Il caso De Vincenzo di Umberto Zanatta

Il caso De Vincenzo Il caso De Vincenzo (Segue dalla 1a pagina) « senza alcuna discriminazione », i magistrati chiedono che sull'episodio venga fatta pubblicamente piena luce e solidarizzano con il dottor De Vincenzo. Sulla denuncia presentata dal generale non si è potuto sapere molto. Il dott. Paulesu non ha rilasciato dichiarazioni. A Torino il pubblico ministero dott. Caccia, che con il giudice istruttore Caselli indaga sul rapimento Amerio e su quello del dottor Sossi, ha detto per telefono: « Non ritengo opportuno parlarne ». Da alcune indiscrezioni pare che il generale Dalla Chiesa abbia inviato, tempo fa, al procuratore generale di Torino, Reviglio Della Veneria, un « prospetto » nel quale tra l'altro, di sarebbero messi in evidenza un rallentamento nelle indagini milanesi sulle « Br », le libertà provvisorie concesse a brigatisti dal dott. De Vincenzo, il rifiuto fatto dal magistrato ai colleghi torinesi di mettere a loro disposizione i fascicoli della sua inchiesta ed anche una « testimonianza a futura memoria » resa da padre Girotta (."fratello Mitra"), nella quale l'ex frate avrebbe detto: « Lazagna e Levati mi par¬ larono favorevolmente del giudice definendolo un socialista rivoluzionario intelligente ». Ma queste accuse nei confronti del dott. De Vincenzo non sono nuove. Le muovono da anni settimanali d'estrema destra come Candido, Il settimanale. Ora si dovrà chiarire quali elementi d'accusa il generale Dalla Chiesa, che seguendo un suggerimento del direttore di Candido, Giorgio Pisano, riuscì a far infiltrare padre Girotto fra i brigatisti catturando poi Renato Curcio (ora evaso), ha raccolto nei confronti del giudice istruttore milanese Umberto Zanatta

Luoghi citati: Torino