Si muovono nella bufera più veloci degli "skilift"

Si muovono nella bufera più veloci degli "skilift" Tra i fondisti in gara nella "Tre Rifugi,, Si muovono nella bufera più veloci degli "skilift" In poco più di un'ora, tra salite e discese hanno percorso 19 chilometri sulle nevi del Monregalese - Vincitori, tra 48 coppie di concorrenti, i "terribili" fratelli Stella (Dal nostro inviato speciale) Lurisla, 6 aprile. / soliti Stella. Li ritrovi, puntuali come un temporale d'estate, ovunque ci sia un po' di neve: infilano un paio di sci e partono a passo svelto, il più giovane davanti, il più vecchio (e il più famoso, ancorché più valido, Pietro) dietro. Fa parte, anche questa posizione di marcia, di una strategia, certamente ideata da Gianfranco: quando Tealdo, il fratello minore (ma non in senso assoluto, ne esistono altri due, con uno dei quali la coppia terribile ha vinto un trofeo Mezzalama ottenendo un record sport - famiglia) accenna a rallentare, il capostipite lo spinge a forzare l'andatura. A parole, sebbene non sempre siano troppo affettuose: passando poi — testimoni oculari sono \ pronti a giurarlo — ad altri argomenti convincenti. Tipo la punta dei bastoncini. Sia vero o no, i due Stella si sono ripresi il Mettalo Castellino, il trofeo che premia i vincitori della Tre Rifugi. E' una gara classica, un appuntamento che chiama a raccolta sulle nevi del Monregalese i più forti esponenti della specialità. Un percorso che ai non addetti ai lavori appare semplicemente impossibile. I Trenta trentadue chilometri: j un dislivello complessivo di I duemiladuecento metri. D'estate gente bene allenata parte dalla Certosa di Pesto e arriva a Baracco, in Valle Ellero, dopo otto ore. Nella peggiore delle ipotesi i fondisti della Tre Rifugi impiegano poco più di due ore. E non vale il discorso con cui si giustificano gli alpinisti tradizionali: «Già, ma loro in discesa vanno più forte...». Loro, chiamati in causa, non fanno molte parole: «Provare per credere...». Il sottoscritto, oggi, avrebbe voluto provare. Non già inforcando sci e impugnando bastoncini, ma molto più semplicemente e comodamente salendo sul «Gatto delle Nevi» che, con squisita cortesia, il direttore degli impianti di Artesina gli aveva messo a disposizione. Non è stata nemmeno sorpresa grande, stamane, trovare una decina di centimetri di neve fresca. Su, al posto di questo appuntamento clandestino con i protagonisti della Tre Rifugi, tirava tormenta: .U punto che l'uomo del «Gatto» ha rinunciato a raggiungere i due e più mila metri della Tura. Lo spettacolo (o meglio il vento, la neve, il freddo) se lo sono goduto in pochi: le 48 coppie di concorrenti e qualche valoroso che, in cambio di un grazie, si era prestato — partendo ieri pomeriggio e trascorrendo la notte chissà come — a far da segnapista. Non è dunque una testimonianza diretta, ma è quanto hanno riferito i concorrenti all'arrivo: tanto vento da cadere a terra, tanto freddo da non sentire più i piedi, tanta neve da far fatica a respirare. Tutto questo dopo un'impennata di milleduecento metri. Questa apocalisse aveva indotto gli organizzatori, fin da venerdì notte, a ripiegare sul percorso di emergenza. Così lo definiscono, ma su questo termine, emergenza, non siamo tutti d'accordo. Si tratta semplicemente di risalire l'alta Valle dell'Ellero, scalare una montagna (la Tura, 2029 metri), ridiscendere in basso al posto di partenza. Totale diciatto-diciannove chilometri: dipende dalle scorciatoie che i concorrenti hanno il coraggio di affrontare. Qualcuno conoscerà la Tura. Partendo da Artesina e usufruendo di tutti gli impianti di risalita, si arriva alla vetta dopo una quarantina di minuti. Un ottimo sciatore scende in dieci minuti. All'incirca sono dodici chilometri (tra skilift e piste battute) per i quali ci vogliono cinquanta minuti. I due Stella. | facendo un altro giro, un terI zo più lungo di quello descrit| to, hanno impiegato 1 ora I 12'08". Ho tentato, senza molti risultati, di farmi dire dai pròi tagonisti perché un uomo, ap| parentemente nel pieno pos: sesso delle sue facoltà mentali, si sottoponga a un simile . tour de force. Sappiamo che nel nome dello sport si fanno ì queste e altre imprese, che l'ij deale di battere avversari e | spesso la natura scatenata fa i passare in secondo piano fatij ca e pericoli. I Qualche risposta, a dire il vero, l'ho ricevuta: e la sorpresa è stata tanto maggiore in quanto nessuno ha parlato di ideale o di altre cose astratte. Con il oiso stralunalo dalla fatica, le labbra tagliate dalla tramontana, il respiro affannoso, hanno detto: I «Mi piace». Sui gusti, abusando di un vecchio detto, non si ! discute. Né si va oltre nell'in'■ dagine. Questi ragazzi 'qualcuno ha già i capelli bianchi) i : hanno q\ licosa di misterioso \ ì che incute un certo rispetto. ■ | A sera se ne vanno da Lurisia. I J alla spicciolata, con il premio \ I della loro fatica: un orologio, j una coppa, medagliette. L'an: no prossimo torneranno tutti j ; quanti: a loro piuce, e tanto \ i basta. Eugenio Ferraris ! Ecco la classifica della « Tre | ì Rifugi »: 1) Stella-Stella (Gruppo Esercii to Courmayeur) 1 ora 12'08"1; 2) ; Kostner-Ponza (Centro Sportivo ; Carabinieri Val Gardena) 1 ora | 14'19"1; 3) Durgnat-Gay (Svizzera ! G.P. Gardes Fortification) 1 ora j 14'30"1; 4) Capeller-Sinztnger | (Austria - Sedda-Shallerbach) 1 ! ora 16'37"4; 5) Troier-Feurstein (Austria • Sci Club Gipfelsturmer) ; 1 ora 20'20"4.

Luoghi citati: Austria, Courmayeur, Svizzera