L'uccisore tramortì Laura con un pugno poi la soffocò con un sacco di plastica di Marzio Fabbri

L'uccisore tramortì Laura con un pugno poi la soffocò con un sacco di plastica L'inchiesta sulla ragazza uccisa e gettata nel Lambro L'uccisore tramortì Laura con un pugno poi la soffocò con un sacco di plastica Quasi sicuramente non agì da solo - Il complice l'aiutò a trasportare il cadavere in riva al fiume (Dal nostro corrispondente) Milano, 28 aprile. Due persone sarebbero coinvolte nell'agghiacciante uccisione di Laura Orsi, la diciassettenne di Melegnano gettata nel Lambro chiusa in sacchi di iuta e di plastica con un blocco di cemento come zavorra. L'ipotesi già avanzata nei giorni scorsi dai giornalisti ha avuto stamane una conferma ufficiosa da parte di uno degli inquirenti. Un ufficiale dei carabinieri, parlando con i cronisti si è lasciato sfuggire alcune indiscrezioni dalle quali è possibile dedurre che i ricercati sono almeno due. Questa convinzione si basa su due elementi: in primo luogo Laura Orsi era una ragazza robusta, molto alta e pesante quasi 70 chili e una sola persona, anche se dotata di una forza non comune, difficilmente avrebbe potuto trasportare a spalla per un buon tratto il suo cadavere dopo averlo infilato in due sacchi. Inoltre se, come sembra, Laura è stata vittima della furia di un intimo della famiglia o comunque di un conoscente, non è pensabile che questi abbia rischiato di venire riconosciuto quando ha parlato al telefono con Emilio Orsi, il padre di Laura, dicendogli: « Laura è nelle nostre mani. Prepara 200 milioni entro venerdì ». D'altro canto c'è un elemento che farebbe pensare che la seconda persona è intervenuta solo a delitto avvenuto, per occultare il cadavere e fare le telefonate che dovevano far pensare ad un rapimento, allo scopo di guadagnare giorni preziosi; Laura, prima di essere uccisa probabilmente si era ribellata a chi la teneva prigioniera e questi l'ha colpita violentemente. Lo prova un ematoma trovato alla tempia destra della ragazza. A questo punto è stata ipotizzata una nuova ricostruzione della morte di Laura. Il colpo ha provocato una emorragia nasale e per non sporcare i sedili della propria auto l'omicida ha infilato sul capo della ragazza un sacchetto di nailon. Lo scopo era solo quello di trattenere il sangue, ma la ragazza è morta soffocata. A questo punto l'uomo si sarebbe trovato davanti al problema di liberarsi del cadavere e lo ha fatto gettandolo nel Lambro. Se comunque l'impressione dei giorni scorsi era che le indagini fossero vicine ad una soluzione, oggi pare che gli inquirenti siano in alto mare. « E' un rompicapo incredibile — ammette il comandante del gruppo dei carabinieri di Lodi, maggiore Di Masi — si rischia di seguire cento piste diverse e di perdere il filo delle indagini ». L'impressione di un certo scoramento dei carabinieri dopo ore di frenetica attività che sembrava dovesse dare frutti entro breve tempo è confermata dalla sensazione che si sia creata anche una divergenza di opinioni tra gli inquirenti lodigiani e quelli milanesi. Anche la vicenda delle due comunicazioni giudiziarie, emesse nei confronti di Sergio Grandi, cugino dell'uccisa, e di Ambrogio Landriani è da riesaminare. Il magistrato avrebbe emesso i provvedimenti non perché sospettava che i giovani fossero colpevoli, ma perché sperava di ottenere da loro intimorendoli, particolari interessanti. Marzio Fabbri ll i

Persone citate: Ambrogio Landriani, Di Masi, Emilio Orsi, Laura Orsi, Sergio Grandi

Luoghi citati: Lodi, Melegnano, Milano