Minaccia: "lo torno in cella,, perché non arriva la sposina

Minaccia: "lo torno in cella,, perché non arriva la sposina Ovada: complicate nozze in carcere Minaccia: "lo torno in cella,, perché non arriva la sposina La giovane è giunta con un'ora e mezzo di ritardo per un guasto all'automobile - Il detenuto convinto ad attendere dal cappellano (Nostro servizio particolarei Ovada, 26 aprile. Hanno rischiato di naufragare le attese nozze nel carcere di Ovada tra un detenuto siciliano abitante a Vigevano e una sartina di Salice Terme in provincia di Pavia. La sposa, pare per un guasto all'auto, è giunta con quasi un'ora di ritardo; lo sposo che, vestito di marrone, con camicia azzurra e cravatta fantasia, attendeva, visibilmente agitato, si è indispettito e ha minacciato di mandare tutto a monte. E' stata necessaria l'opera di convincimento del celebrante, padre Vittorio Panizzi degli Scolopi di Ovada, per far desistere il detenuto dal suo atteggiamento. Alla fine, alle 17,30, don Panizzi ha celebrato la messa su un altare improvvisato nel corridoio del vecchio carcere mandamentale e il fatidico «sì» è stato pronunciato. Lo sposo è Salvatore La Duca, 24 anni, di origine siciliana, da qualche anno abitante a Vigevano con la madre Renza Fasolo e il patrigno (la donna, divorziata, si è risposata). Il padre, Gioachino La Duca, 46 anni, è in carcere dove sconta una lunga condan¬ na. Salvatore si trovava nella casa penale di Alessandria il 9 maggio scorso quando scoppiò la tragica rivolta. Detenuto-studente, era nell'aula quando Concu, Di Bona e Levrero (unico superstite dei tre) bloccarono i primi ostaggi. Si precipitò fuori e fece accorrere il brigadiere Cantiello e l'appuntato Gaeta, poi ucciso. La sposa abita a Salice Terme e si chiama Anna Maria Scaglioni; ha 28 anni. Fa la sarta. E' giunta accompagnata dalla mamma, Savina De Leo, assieme alla madre e alla nonna dello sposo. Indossava un abito lungo alla caviglia di tessuto leggero damascato su fondo verde pallido, con un'ampia scollatura a punta. In capo aveva una piccola acconciatura di fiori bianchi. Mazzi di fiori — gladioli e strelizie — ornavano il piccolo altare; erano il dono degli altri detenuti del carcere, che non hanno però potuto assistere al rito per disposizione del ministero. Due di essi avrebbero dovuto essere i testimoni, sono stati sostituiti dalle mamme degli sposi. La cerimonia, senza altri testimoni, ad eccezione del custode e della moglie, signori Ma- trone, il cui figlio Raffaele ha servito messa e suonato sul piccolo organo la marcia nuziale, era fissata per le sedici. Salvatore La Duca era in attesa impaziente da almeno | due ore. Alle sedici però la fidanzata non era ancora giunta; l'attesa si è protratta e il detenuto, sobillato anche dai compagni di cella, che pare I volessero dissuaderlo dal matrimonio perché «tanto poi sarebbe stato abbandonato», ha cominciato a dare segni di impazienza. Dopo tre quarti d'ora di ritardo è andato su tutte le furie, si è svestito con rabbia gridando: «Basta, non mi sposo più, dite pure ad Anna Maria di andarsene. Non voglio più vederla». In questo stato era quando alle 17 Anna Maria è giunta davanti al carcere di via Sant'Antonio 17. «Abbiamo perso \ tempo perché l'auto non partiva», ha spiegato; quindi sorridente si è avviata verso l'ingresso. Ma Salvatore La Duca non voleva saperne. Padre Vittorio Panizzi ha faticato non poco, alla fine lo ha convinto: si è rivestito «da festa» ed è uscito dalla cella. Ha raggiunto la sposa già I inginocchiata davanti all'altare. La messa è iniziata, pochi minuti dopo Anna Maria e Salvatore si sono scambiati la promessa d'amore eterno e le fedi. Un bacio ha suggellato alla fine della funzione la promessa, il sereno è tornato. Così con i pochi presenti gli sposini, tagliata la tradizionale torta nuziale, hanno allegramente brindato. Pochi minuti dopo, Salvatore è tornato in cella e Maria ha lasciato il vecchio carcere. Era visibilmente commossa e felice. «Ci conosciamo da tanti anni — ha detto — e insieme abbiamo fatto tanti progetti. Avevamo fissato le nozze ad aprile, poi è avvenuto l'arresto di Salvatore: doveva scontare sei mesi: poca cosa. Ma non ho voluto rinviare la data del matrimonio. Come le è parso Salvatore? «E' felice anche lui, commosso e felice. Sa che lo aspetto, ed è segno che ho fiducia in lui ». Domani Salvatore La Duca sarà trasferito a Vigevano, dove martedì comparirà dinanzi ai .giudici per rispondere di guida senza patente. f. m. | I La sposa (a destra) con la madre e il patrigno dello sposo

Luoghi citati: Alessandria, Ovada, Pavia, Salice Terme, Vigevano