Già comprate dallo Scià dell'Iran la "Michelangelo,, e la "Raffaello,, di Giorgio Bidone

Già comprate dallo Scià dell'Iran la "Michelangelo,, e la "Raffaello,, L'affare si sarebbe concluso per 20 miliardi Già comprate dallo Scià dell'Iran la "Michelangelo,, e la "Raffaello,, Imminente l'annuncio ufficiale - Le due navi italiane sarebbero utilizzate come "case-albergo" per gli operai che costruiranno un impianto industriale nel Golfo Persico - Un armatore genovese ha rappresentato Reza Pahlevi nelle trattative con i dirigenti della Finmare (Dal nostro corrispondente) Genova, 23 marzo. La «Michelangelo» e la «Raffaello», le ammiraglie della flotta passeggeri italiana, saranno acquistate dallo Scià dell'Iran, Reza Pahlevi. La notizia, non ufficiale, è data però certa negli ambienti marittimi genovesi, dov'è rimbalzata da Roma: le trattative sono condotte, alla Finmare, tra i responsabili della società del gruppo Iri e l'armatore genovese Enrico De Franceschini. che agisce in nome e per conto dell'imperatore di Persia, con il quale, oltre che da legatili di amicizia, è legato da rapporti d'affari. L'accordo è ormai praticamente fatto, mancano soltanto pochi dettagli. E' stato anche definito il prezzo che lo Scià pagherà per i due transatlantici: 10 miliardi l'uno. Ancora incerta invece la de¬ stinazione che gl'iraniani daranno ai due «colossi del mare»: c'è chi dice che li utilizzeranno come gigantesche casealbergo per ospitare i lavoratori che saranno impegnali nei prossimi mesi alla costruzione dell'impianto industriale che sorgerà a Bandai- Abbas nel golfo Persico, ma non si esclude che Reza Pahlevi continui a far navigare le due turbonavi. Partendo da criteri di gestione differenti da quelli italiani e quindi più economici, la «Michelangelo» e la «Raffaello» potrebbero anche chiudere il bilancio in pareggio, specialmente se è vero, come si afferma negli ambienti sindacali genovesi, die le passività delle due navi sono state gonfiate oltre la realtà. L'annuncio ufficiale della vendita delle due ammiraglie della flotta passeggeri italia na allo Scià dovrebbe essere data nei prossiìni giorni, ma in pratica è già stata anticipata ieri allorché si sono apprese le linee del piano di ristrutturazione della flotta di Stato, attraverso una nota ufficiosa del ministero della Marina mercantile. La «Michelangelo» e la «Raffaello» saranno messe in disarmo entro il prossimo agosto, con largo anticipo quindi rispetto al primitivo progetto governativo. «E' un chiaro segno, ha commentato un sindacalista genovese di ritorno da Roma, che è stato trovato il compratore per le due navi». La «Michelangelo» e la «Raffaello» sono state impostate alla fine degli Anni 50 e sono state varate nel 1963. Il primo viaggio tra Genova e New York è avvenuto nella primavera del 1965. Le due turbonavi stazzano circa 46 mila tonnellate ciascuna, sono lunghe 275 metri, larghe 31 e possono raggiungere una velocità di crociera di 27 nodi (circa 50 chilometri - all'ora), imbarcano ognuna più di 700 uomini di equipaggio e trasportano 1500 passeggeri. Già al momento della loro costruzione suscitarono perplessità in quanto non tutti erano convinti della necessità di costruire due mastodonti del genere, che avrebbero significato altissimi costi di esercizio. I timori dei sindacati, per quanto attiene ai livelli di occupazione, sono stati frattanto ridotti alla fine della scorsa settimana, nel corso degli incontri avuti con il ministro Gioia e con i rappresentanti delle Partecipazioni Statali e degli altri ministeri che per legge sovrintendono alla ristrutturazione della flotta di Stato. E' stala garantita la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali dei marittimi e contemporaneamente è stato definito il piano che il ministro Gioia illustrerà domani sera al comitato consultivo e poi, martedì al Parlamento. La più colpita dalla ristrutturazione, che comporterà la messa in disarmo di tutte le navi passeggeri a favore del traffico merci, sarà la società «Italia», ma sia i marittimi, sia il personale amministrativo dell'azienda genovese saranno assunti dalle società miste (51 per cento capitale pubblico, 49 per cento capitale privato) che verranno costituite come parziale alternativa alla ristrutturazione. La Finmare quindi costituirà nuove imprese con la Montedison, l'Eni, la Sidermar, VEgam, l'Efim e con gli armatori Lolli Ghetti, D'Amico e Lauro, rispettivamente presidenti delle associazioni private «Armaliberi», «Confitarma» e «Armatori meridionali» che però parteciperanno a titolo personale. Le nuove società saranno specializzate nei trasporti di carichi secchi e liquidi. Quanto alle quattro attuali società «di preminente interesse nazionale», la società «Italia» curerà i collegamenti merci con le Americhe: tre navi verranno impiegate sulle rotte del Sud-Atlantico, due su quelle del Sud-Pacifico, tre su quelle del Golfo del Messico, due sulle rotte del Nord-Atlantico, tre su quelle del Nord-Pacifico. Per le altre aziende del gruppo Finmare, la «Adriatica» avrà dieci navi per i collegamenti con il Mediterraneo orientale, la «Tirrenia» rafforzerà i servizi con le isole rinnovando la propria flotta, mentre il «Lloyd Triestino» passerà dalle attuali 23 a 29 navi, potenziando le linee del Golfo Persico e dell'Africa Occidentale e inaugurando prossimamente collegamenti regolari con la Repubblica Popolare Cinese. Su quest'ultima linea verranno impiegate due navi, probabilmente di nuova costruzione. Giorgio Bidone

Persone citate: D'amico, Franceschini, Gioia, Lloyd Triestino, Lolli Ghetti, Reza Pahlevi