Taccuino di Vittorio Gorresio

Taccuino Taccuino di Vittorio Gorresio I rivali una volta concordi Alle 17,21 di sabato scorso 26 aprile le nostre agenzie di informazione « Ansa » ed « Italia » hanno trasmesso in flash un breve giudizio di Fanfani sui risultati delle elezioni portoghesi. Il segretario della de non prendeva in considerazione la vittoria di Soares. preferendo attenersi con scelta ben giustificata alla sconfitta di Cullila!: ciascuno ha il buon diritto di apprezzare ciò che più gli conviene, f; Fanfani diceva lapidariamente: <• I comunisti portoghesi sono slati delusi. Gli eia/lori del Portogallo, a grandissima maggioranza, hanno respinto il compromesso storico. Mi rallegro con loro ». Che in Portogallo si fosse parlato di compromesso storico all'italiana, cioè nel senso fra noi proposto da Berlinguer per una collaborazione pei-cattoliei, non è vero: ma il lesto enunciatore di Fanfani fu comunque trasmesso da! primo giornale radio andato in onda, quello delle 17.25 del secondo programma, perché gli ascoltatori fossero ingannali come di dovere. Ma trentacinque minuti dopo, alle 18 in punto, giungeva alle redazioni di tutti i quotidiani abbonati un'urgentissima rettifica dell'agenzia «Italia»: «Altenzione, leggere bene alla penultima riga: ... a grandissima maggioranza hanno respinto il compromesso tra i comunisti e i militari ». Così spariva dalla formula di Fanfani l'aggettivo «storico», onde qualsiasi riferimento alle cose d'Italia era da intendersi arbitrario. Ma non trascorsero più di cinque minuti senza che i campanellini delle telescriventi dell'agenzia « Ansa » riprendessero a squillare per il terzo flash fanfaniano in quaranta minuti: «Attenzione, si prega eli rettificare come segue... hanno respinto il coni promesso storico tra comunisti e militari (ripetia- mo: Ira comunisti e militari)». Cacciato dalla porta una prima volta, il compromesso storico rientrava cosi dalla finestra, e in sostanza Fanfani si allineava sulle posizioni di Berlinguer il quale era stato il primo in occasione del recente congresso del pei nello scorso mese di marzo a deplorare i suoi compagni portoghesi per aver essi « istituzionalizzato » l'intesa fra un panilo comunista degno di lutto il rispetto da parte dei rivoluzionari di tutto il mondo, ed una forza ambigua come quella rappresentata dalla giunta dei giovani ufficiali portoghesi. Per dirne una, erano stati proprio costoro a metter fuori legge, precludendogli la partecipazione alle elezioni, un partito che si dichiarava democristiano, A Berlinguer la mossa militare era piaciuta poco e in congresso aveva fraternamente rimproverato il compagno Cuhhaì di averle dato il suo avallo. Era parso che egli volesse avvertire il collega portoghese di slare attento ai mali passi, di non arrischiarsi ad avventurismi militareschi, ed il suo cauto atteggiamento era piaciuto a chi sa che significhi un'alleanza più o meno improvvisata fra i partiti popolari e le forze armate. C'è sempre il rischio che queste ultime prendano la mano, come si dice, e che i comunisti siano i primi a finire recintali nei campi di concentramento. A quelli egiziani è toccato di farne l'esperienza, per iniziativa dei militari nasseriani, come tutti ricordano, senza che l'Urss muovesse un dito. E' dunque in questo senso che è possibile parlare di precedenti storici sul piano dei compromessi ed è mollo importante che Fanfani sia intervenuto a dar ragione a Berlinguer, c proprio « in limite clectionis ». dato che dopo quelle portoghesi ci saranno elezioni anche in Italia fra non molto. « Cave a militibus», diremo con Fanfani e Berlinguer in un nostro modesto latino dedotto dal più classico « Cave a consequenliariis ». ma ci rimane oscura la ragione della convergenza obbiettiva tra Fanfani e Berlinguer nell'interpretazione dei fatti portoghesi. Sarà l'orse un esempio di convergenze parallele, come si disse al tempo delle prime alleanze di centro-sinistra in Italia. Il paradosso è un modulo che bisogna assolutamente evitare nelle valutazioni della politica: però, que:lo Fanfani che va sottobraccio a Berlinguer non può non esserci motivo di turbamento. Deve lui stesso averne provato imbarazzo se nel pomeriggio di sabato scorso ha sentito la necessità di correggere tre volle il suo breve commento alle elezioni portoghesi: gli dispiaceva, evidentemente, doversi dichiarare d'accordo con il suo grande rivale e concorrente Berlinguer. Ma è stato costretto, alla fine, a riconoscere le sue buone ragioni, e chi sa quanto gli è costato.

Luoghi citati: Italia, Portogallo, Urss