I figli in cassaforte di Ernesto Gagliano

I figli in cassaforte L'ESILIO DORATO NEI COLLEGI IN SVIZZERA I figli in cassaforte Nelle famiglie ricche cresce l'abitudine di mettere al sicuro da rapimenti e turbolenze sociali i "ragazzi d'oro" - Visita a Crans-sur-Sierre - I prezzi, i regolamenti, la vigilanza - Resta na da quella delle nostre scuole dove la vita di ogni giorno, un dubbio: la formazione qui ha un'impronta irreale, lontacon le sue tensioni e la sua carica di verità, bussa alla porta (Dal nostro inviato speciale) Crans-sur-SIerre, 2 marzo. Il luogo è bello, di quelli che sembrano usciti da una cartolina illustrata. E' nella valle del Rodano, a 1500 metri, su un «plateau» incorniciato di montagne, il ghiacciaio della «Plaine Morte» e attorno un intrico di teleferiche, seggiovie, skilift. Siamo a Crans-sur-Sierre, nel Vallese, una sofisticata stazione turistica. I dépliants ne decantano le qualità: aria purissima, clima protetto dalle Alpi dell'Oberland bernese, poca nebbia, pochissima pioggia. «E' la zona più soleggiata della Svizzera» dicono gli esperti di meteorologia. Ci sono anche scintillanti negozi, piscine calde e saune, golf e minigolf, equitazione, casinò e cinema. E, più in là, a Montana, la «patinoire» d'Ycoor dove bambini e adulti, abbronzatissimi, piroettano con indolenza. Alberghi e «résidences» dai nomi pittoreschi si mescolano a ville in stile rustico e a scuole simili a hotel di lusso. Un cocktail di pulizia elvetica e di mondanità. Approdano E' qui (e in alcune altre località di questo tipo) che approdano, insieme con la folla dei turisti, molti «ragazzi d'oro» italiani. Un tempo i ricchi mettevano i soldi al sicuro in Svizzera, adesso vi esportano anche i figli. Li mettono in cassaforte, o meglio li affidano a collegi lontano dal rischio dei rapimenti, fuori dalle turbolenze sociali e dai contagi della contestazione. Il fenomeno, a quanto ci dicono, è aumenta¬ to, le richieste da qualche tempo sono cresciute dopo il sequestro di Daniele Alemanna, il tentativo di rapire i figli di Manzù (ora esiliati in Germania) e altri casi del genere. «Voglio che il mio bambino cresca tranquillo, faccia sport, impari le lingue» è lo slogan di molti padri benestanti. E la Svìzzera sorride compiacente a chi non teme le rette pesanti e il cambio sfavorevole della valuta. E' un'industria, anche questa. Sceglie morbidi scenari naturali perché l'esilio sia meno spiacevole. La vacanza ha sapore dì scuola e la scuola quello di vacanza. A Crans-sur-Sierre le «home d'enfants» hanno nomi come «Chaperon Rouge» e «Les I Gentianes»; a Montana «Les | Coccinelles» e «Bianche Neii ge». Più sotto, a Bluche, con piscina privata in un panorama aperto (dove i nostri speculatori costruirebbero subito una montagna di miniappartamenti arredati confortevoli box auto) c'è «L'Ecole des Roches»: non una scuola per rocciatori, come il turista frettoloso potrebbe pensare, ma un istituto privato internazionale con collegio maschile e femminile. Il suo motto, un po' vago e deamicisiana, è: «Vogliamo soprattutto che ogni adolescente sappia che il suo spirito e il suo cuore sono fatti per amare la vita e aiutare il prossimo». Difficile violare la riservatezza elvetica, ma abbiamo potuto dare un rapido sguardo dentro a queste scuole dì lusso. Eccoci in una «home d'enfants». Nell'atrio spiccano i diplomi del direttore. Le camere sono di tre-quattro letti, con balocchi di peluche, grandi finestre si affacciano su distese di neve. Vi si accolgono alunni, maschi e femmine, dai 5 ai 15 anni. L'impiegata ci sorride, orgogliosa, ci fa vedere gli scolari in aula che si alzano educatamente in piedi. Hanno maglioni, visi coloriti. Le classi sono ridotte, l'insegnamento accurato, ore di recupero sono dedicate a chi è debole in qualche materia. «La sezione italiana? — dice —. Sì, è numerosa. Qui si fanno le elementari e i tre corsi delle medie». «E gli esami?». «Presentiamo gli allievi ogni anno a un esame in Italia, a Domodossola. E con successo». Sorrisi e prezzi Sorride di nuovo. E descrive la giornata dei preziosi ospiti: sei ore di scuola, due di sport, gli svaghi. «Quali sport?». «D'inverno sci, pattinaggio, hockey, bob. D'estate tennis, golf, nuoto, escursioni, calcio, equitazione, pesca, minigolf». Sempre con gli istruttori, beninteso. Tutto qui si impara secondo le regole. «Sono sorvegliati bene?». «Certo. Escono a piccoli gruppi, divisi per nazionalità, accompagnati dal "moniteur"». «Il prezzo?». «L'anno scolastico costa 11 mila franchi (circa 3 milioni di lire, n.d.r.)». Si può iscrivere il bambino anche a metà anno, anche dopo Pasqua, non importa, basta pagare. Non si fanno difficoltà burocratiche. A «L'Ecole des Roches» si accettano invece alunni dai 10 ai 19 unni. Ci sono parecchi italiani, leggiamo qualche nome in una bacheca dove sono esposti i comunicati all'ingresso. Si parla francese, la formazione è internazionale. Ci si prepara alla maturità commerciale svizzera, al «baccalauréat» francese, a un diploma in lingue di Cambridge o Losanna. Il costo della pensione e delle lezioni è di 15 mila franchi, circa 4 milioni di lire (oltre ai molti extra che fanno salire il conto). Anche qui l'elenco degli sport sembra un manuale del Coni: pesca, nuoto, equitazione, atletica, judo, scherma, tennis, alpinismo, calcio, basket, pallavolo, volley-ball, base-ball, pattinaggio, curlinp, sci, sci-bob, golf (due percorsi alpini di 18 e 9 buche). La scuola è mista, ma i ragazzi hanno il loro collegio (corridoi di legno, camere tappezzate di posters, l'aria allegra del rifugio di montagna) e le compagne abitano in un pensionato, poco distante, dal romantico nome «Prés-Fleuris». L'atmosfera di élite è corretta da una dose di severità svizzera. La preparazione all'avvenire — sostengono questi educatori tutti d'un pezzo — dev'essere fondata su «basi intellettuali e morali serie». Fin qui siamo d'accordo. E poi? « I giovani — ammonisce il regolamento — devono presentarsi con i capelli corti». Le amicizie Niente alcol. Gli allievi non hanno, per princìpio, il diritto di fumare e si potranno fare eccezioni solo nel caso di permesso dei genitori e nei luoghi e nelle ore indicate. Anche il problema della promiscuità è affrontato con decisione. Il cameratismo tra i giovani dei due sessi sta bene, anzi è augurabile, ma l'istituto esclude ogni forma di amicizia troppo «avanzata» e gli abusi sono puniti con l'espulsione immediata. Le ragazze sono «autorizzate» a indossare i pantaloni, ai ragazzi si prescrive tra i capi di abbigliamento un «blazer» blu e una cravatta speciale come distintivo della scuola. Avranno tutto il tempo, dopo, gli uni e le altre, di vestirsi in boutique o con abiti firmati da grandi ateliers. Usciamo, fuori c'è l'alito caldo del sole, un'aria stimolante, turisti in pelliccia e giovani che si trascinano con i goffi scarponi da sci. Una cameriera spagnola versa in banca dei franchi da inviare a casa. Nei bar, nei «tearoom», nei saloni delle estetiste le conversazioni sono discreti sussurri. I ristoranti annunciano per la sera la «radette», una specialità che è formaggio sciolto al fuoco. Chi studia qui è destinato a portarsi dietro un'etichetta da «grand-hotel», qualche cosa di irreale, un'impronta cosi lontana dalle nostre scuole dove la città preme alle porte, dove il confronto delle idee richiede presto una scelta. Qui per ora si sceglie la cosiddetta «serietà del benessere». Mentre la prima cosa che si impara da noi forse è la vita del quartiere che sta dietro, magari con le sue tensioni, ma con la sua carica di verità. Ernesto Gagliano

Persone citate: Bluche, Manzù, Roches, Vallese

Luoghi citati: Cambridge, Domodossola, Germania, Italia, Montana, Svizzera