Piccirilli a Bologna lotta contro la morte soltanto un miracolo potrebbe salvarlo di Cristiano Chiavegato

Piccirilli a Bologna lotta contro la morte soltanto un miracolo potrebbe salvarlo Anche Vinicio Salmi è sempre in condizioni gravissime Piccirilli a Bologna lotta contro la morte soltanto un miracolo potrebbe salvarlo Giacomo Agostini ribadisce il giudizio su Imola: "I giovani non devono avere troppa fretta" (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 28 aprile. Con l'immagine di Vinicio Salmi sorridente (diciotto anni, quasi un bambino) stampata negli occhi, slamo andati a cercarlo in ospedale per avere sue notizie. Il giovane ferrarese è ricoverato al "Rizzoli», mentre il suo compagno di sventura, Tommaso Piccirilli, si trova alla rianimazione del secondo reparto di neurochirurgia del ••Belluria». Purtroppo non abbiamo avuto buone novelle, né abbiamo visto i due piloti e, del resto forse non avremmo avuto il coraggio di avvicinarci ai loro corpi martoriati. Vicino a loro ci sono familiari ed amici, tutti con I volti scavati, tutti che si chiedono perché certe cose debbano succedere. Comprensibilmente i medici mantengono un certo riserbo, ma è esilaro che le speranze, stando a quanto siamo riusciti a sapere, sono ridotte al lumicino. Piccirilli soprattutto è in condizioni disperate. Giace immobile, aiutato nella difficile respirazione da una maschera ad ossigeno. Un respiro sibilante, quasi soffocato. •E' molto grave — ci ha detto scuotendo la testa il primario del reparto, professor Gaist —. Ieri notte è stato sottoposto ad un intervento complicato, durato parecchie ore, dai miei aiuti Lazzarini e Vinci. Era necessario aprire la scatola cranica perché la compressione, dovuta ad una lesione cerebrale, era tale da compromettere la vita del pilota. E' tuttora in uno stato di coma profondo. I centri che governano la situazione cardiocircolatoria sono pregiudi¬ cati. Solo un miracolo potrebbe salvarlo^. E in un miracolo sperano la moglie Simona e la madre che sono al capezzale del pilota. «Ha gli occhi completamente chiusi — ha detto la signora Piccirilli — e non si muove. Sono svuotata e non riesco ancora a credere che tutto ciò sia accaduto. Povero Tommaso: I coniugi Piccirilli risiedono a Roma dove il pilota (che è nato a Colleferro il 1" gennaio 1948) gestisce una officina meccanica. Un po' diversa è la situazione di Vinicio Salmi. Il pilota della Diemme è gravissimo, ma almeno -lucido». Cioè parla anche se forse non si rende conto di quanto è successo e reagisce agli stimoli che gli vengono procurati. Fratture a parte (femore, bacino, una tibia, clavicola e una costola), ciò che più preoccupa i medici curanti è il fortissimo stato di choc traumatico che ha colpito il giovane. I tremendi urti cui è stato sottoposto mentre già si trovava esanime a terra hanno lasciato segni profondi. Per questo nella notte è stato necessario intervenire con una laparatomia per sbloccare un trauma addominale. Insomma è quasi una tragedia che fa stare male solo a parlarne. Abbiamo avuto occasione di discutere dell'accaduto con Giacomo Agostini, prima che partisse per venire a Torino. Il campione del mondo non solo ha vissuto da protagonista l'incidente, ma ha corso pure lui un grandissimo pericolo. 'Potrei essere morto — ci ha spiegato — o essere in compagnia di quei due disgraziati. Questa volta l'ho proprio vista da vicino, la line. Devo la mia salvezza probabilmente al fatto che quando mi sono reso conto che Salmi sorpassandomi non avrebbe tenuto, ho staccato il motore rimanendo indietro di quei sette o otto metri che poi mi hanno permesso di evitare un impatto irrimediabile. Ancora una volta mi sono accorto inoltre di possedere un sangue freddo ina edibile. Subito dopo avrei potuto gareggiare come se nulla fosse stato. Ero sicuro di me, concentratissimo. Ma poi ho notato che altri piloti viaggiavano con gli occhi sbarrati dalla paura ed ho alzato il braccio per cercare di fermare la corsa. Solo il giorno dopo, pensando a quanto è successo sono stato assalito dal timore, dal dispiacere, da mille dubbi. Uno choc ritardato che devo superare con molto coraggio ». — Ribadisci quanto hai detto ieri sera circa i sistemi con i quali i piloti dovrebbero essere selezionati prima di passare fra i -senio| res»? • Certo. Posso aggiungere, per spiegare meglio, che i giovani dovrebbero avanzare di categoria non dopo un determinato periodo di tempo, perché uno, volendo, potrebbe lare una sola gara in due anni di attività, ma dopo un buon numero di prove Ira gli juniores. Non sono allatto contento, per esempio, che mio fratello Felicino sia già con i "grandi". Gli dico sempre di essere prudente, di stare dietro a guardare come tanno gli altri. Anche a Salmi più di una volta avevo spiegato di non forzare, che avrebbe avuto in seguito tutte le possibilità di trova¬ re il suo posto. Purtroppo non mi ha ascoltato. Speriamo almeno che gli altri giovani traggano un buon insegnamento da questa drammatica vicenda. Per guidare una moto con tanti cavalli a 250300 all'ora non bastano i muscoli ed il coraggio. Ci vuole anche il cervello'. Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Bologna, Colleferro, Imola, Roma, Torino