Salmi e Piccirilli in fin di vita

Salmi e Piccirilli in fin di vita A Imola gravi incidenti nelle gare di motociclismo Salmi e Piccirilli in fin di vita Altri due piloti ricoverati in ospedale - Nella caduta avvenuta all'inizio delle 350 ce salvi miracolosamente Agostini e Cecotto - Il venezuelano era già scampato a una caduta della 250 ce e al successivo incendio della moto - Le polemiche dichiarazioni di Mino sulle responsabilità dei giovani colleghi (Dal nostro inviato speciale) Imola, 27 aprile. Giornata drammatica, per non dire tragica, anche per il motociclismo. Quattro piloti, al termine del Trofeo Città di Forlì, terza prova del campionato italiano, sono finiti in ospedale: due di essi, Tommaso Piccirilli e Vinicio Salmi, sono in grave pericolo di vita; altri due, Franco Magnani e Luigi Torelli, sono stati rilasciati dopo medicazioni per contusioni varie. Inoltre, sia Agostini che Cecotto hanno rischiato moltissimo, il primo nell'incidente che ha coinvolto in una caduta 7 piloti, il secondo per una scivolata clamorosa che ha provocato l'incendio di un mucchio di balle di paglia. L'episodio più impressionante è avvenuto subito dopo l'inizio della «350». C'è stata la solita partenza un po' caotica e velocissima. In prima linea erano Agostini e Cecotto, seguiti da Salmi che, scattato in seconda fila, ha saltato tutti avviandosi come un bolide con la ruota anteriore alzata di mezzo metro. Dopo appena un paio di chilometri, superata la curva della « Piratella», verso la discesa detta delle «Acque minerali», è successo l'infortunio. Lo «speaker» ha annunciato che Salmi era caduto, con voce emozionata, avendo visto l'incidente sul monitor della televisione a circuito chiuso. Subito dopo sono apparsi i corridori sul rettilineo d'arrivo, con Agostini in testa e tre o quattro di essi si sono infilati nei boxes facendo ampi gesti con le mani. Abbiamo rivisto nella memoria, l'incidente del 20 maggio 1973, a Monza, quando morirono Pasolini e Saarinen. E' apparsa la bandiera" indicante l'autoambulanza in pista e successivamente la gara è stata sospesa. Che cosa era successo? E' stato lo stesso Agostini a spiegarci l'accaduto. «Ero in testa — ha detto — quando ho visto Salmi superarmi in staccata. Ho capito che non poteva stare in piedi ed infatti la sua moto ha subito sbandato. Me la sono trovata davanti, a terra, e ci sono andato a sbattere contro. Ho compiuto un salto di 3 o 4 metri e sono rimasto miracolosamente in equilibrio, allargando le gambe per stare dritto. Me la sono vista brutta, potevo proprio am¬ mazzarmi. Fossi caduto mi sarebbero venuti certamente addosso quelli che seguivano ». Mino ha scosso la testa, forse pensando al pericolo corso, poi ha continuato: « Questa volta non si tratta di circuiti pericolosi, di sicurezza. Il fatto è che quando ho cominciato a correre io, si stava prima un anno fra i cadetti, poi un altro fra i juniores, quindi ancora uno fra i seniores, prima di passare fra i "grandi". Ora non è più così, basta fare un paio di corse e ti ritrovi a correre con Agostini, Read e compagni. Non dico questo per immodestia o presunzione, ma l'esperienza non è una cosa che si costruisce in poco tempo. E del resto si vedono i risultati. Pensare che prima di partire avevo visto Salmi irrequieto e gli avevo detto di star calmo, che era bravo, ma che doveva ancora aspettare ad attaccare nella maniera che ci aveva fatto vedere nelle sue prime corse ». Ma torniamo alla meccani¬ ca dell'incidente. Salmi è a terra inanimato e Agostini lo ha superato come ha potuto. Cecotto si è reso conto del pericolo ed è riuscito a scansare moto e pilota in mezzo alla pista, allargando all'esterno. Sono però arrivati gli altri in gruppo. Uno, non identificato (pare sia stato Piccirilli) è piombato sul corpo di Salmi ed è finito a terra dopo un volo pauroso. Altri sono caduti in un rovinio di moto e in un volare di balle di paglia. La corsa viene subito fermata ed entra in moto il servizio che questa volta è encomiabile. Un pilota che non si è fatto nulla, toglie il casco a Salmi; il primo medico arriva in un minuto e trenta secondi, l'autoambulanza in due minuti. Entro tre minuti, tutti i piloti feriti sono già sulla strada dell'ospedale civile di Imola. Per Piccirilli e Salmi si capisce subito che la situazione è molto seria. I due vengono immediatamente trasferiti a Bologna, sulle cliniche mobi¬ li. Tommaso Piccirilli, che è di Colleferro, in provincia di Frosinone ed ha 26 anni, viene ricoverato al « Bellaria » di Bologna. Ha riportato una sospetta frattura della base cranica con trauma e le condizioni sono considerate gravissime: i medici non sanno neppure come possa essere rimasto in vita e stanno facendo di tutto per salvarlo. Vinicio Salmi, 19 anni, ancora da compiere, rivelazione dell'anno, è al Centro di rianimazione del « Rizzoli ». Ha una frattura al femore destro, frattura dell'emibacino e un interessamento alla claviocla sinistra, la stessa che si era rotta su questa pista il 6 aprile nella « 200 Miglia ». Rientrava infatti alle gare oggi. Preoccupa del pilota ferrarese soprattutto lo stato di choc che l'ha colpito e i clinici si sono riservati 48 ore di tempo prima di emettere una diagnosi precisa, per vedere come reagirà il suo fisico. Ricordiamo che a Bologna è ricoverato ancora Luciano Rossi, il pi| Iota di La Spezia che riportò j un trauma cranico 15 giorni j or sono. Con Salmi avevamo parla' to poco prima della corsa, ; mentre si combinava il viagI gio per venire a Torino per l'incontro con i giovani di domani, al quale era invitato. Era entusiasta dell'idea, ma j già ci era apparso un po' I troppo eccitato, anche se a| veva qualche preoccupazione i per la partenza, non potendo spingere bene la moto a cau! sa della spalla ancora dolo! rante. Purtroppo l'incidente i accaduto questa volta porta i il suo nome: troppa irruenza, troppo poca prudenza. E pen'■ sare che gli uomini della sua i scuderia, la Diemme di Lugo ! di Romagna, lo avevano ammonito di stare attento. « Quando si è reso conto di essere in testa — ha detto | ancora Agostini — forse ha [ perso la cognizione. E' arrivai to lungo in curva e ha pagato l'errore, Ma, poveretto, non I sapeva che io e Cecotto lo a- vremmo comunque ripreso, fosse anche solo per la maggiore potenza delle nostre moto? Non gli conveniva stare dietro e controllarci per poi prendere eventualmente il largo più avanti se proprio ci fosse riuscito? Io stesso stavo andando piano perché non mi fidavo ». La gara è stata poi annullata e si è avuta un'interruzione di circa mezz'ora per permettere di riori dinare la pista. In precedenza Johnny Ce; cotto aveva dato un altro : grosso brivido al pubblico. I J Mentre era al comando nella j : corsa delle 250, in lotta con Walter Villa, all'uscita della ; 1 curva della « Tosa », la sua j Yamaha è scivolata con la ruota posteriore. Il pilota ha strisciato sull'asfalto da una | parte, mentre il mezzo è an' dato a sbattere violentemente centro le balle di paglia, ■ poste a protezione, perdendo ; benzina. Si è sviluppato un j furioso incendio, che ha costretto gli assistenti ad interI venire con gli estintori. Cecot- to ha riportato una botta al ginocchio sinistro, ma si è presentato alla partenza delle « 350 », che poi è andata a finire com'è andata. « Non riesco a capire — ha affermato l'italo-venezuelano — come sia successo. Stavo accelerando, quando mi è partita la ruota. Non credo che sia stato un guasto, ma penso piuttosto di essere scivolato su qualche goccia d'olio ». La gara è poi stata vinta da Walter Villa, così come quella delle « 50 » è andata a Lazzarini, quella della « 125 » a Bianchi e quella della « 500 » ad Agostini, dopo una bella lotta con Lansivuori. Nella « 125 » Agostini junior, il fratello minore di Giacomo non ha preso il via su esplicito invito di Mino che ha ravvisato troppa tensione a quel momento. Le corse però oggi passano sott'ordine. Resta purtroppo solo l'impressionante serie di cadute e la gravità delle condizioni di Piccirilli e di Salmi. E' uno sport affascinante quello delle moto, ma anche crudele. O non lo si fa, o si devono purtroppo accettare anche giornate come oggi, nel bilancio. Agostini, in chiusura di giornata ha ricevuto il premio del coraggio « Giuseppe Nava ». In fondo non è soltanto bravo a vincere, ma se è ancora indenne dopo 14 anni di corse in tutto il mondo, significa che ha la testa sul colle. Cristiano Chiavegato Classe 50: 1. Lazzarini (Piovaticci) 30'29"8/10, media 118,990; 2. Lusuardi (Derby) a l'03"6; 3. Conforti (Tomos) a 2'10"; 4. Van Kessel (Kreidler) a 2'29"; 5. Macchiavelli (idem) a 2'29"9. Classe 125: 1. Bianchi (Morbidelli) 25'00"2, media 133,038; 2. Pileri (idem) a 2/10; 3. Kneubuhler (Yamaha) a 56"2; 4. Lazzarini (Piovaticci) a l'30"; 5. Mancini (Barilari) a l'45"3. Classe 250: 1. Villa (Harley Davidson) 29'36"7, media 142,970; 2. Salmi (Yamaha) a 30"3; 3. Pileri (idem) a 43"3; 4. Buscherini (idem) a 44"; 5. Proni (idem) a l'12"4. Classe 500: 1. Agostini (Yamaha) 28'36", media 148,026; 2. Lansivuori (Suzuki) a 5"3; 3. Faccà (Yamaha); 4. Mandracci (Yamaha Bimota); 5. Bianconcini (Suzuki) tutti a 1 giro. Imola. Johnny Cecotto conduce davanti a Walter Villa. Di lì a poco cadrà con la moto in fiamme. Eccolo sconvolto mentre si allontana (Telefoto)