Madre (di 68 anni) e figlio sono rivali alla gara di pipa

Madre (di 68 anni) e figlio sono rivali alla gara di pipa La competizione a Cesara sul lago d'Orta Madre (di 68 anni) e figlio sono rivali alla gara di pipa L'anziana donna è stata la seconda classificata al campionato mondiale di due anni fa - Cinquantaquattro i concorrenti (Dal nostro inviato speciale) Orta, 23 marzo. Cinquantaquattro fiammiferi da cucina si sono accesi simultaneamente, ieri pomeriggio, al via del giudice spor-1 tivo alle 16,25 all'Hotel Bole-\ tus di Madonna del Sasso a 1 Cesara sul Lago d'Orta, dan- \ do inizio alla prima gara nazionale del 1975 di pipa. Uno sport inconsueto, seppure di sport si può parlare, che vede nell'Italia una delle nazioni leaders e che d\ arino in anno conta sempre più numerosi appassionati. Per la cronaca, diremo che la prima gara nazionale è stata vinta da Giovanni Revello, 32 anni, impiegato torinese, del Cerea Club Pipa Torino, che è riuscito a far durare i tre grammi regolamentari di tabacco 2 ore, 50' e 31", battendo, con questo tempo, il record del mondo. Ma non è tanto la cronaca dell'avvenimento che c'inte- J ressa, quanto l'ambiente che lo ha caratterizzato, sospeso a j metà tra l'hobby familiare e le riunioni di una minoranza polìtica, che ha segnato la prima riunione ufficiale degli ! amanti del «fumo nobile». «La pipa non e un mezzo per fumare, almeno non è soltanto quello — ci dice Giovanni Martinengo, 51 anni, collaudatoré della Fiat, una delle "personalità" della riunione —. La pipa è un mezzo per riflettere e per pensare; fumare la pipa è un'arte ed ogni singola pipa è un pezzo a sé stante. Le mie le conosco una ad una; ne possiedo più di 200 e 30 sono state costruite da me». Giovanni Martinengo s un fumatore - fabbricante, appartiene ad una categoria particolare: alla sera con lime, sgorbie ed attrezzi appositi, sagoma i blocchi di radica che gli amici gli procurano (legni sardi e calabri), sagoma bocchini ambrati o neri e costruisce pezzi unici. Li vende? «No, mai. Molti li ho regalati, molti li tengo per me. Il piacere consiste nel costruirli». E' stato campione italiano di costruzione di pipe nel 1969; ha costruito anche le pipe più piccole del mondo: modellini di pochi millimetri perfettamente funzionanti. La gara primaverile di Cesara è anche la prima della nuova gestione della federazione del «Pipa Club Italia», riformatosi dopo vicende tumultuose il mese scorso; la federazione italiana aderisce al comitato internazionale dei clubs della pipa che associa, oltre al nostro Paese, la Svizzera, la Germania, l'Olanda, la Danimarca, il Belgio, la Svezia, la Finlandia, il Giappone e la Cecoslovacchia, unico rappresentante ufficiale dei Paesi dell'Est, e che si contrappone alla Intercontinental Association Pipe's Smokers, la federazione americana che accoglie i fumatori di pipa degli Stati Uniti e del Canada. «Speriamo di poter riunire tutte due le federazioni internazionali — dice Cesare Lo Nardo, 30 anni, presidente del Club Italia — la difficoltà maggiore è quella di trovare un regolamento unico: noi nelle gare usiamo tre grammi • di tabacco, loro un'oncia | che corrisponde circa a tre ! grammi e novanta; praticaI mente questa è la differenza ■ sostanziale». Intanto tiene d'occhio sua I madre, Rosa Lo Nardo, 68 an! ni, portati egregiamente, che \ con bella baldanza e con la pipa in bocca gareggia, forte . del fatto di essere la vicecamj pionessa del mondo di pipa, titolo conquistato a Saint\ciaude in Francia due anni \fa. La nostra gara sta volgendo I al termine, tra l'annuncio dei j tempi parziali e gli applausi | un invitato, non partecipante, i entra nella sala e dice: «La Juventus ha vinto ed il NapoI li ha pareggiato, anche Thoeni ha vinto la Coppa del Mon, do; lo danno adesso in televisione, nella saletta di sopra». Qualcuno lo guarda con disapprovazione. Esce e si ac: cende furtivamente una siga' retta. Bruno Faussone

Persone citate: Bole, Bruno Faussone, Giovanni Martinengo, Giovanni Revello, Orta, Rosa Lo Nardo, Thoeni