Non è più sport ma vile ricatto di Michele Fenu

Non è più sport ma vile ricatto Non è più sport ma vile ricatto (Dal nostro inviato speciale) Barcellona, 26 aprile. Lo sport dell'automobile ha vissuto oggi, a Barcellona, una delle più avvilenti e disgustose giornate. Anzi, potremmo affermare che è sraro immolato sull'altare degli interessi commerciali. E' il logico punto d'arrivo di una continua degradazione, del costante sacrificio dei valori umani e sportivi a quelli pubblicitari e spettacolari, ancorati al denaro. I piloti debbono scendere in pista malgrado giudichino il circuito del Montjuich insicuro, cioè pericoloso per la loro vita, e partecipare domani al Gran Premio di Spagna. Lo debbono fare perché il «sistema" è stato più lorte di loro, specie in questo Paese dove la democrazia non esiste né di nome né di fatto. Nei loio confronti è scattata l'arma delle minacce legali, dell'intervento della •Guardia Civil". del sequestro delle vetture. Sanzioni non sportive, come il caso avrebbe eventualmente imposto, ma legate al codice civile. L'attività della Formula 1 sarebbe andata a rotoli. Ma scherziamo, le macchine bloccate a Barcellona per due o tre mesi? E su queste macchine ci vive tanta gente, si regge un mondo non solo artificioso, ma fatto di lavoratori. I piloti hanno capitolato di fronte a questa forma di terrorismo legale. Né i costruttori né i dirigenti della commissione sportiva internazionale sono stati capaci di sostenerli. Abbiamo senti- to solo Luca Montezemolo, il giovane e battagliero avvocato della Ferrari, Impegnarsi generosamente con Lauda e Regazzoni. »Ragaz zi, fate voi, qualunque cosa decidiate va bene». Ma come potevano Lauda e Regazzoni mettere le rosse monoposto nelle mani del gendarmi? Quanto è accaduto è la contropartita dei contratti commerciali stabiliti dal pool dei costruttori (chiamiamoli così, anche se, salvo Ferrari e Brm, sono tutti assemblatori o proprietari di piccoli teamsj con gli organizzatori dei Gran Premi. La lirma delle domande d'iscrizione fa scattare un complicato sistema di premi e compensi, che si sovrappongono alla legge sportiva. Secondo quest'ultima, i piloti ^scioperanti" avrebbero dovuto essere deleriti alle rispettive federazioni per le punizioni del caso. Punto e basta. Ci chiediamo con quale animo domani scenderanno in pista I piloti. Anche loro hanno numerose responsabilità, ma, in fin dei conti, sono quelli che pagano di persona. GII altri stanno a guardare, in primo luogo gli •sponsorS", che hanno bisogno di vedere le macchine in pista per propagandare t loro prodotti, gli organizzatori, che aspettano il pubblico sulle tribune, i seralici dirigenti della Csi. ormai esautorati, legati a mille in trighi, condizionati dai più lori! che passeggiano nei box come Ini pettiti pavoni e non sanno più neppure cosa sia lo sport dell'auto, loro che dovrebbero tutelarlo Per noi, almeno, c'è un iilo di gioia. Lauda e Regazzoni hanno portato In prima fila le loro Ferrari in questa mutilata giornata di prove. La nuova 312-T è davvero un cavallo di razza. Ma vale, al di là dei punti per il campionato del mondo e delle indicazioni tecni\ che, vincere — se si vincerà — un Gran Premio cosi? Michele Fenu

Persone citate: Lauda, Luca Montezemolo, Regazzoni

Luoghi citati: Barcellona, Spagna