggiorno in Austria, a Salisburgo, Ford sa- I rà raggiunto dal presidente 1 egiziano Sadat e più tardi, I dopo il rientro a Washing- I ton, Ford incontrerà anche Rabin, primo ministro israe- ; liano, ma i dettagli organizzativi sono ancora incerti. i Dunque la politica estera americana è in piena fase di rilancio. Ford e Kissinger, anziché fermarsi sulla «difensiva», passano all'azione peri troncare gli inevitabili stra-i scichi polemici del Vietnam e indurre il Paese, come il pre-| sidente ha ripetuto più volte, a «guardare avanti». E «avanti» ci sono l'Europa, che rimane il partner indispensabile della strategia internazionale americana, e il Medio Oriente il terreno sul quale | Washington potrà misurare subito le due cose che le stanno più d'ogni altra a cuore: il sgncpgrado d'influenza che essa !spuò ancora esercitare — dopo !il fallimento indocinese — e I rla volontà coesistenziale dei sovietici che hanno finora di-lmostrato con le parole di non!volere l'umiliazione dell'Ame- ! nrica e dovranno ora provarlo scon i fatti, eventualmente cooperando (o non sabotan-|ido) gli sforzi di pace rinnova- dti in Medio Oriente. Strategia europea, strategia !dmediorientale e mediterranea jdunque, con l'Italia in primo piano. Il viaggio del presiden-lte Ford nel nostro Paese, de- \ciso su invito del presidente1Leone, sarà ristretto nell'arco di una giornata — il 3 giugno — da mattina a sera. Il primo incontro, "nella mattinata, sarà al Quirinale con Leone, poi Ford si recherà in Vaticano dove discuterà con Paolo VI , fra l'altro, «problemi umani tori» (Indocina dunque, e for-'se Gerusalemme e i palestinesi). Nel pomeriggio il presidente americano vedrà infine il primo ministro Moro, e questo sarà l'ultimo appuntamento della sua missione europea. Nella decisione di accettare l'invito di Leone, oltre alla volontà di ristabilire nella maniera più solenne il dialogo con l'Italia sovente un po' trascurata dalla diplomazia kissingeriana, entrano ovvie considerazioni elettorali, poiché Washington guarda natural- mente con la massima atten- zione al voto «amministrati- vo» di giugno. Occorreranno comunque molto tatto e mol- ta discrezione, in questo sen-:so, da parte americana — os- servano anche ambienti diplo matici a Washington — per non produrre effetti contrari ia quelli che Ford si propone Si è evitato con cura — nel definire l'itinerario di Ford — di collocare l'Italia subito dopo la Spagna e la soluzione trovata, Roma che segue gli importantissimi colloqui sul Medio Oriente con Sadat a Salisburgo, lascia molto soddisfatti i nostri rappresentanti a Washington, visto che il governo italiano potrà dire di essere stato il primo a riceve- j re informazioni sui nuovi son-|daggi di pace americani nelj Medio Oriente. L'annuncio del viaggio fordiano sembra dunque la dimostrazione più evidente di quanto molti osservatori avevano intuito nelle ultime ore dell'agonia indocinese: la liberazione dall'incubo vietnamita sta inducendo nell'America un massiccio spostamento di |attenzione dal fronte asiatico della sua diplomazia al fronte \atlantico, dove negli ultimi ;sumi, anche in forza dell'av-1ventura indocinese, si erano :manifestate serie tendenze critiche. Ora Washington deve «rimontare» molte chine, fra,il Mediterraneo e il Baltico, e isembra aver preso il passo igiusto per farlo. Le elezioni portoghesi, con la dimostrazione che il Portogallo vuole un regime avanzato e democratico, ma non necessariamente comunista (troppe volte Washington ha confuso le due cose, accecata dal mani- cheismo ideologico degli Anni I 50) ha confortato l'America, \ così come gli accordi recen- j tissimi con la Grecia (mante-; nimento di alcune basi vitali, pur nella decisione di lasciare . l'Alleanza Atlantica) sono sta- ti accolti a Washington con j grande compiacimento. i Sono ora in corso negoziati ; con la Spagna, per il rinnovo delle concessioni di basi agli Stati Uniti, e questo è il prò- blema contingente delle rela- zioni ispano-americane, men- tre a lungo termine si pone, l'interrogativo della succes-1 sione al franchismo, con tutti gli inevitabili rischi che la fi- ! ne dei regimi dittatoriali comporta. E' chiaro che in un | processo di riassestamento \ delle relazioni mediterranee dell'America, con segni di passaggio da una presenza ta lora soffocante a rapporti più maturi ed elastici, l'Italia de ve avere un ruolo cardinale. E' questa una grande occasio ne, per il nostro Paese, di av viare con Washington un dia- l?go nuovo, fondato nell'ami-1 «zia «tradizionale», ma I Proiettato nella Prospettiva ; di relazioni più adulte. L'A- merica del dopo-Vietaam che | Ford porterà a Bruxelles, Vienna, Madrid e Roma è un'America disposta ad ascol- Vittorio Zucconi (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Kissinger, Paolo Vi, Rabin, Sadat