Parigi: come sarà il futuro Vietnam

Parigi: come sarà il futuro Vietnam Parla l'ambasciatore del Gpr Parigi: come sarà il futuro Vietnam (Nostro servizio particolare) Parigi, 30 aprile. All'inizio del pomeriggio l'ambasciatore Dinh Ba-thi, capo della delegazione vietcong alla conferenza della Celle-Saint-Cloud, ha convocato i giornalisti nella villa di Verrières-Le-Buisson, la stessa in cui ai tempi della conferenza abitava Madame Binh. j ministro degli Esteri del <*o 1 mmlstro aegn esteri nei Oo ! nani «applica una politica ; estera di pace e di non-alli neamento », e che « accetta l'aiuto economico e tecnico di 1 qualsiasi Paese, purché senza ; condizioni politiche». ; Per i francesi, l'entrata dei i vietcong a Saigon significa la fine della seconda fase di que j sta guerra trentennale. La pri j ma fase si era conclusa a ! Dien Bien Pnu ventun anni ; fa- ed era costata alla Francia verno rivoluzionario provvisorio. Calmo, imperturbabile, Ba-thi ha letto una breve dichiarazione in francese. Ha detto che il governo rivoluzionario farà «una politica di unione e di concordia nazionale... per costruire, nella pace ritrovata, il Sud Vietnam pacifico, indipendente, democratico, neutrale e prospero, e per avviarsi progressivamente verso la riunificazione pacifica della patria vietnamita». Ha detto che il Sud Viet- I la perdita di 92 mila uomini e di diecimila miliardi di lire. "Io li conosco bene», ha detto !'! generale Bigeard, sottose gretario alla Difesa, a propo j sito dei vincitori di allora e di J °SSi- «Li ho combattuti... 1 Vanno all'assalto per ondale, senza preoccuparsi della prò ?jria viia- Pensano alla pa\tria... Non si può far niente ! contro un popolo unanime. | Comunista o no, l'idea della patria è un motore di cui ancora non si è scoperto l'equivalente». Un altro generale, Raoul Salan, che fu comandante in capo del corpo di spedizione francese in Indocina, dà un lusinghiero giudizio tecnico delle forze armate di j Giap. ((// miglior esercito ter o e restre del mondo». A parte una breve dichiarazione del ministro degli Esteri, Sauvagnargues, che all'Assemblea Nazionale si è limitato ad auspicare che l'amba o l SCiata francese a Saigon con- i tinui a funzionare, a differeno! za di quella di Phnom Penh e a preannunciare l'offerta di asilo ai cittadini vietnamiti che lo richiedano, mancano reazioni ufficiali agli avvenimenti d'Indocina. I commenti della stampa vanno dal «Guai ai vinti» dell'Aurore (destra) aH'«e?iorme passo falso degli americani che non hanno voluto applicare l'accordo di Parigi» dell'Humanité (comunista). Le Monde, in un'analisi diplomatica di Michel Tatù, sottolinea l'inadeguatezza del tentativo francese dell'ultima ora, cioè dell'invito al governo rivoluzionario provvisorio per una ripresa del negoziato, invito un po' utopistico nella situazione militare dei giorni che hanno preceduto la resa di Saigon. Stanotte due bombe sono esplose a Parigi, senza far vittime, ma solo danni: una alla sede dell'Associazione medica franco-vietnamita, l'altra alla porta di un locale in cui si riuniscono di solito gruppi di giovani nordvietnamiti. Uno dei due attentati è firmato da un gruppo d'estrema destra, «Action Jeunesse», che se la prende con «l'aggressione marxista e il tradimento americano», a. v.

Persone citate: Buisson, Cloud, Dinh Ba-thi, Michel Tatù, Raoul Salan