Doveva scontare 3 anni per furto Ne passò venti in un manicomio di Adriaco Luise

Doveva scontare 3 anni per furto Ne passò venti in un manicomio L'incredibile vicenda di un ligure quarantenne Doveva scontare 3 anni per furto Ne passò venti in un manicomio Nel '54 fu condannato dal tribunale di Chiavari: aveva vent'anni - Ritenuto pazzo fu trasferito nell'ospedale psichiatrico di Castiglione dello Stiviere (Mantova) poi ad Aversa - Medici e famigliari si erano dimenticati ma lui è sano di mente i Nostro servizio particolare) Caserta, 28 aprile. Alla ribalta della cronaca un nuovo sconcertante caso di sepolto vivo in un manicomio giudiziario. Riguarda Andrea Pellerano, un detenuto di Santa Margherita Ligure, dimenticato per vent'anni nello «psichiatrico» modello di Castiglione delle Stiviere. Entrò che aveva vent'anni, ogsi ne ha quarantuno e non ha ancora riacquistato la libertà. Deve forse al suo trasferimento nel manicomio giudiziario di Av.ersa ai primi di aprile, se finalmente i giudici e i sanitari troveranno per lui una soluzione che non sia la lenta agonia nella fossa dei serpenti. Nato nel marzo 1934, di modestissime condizioni economiche e di umile estrazione sociale, Andrea Pellerano è elemento inquieto e ribelle. Incappa nel dicembre del 1953 nei rigori della legge: è arrestato per furto aggravato. Il tribunale di Chiavari nel giugno del '54 lo condanna a due anni e due mesi di reclusione. Un anno dopo torna davanti ai giudici di Chiavari per rispondere di violenza a pubblico ufficiale e la pena detentiva si allunga fino a raggiungere complessivamente tre anni e sei mesi di carcere. Un colpo duro per il giovane detenuto che manifesta insofferenza. Il suo fragile sistema nervoso subisce un lento deterioramento e il direttore del carcere, preoccupato dei disturbi psichici che con il passare dei giorni si accentuano, si affretta a chiederne il trasferimento per un periodo di osservazione in manicomio. Siamo nel luglio del 1956. Il giudice di sorveglianza del tribunale di Firenze, in base all'articolo 148 del codice penale, sospende la pena per l'intervenuta infermità psichica del recluso e ne ordina il ricovero nel manicomio giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Ad Andrea Pellerano i sanitari riscontrano disturbi di natura schizofrenica e turbe dissociative. Gli anni trascorrono lenti, monotoni, nessuno si ricorda di lui. Condoni ed amnistie scivolano via mentre Andrea Pellerano è da tutti dimenticato. Neppure la famiglia si prende cura del congiunto che, ormai bollato dal marchio di folle, è divenuto soltanto un inutile peso. L'assurdo della vicenda è costituito dal fatto che un fratello, Mario, invischiato in una rapina a mano armata con una vittima, è oggi libero dopo aver scontato parte della pena ed essere stato anche lui rinchiuso in un manicomio giudiziario. L'omicida è già tornato in libertà, un ladruncolo è ancora dentro. La cartella clinica di Andrea Pellerano con i dati della sua malattia, capitò un anno fa tra le mani di un sanitario dello «psichiatrico» modenese. Sono palesi gli errori e le dimenticanze: così, del caso, viene informato il giudice di sorveglianza. Si ottiene la revoca del provvedimento di carcerazione, ma ancora una volta la burocrazia dice no ad Andrea Pellerano che invece di finire in una casa di cura, continua ad essere trattenuto a Castiglione delle Stiviere. Il 2 aprile scorso egli viene trasferito nel manicomio giudiziario di Aversa con una lettera del professor Micheletti. L'infermo è giudicato pericoloso: «Ha bisogno di psicofarmaci e non raramente dev'essere contenuto». Cioè gli deve essere applicata la camicia di contenzione, una restrizione vietata dalla nota circolare del ministero di Grazia e Giustizia. Ad Aversa, per sua fortuna, il direttore del manicomio giudiziario, professor Domenico Ragozzino dopo un periodo di osservazione gli riscontra coscienza lucida, un equilibrio psichico abbastanza . ereno e «comunemente governabile». Il caso viene segnalato al giudice di sorveglianza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottor La Spada e ci si accorge di aver tenuto per vent'anni sequestrato un povero diavolo, di avergli rubato la sua giovinezza. Proprio oggi il pretore di Aversa ha firmato l'ordinanza di trasferimento del detenuto in un manicomio civile, forse ritornerà sulla costiera ligure | avendo ottenuto anche il con- \ dono della residua pena. Pri- ', ma che Andrea Pellerano sia I restituito alla società, ci vorrà ancora del tempo. La macchina burocratica è difficile a mettersi in moto. Bisogna accertare se i familiari sono disposti ad accoglierlo, se vi è qualche ente d'accordo ad accollarsi le spese della sua degenza. Comunque uno spiraglio si è aperto e vi è la speranza che non si perdano ancora altri mesi e che non venga ancora una volta dimenticato. Adriaco Luise

Persone citate: Andrea Pellerano, Castiglione, Domenico Ragozzino, La Spada, Micheletti