Si cerca nella capitale il cervello che guida i guerriglieri dei Nap

Si cerca nella capitale il cervello che guida i guerriglieri dei Nap Ferme le indagini sull'esplosione di Fuorigrotta Si cerca nella capitale il cervello che guida i guerriglieri dei Nap I nuclei armati proletari sarebbero formati da giovani insoddisfatti dei metodi dei tradizionali gruppuscoli della sinistra extraparlamentare - Rispondono al neofascismo con la violenza (Dal nostro inviato speciale) | Napoli, 16 marzo. «Ci diamo tanto da fare a Napoli, ma le notizie più interessanti dovrebbero arrivare da Roma», dice un funzionario della questura che indaga sui nuclei armati proletari. L'idea è questa: in un appartomento romano sarebbero nascosti i 900 e più milioni rimasti del miliardo estorto \ con il sequestro del cementie-] re Giuseppe Moccio. Per dare un qualche peso a questa traccia, da Roma sono arrivati (e già ripartiti) un sostituto procuratore della Repubblica, Franco Plotino, il L.apo dell'ufficio politico, Umberto Improta, e uno dei responsabili dell'antiterrorismo, Alberto Noce. Sono state decise molte perquisizioni, ma senza un preciso filo conduttore. Alfredo Papale, il giovane rimasto ferito nell'esplosione che è costata la vita allo studente di medicina Giuseppe Vitaliano Principe, ha una sorella (Simona) a Roma? Sarà allora opportuno uno sguardo alla casa di questa signora. Si va per tentativi, come si vede. A Roma, pensano gli inve¬ stigatori, dovrebbe trovarsi il cervello dell'organizzazione. Roma, con Napoli e Firenze, è la città nella quale i nuclei armati proletari si sono fatti vili più spesso: c'è stato l'attentato all'autoparco della polizia, ci sono stati due colpi di pistola contro un avvocato missino, c'è stato uno dei più allucinanti messaggi del gruppo, con la minaccia di altre bombe «contro il fermo di polizia» (o a favore?). L'inchiesta, a poco meno di una settimana dalla tragica esplosione nell'appartamento di Fuorigrotta, non ha fatto giandi passi in avanti. I nomi nel taccuino dei magistrati restano sempre tre: Giuseppe Vitaliano Principe (il morto), Alfredo Papale (il ferito). Giovanni Gentile Schiavoni (presente nella casa dello scoppio e ora invano cercato da polizia e carabinieri). I giudici di Napoli che indagano vorrebbero mettere un freno alle voci e al tentativo di tirare in ballo personaggi come Roberto Mander (l'anarchico che fu arrestato con Pietro Valpreda nel 1969). Nei giorni scorsi notizie vere e false stavano ricreando il clima del 1969 (bombe di', piazza Fontana) e del 1972 (campagna elettorale in bua- \ ne parte centrata sulla morte dì Giangiacomo Feltrinelli). I Ha detto oggi Lucio Di Pie- j tro, uno dei magistrati che di- \ rigono l'indagine: «E' un vero scandalo. Noi stiamo tentando soltanto di arrivare agli autori di gravi reati. Non ci irteressano speculazioni di alcun genere. Fra l'altro, certe notizie hanno rischiato di rovinare l'inchiesta». In questura e all'antiterrorismo le porte sono state sbarrate: «Scusateci — hanno detto i funzionari ■— ma a questo punto quella del silenzio è la tattica migliore». E' stato possibile strappare soltanto le indiscrezioni sullo spostamento del fronte dell'inchiesta da Napoli a Roma. Bocche chiuse anche da parte dei carabinieri: hanno preferito non reagire alle accuse abbastanza pesanti arrivate dalla polizia. L'ordine deve essere partito dal tribunale: «D'ora in avanti — ha detto il giudice Di Pietro — cercherò di seguire ogni passo dell'indagine insieme con il collega Giovanni Volpe. Delegheremo soltanto alcuni accertamenti». / magistrati aspettano che da almeno dieci città d'Italia arrivino i risultati di perquisizioni e interrogatori. Solo allora potranno tentare una ricostruzione, un organigramma dei nuclei armati proletari. Il gruppo è senz'altro pericoloso, formato in buona parte da studenti di tranquille famiglie della media borghesia, tutti giovani che non hanno I trovato soddisfazione nei igruppi della sinistra extraparlamentare e che hanno cercato rifugio in un'organizzazioine decisa a rispondere al neo' fascismo con le stesse armi della violenza. C'è sempre la storia del miliardo del sequestro Moccio. I Nap sembrano non avere la capacità e il sangue freddo per portare a termine con successo un'azione del genere. Tutto quello che hanno tentato lo hanno fallito. Rapina: due morti fra loro; attentato a Roma: un arresto; evasione: subito ripresi; attentato a Napoli: Principe dilaniato. Papale ferito. E' per questo che gli investigatori continuano a pensare ad una mente direttiva che resta nell'ombra e che sfrutta l'incoscienza di alcuni giovani, favorendo azioni che obbiettivamente non fanno altro che rilanciare la strategia del terrore con risultati che certo non giovano alla democrazia. Andrea Barberi