Che prove contro il giudice? di Umberto Zanatta

Che prove contro il giudice? Brigate rosse Che prove contro il giudice? e a i e a a e e n i a r i Il caso De Vincenzo: un generale lo accusa di essere un brigatista (Nostro servizio particolare) Milano, 16 marzo. L'accusa mossa dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, comandante la brigata di Torino, al giudice istruttore milanese Ciro De Vincenzo di essere «connivente» con le «Brigate rosse» sulle quali il magistrato indaga dal 1972 ha provocato vivaci reazioni, in particolare nell'ambiente giudiziario di Milano. L'accusa è arrivata alla vigilia di un momento importante: tra una decina di giorni il sostituto procuratore della Repubblica, dottor Viola, dovrebbe infatti consegnare al dottor De Vincenzo la requisitoria sui brigatisti e questi dovrebbe poi emettere l'ordinanza di rinvio a giudizio o di proscioglimento. La denuncia del generale è giunta al procuratore generale della Repubblica di Milano, dottor Paulesu, che ha inviato il documento alla Corte di Cassazione. La Corte sceglierà la procura — diversa da quella di Milano di cui fa parte De Vincenzo — che dovrà esaminare la fondatezza delle accuse mosse al giudice istruttore. Il primo interrogativo che ci si pone è se l'istruttoria verrà o meno sottratta al magistrato. Per ora sembra di no. Oggi il capo dell'ufficio istruzione di Milano ha, infatti, comunicato a De Vincenzo che l'istruttoria rimarrà nelle sue mani. «Sul presentatore della denuncia — ha dichiarato il dottor De Vincenzo — mi rifiuto per il momento di esprimere giudizi per l'alta considerazione che ho dell'Arma dei carabinieri, che, a Milano, mi ha quotidianamente affiancato nella conduzione delle indagini. Sulle modalità del tentativo di incriminarmi (scavalcamento del giudice istruttore di Torino e del procuratore della Repubblica di Milano), faccio rilevare che sono stati stranamente ignorati i più elementari canoni della procedura penale, al punto da convincere che ci si trovi di fronte ad una manovra di vertice che va certamente oltre la mia persona. Sul contenuto della denuncia ai miei danni, affermo che si tratta di una montatura calunniosa, che chiedo venga sottoposta ad immediato controllo pubblico in modo che i responsabili anche indiretti siano chiamati a risponderne». I giudici istruttori di Milano appena venuti a conoscenza dell'accaduto si sono riuniti al palazzo di giustizia e, nel pomeriggio, hanno emesso un lungo comunicato, nel quale, dopo aver denunciato che il loro collega « è da tempo oggetto di una denigratoria campagna di certa stampa », rilevano « che quest'episodio si ricollega a precedenti iniziative tendenti a interferire nell'attività giudiziaria dell'ufficio istruzione di Milano, quale da ultimo il trasferimento del procedimento penale per la strage di piazza Fontana». (N.d.r.: l'istruttoria stralcio sul neofascista Giannettini). I giudici istruttori milanesi ricordano poi che da anni sono « impegnati nella difesa dei princìpi democratici da aggressioni criminali di ogni genere, operando in una situazione estremamente difficile anche per l'inerzia del potere politico ». Dopo aver sottolineato che il loro impegno si svolge nel « pieno rispetto della legalità processuale » e Umberto Zanatta (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Carlo Alberto, Ciro De Vincenzo, Dalla Chiesa, De Vincenzo, Giannettini, Paulesu