Il pensionato di De Sica tra polemiche e poesia

Il pensionato di De Sica tra polemiche e poesia LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Il pensionato di De Sicatra polemiche e poesia Per il ciclo in memoria del regista scomparso è stato presentato "Umberto D" - Documentario di Alberto Moravia sull'Africa che cambia E' chiaro che non si può rifare ancora una volta il discorso su Umberto D che la tv ha ripreso ieri per il ciclo di De Sica. Ma ancora una volta ricordiamo agli spetta- lori giovani che questo, allora, nel 1952, era un film « rivoluzionario ». Abbiamo riportato in altra occasione le frasi assurde dette o scritte da uomini politici dell'epoca che probabilmente oggi vorrebbero rimangiarsele dalla prima all'ultima parola. E' certo che mai, come per Umberto D, risonava l'accusa, a dito puntato, di opera di diffamazione dell'Italia. Autorevoli esponenti del governo democristiano erano indignati. Forse per loro i pensionati che morivano di fame non esistevano: o esistevano, ma poiché si trattava di una faccenda vergognosa, non bisognava parlarne per non far brutta figura all'estero. Oggi sono cose che appaiono ridicole, inconcepibili, antidemocratiche al massimo: allora c'era chi le avallava e le sosteneva con calore. C'è da piangere, ma c'è anche da sorridere pensando che proprio quelle pellicole che erano considerate diffamatrici contribuivano a tenere alto I il prestigio culturale italiano e a far diffondere il nostro cinema nel mondo. Ma l'opinione che veniva dall'alto, la campagna contraria, le critiche in chiave « patriottica » non rimasero senza esito. Il successo fu limitato, parecchia gente si adeguò con pronto ossequio allo sdegno ufficiale, e ricordiamo, uscendo da una proiezione, di spettatori che biasimavano l'« eccessivo pessimismo » di De Sica e Zavattini, la loro « subdola e non disinteressata volontà » di far vedere che in Italia le cose andavano male. Non sappiamo se Umberto D abbia ancora oggi l'amarissima carica del 1952. Certo, è sempre un grande film, di un ammirevole pudore e di una tristezza infinita che non sfrutta mai in senso melodrammatico una situazione tesa e tragica nella sua nuda semplicità di grigia storia di tutti i giorni. Ci auguriamo che De Sica abbia avuto un gran pubblico, particolarmente di giovani. E pensiamo che sia stato così, anche se il « nazionale » presentava un'alternativa seria e valida. Alcune Afriche è il titolo di un reportage di viaggio a puntate di cui sono autori uno scrittore famoso, Alberto Moravia, e il regista Andrea Andermann. Il documentario non è di tipo espio sivo, e d'altronde quali sonoii documentari esplosivi sul j video? E' una raccolta di im- pressioni, e Moravia lo spie- j ga chiaramente all'inizio, rac- j colte in diversi Stati africa- | ni attraverso cui si cerca non , di dare un panorama del- j l'Africa ma un'idea di quel i che in talune zone dell'Africa è cambiato o non è cambiato rispetto alla dominazione europea sia nella vita pubblica sia in quella privata. Il merito del reportage è questo, secondo noi: non imporre una verità, ma riferire, annotare, lasciando a chi vede e ascolta il compito (eventualmente, ma non è necessario) di tirare delle conclusioni. Radio e donne: l'altra mattina, molto acuto e spiritoso il numero de Le interviste impossibili in cui Maria Luisa Spaziani ha rievocato Caterina di Russia (Rossella Falk); ieri sera è finito, se non andiamo errati, l'eccel lente ciclo di prosa « Il fem minismo nel teatro moder no » con un estroso adatta mento radiofonico di Gene razione nuova di Ann Jellicoe ad opera del regista Carlo Quartucci. u. bz.

Luoghi citati: Africa, Italia, Russia