Le auto ferme per protesta di Michele Fenu

Le auto ferme per protesta A Barcellona i piloti contestano il circuito poco "sicuro,, Le auto ferme per protesta Saltate le prove: solo Ickx e Brambilla (su 26 iscritti) hanno "girato" sul percorso ■ Sotto accusa i "guard-rails", montati male a giudizio dei corridori - Il campione del mondo Fittipaldi è tra i più polemici con gli organizzatori - In dubbio la gara di domani (Dal nostro inviato speciale) Barcellona, 25 aprile. La stagione europea di formula uno è cominciata oggi con un episodio clamoroso, mai accaduto in ventisette anni di campionati del mondo. I piloti, con l'eccezione di Jackie Ickx e di Vittorio Brambilla, hanno contestato il circuito di Montjuich, a Barcellona, dove domenica è in programma il Gran Premio di Spagna, e si sono rifiutati di scendere in pista. Sotto accusa sono i guardrails. • Le barriere sono montate male — ha detto Emerson Fittipaldi —, rischiamo di ucciderci nel caso di un Incidente ». Gli organizzatori, che vedono svanire i centocinquanta milioni di lire investiti nella gara, hanno promesso per domani una serie di lavori, chiamando in aiuto un esercito di cento operai specializzati. Se la situazione rimarrà immutata o non verrà modificata in modo soddisfacente — e la commissione sportiva internazionale è stata chiamata a testimone dell'» affare » — avremo un nuovo «no» dei corridori e, quindi, la competizione non sarà disputata. E' un momento nuovo nella campagna da anni promossa dai piloti per una maggiore sicurezza sui circuiti. Essa viene sostenuta dalla Grand Prix Drivers Association (Gpda), che in queste questioni è rappresentata soprattutto da Fittipaldi. Il campione del mondo si è sostituito a Jacky Stewart come alfiere dei suoi colleghi. E Stewart, oggi, gli ha dato il suo autorevole appoggio. « Bisognava compiere tale azione — ha spiegato lo scozzese — perché correre con i guard-rails mal montati sarebbe troppo pericoloso non solo per chi è al volante ma anche per il pubblico. Una tragedia, un grave incidente avrebbero oltre tutto riflessi negativi per tutto lo sport dell'automobile, che già ha i suoi problemi ». Il « piallo - dei Montjuich è cominciato stamane, ma i precedenti risalgono a qualche settimana fa. Il circuito è ricavato sulla collina sovrastante Barcellona e il porto ed è semipermanente come quello di Montecarlo. Per il Gran Premio di Spagna, che vi si svolge ogni due anni in alternanza con l'autodromo madrileno di Jarama, vengono co- struite tribune e recinzioni e, lungo i 3790 metri di pista — ricavata dai viali che coprono l'altura — sono posti i guard-rails a destra e a sinistra. Le barriere d'acciaio costituiscono l'unico velo protettivo tre le vetture e alberi, case, marciapiedi. Appunto alcune settimane or sono vennero a Barcellona JeanPierre Beltoise, delegato della Gpda per la sicurezza nei circuiti, e King. Giuseppe Bacciagaluppi, rappresentante del Csi. I due chiesero di alzare i guard-rails con una terza fascia nei punti di maggior pericolo, l'installazione di reti e la creazione di vie di fuga. In quel momento le barriere non erano state ancora collocate. Al loro arrivo a Barcellona i piloti hanno voluto subito accertarsi se le « raccomandazioni » dei due inviati erano state eseguite. Ieri sera Fittipaldi ha compiuto un giro del circuito con la | sua Mercedes ed ha scoperto una j ben più grave magagna. Le fasce metalliche componenti i guardI rails erano state fissate con dadi : e bulloni solo parzialmente, sic! che ondeggiavano sotto la semplice spinta delle mani, e i pa| letti di sostegno erano troppo scarsamente ancorati al suolo. • Ne ho latto cadere uno con ! un calcio — ha detto Fittipaldi —. ' Un fatto Incredibile. Pensate se , una macchina si "appoggia" vioI lentemente contro la barriera. InI vece di essere trattenuta dalle I fasce, si rompe tutto. Si corre I il rischio di finire ghigliottinati. j Qui non è questione di politica o ! di soldi o di ricatti, qui è questione di pelle. Ed è la nostra ». | Il brasiliano e i suoi colleghi rii cordano il dramma dell'australiai no Koenigg con la Surtees a Walkins Glen nel Gran Premio ! degli Stati Uniti 1974. ! I piloti si sono riuniti stamane i in un gigantesco camion-roulotte ed hanno esaminato II problema. E' partito un ultimatum verso gli i organizzatori — il Real Automobile Club de Cataluna. Questo il ' succo: « O sistemate le barriere I Ih modo che siano rigide ed elfiI caci oppure non scendiamo in pi¬ sta ». Il tempo per i lavori (si calcola che occorra mettere a posto ventiduemila tra bulloni e rondelle per quasi otto chilometri di guard-rails) era troppo poco e la giornata di prove è andata a rotoli. C'erano due turni in programma: dalle 14 alle 15 e dalle 16 alle 17,30. Il primo è stato soppresso, il secondo mantenuto. Le riunioni si sono succedute alle riunioni. I costruttori hanno fatto sapere di lasciar liberi i loro piloti. Luca Montezemolo, per la Ferrari, ha spiegato: » Quando un Lauda mi dice che non se la sente di scendere in pista, cosa devo lare? Lo obbligo? E con quale responsabilità? Certo, non capisco perché in Spagna si ostinino a far correre qui il Gran Premio i quando c'è un impianto razionale come quello di Jarama. I corridori hanno ragione di protestare. In queste condizioni risolverebbero veramente al vita ». La Gpda ha cercato di interessare al « caso » la Csi, rappresentata dal segretario Le Guezec. « Gli abbiamo chiesto — ha rac¬ contato Lauda — dì mettere per iscritto e di firmare un foglio con cui dichiarava che il circuito era sicuro. Ma lui si è ben guardato dal farlo. Lo abbiamo poi invitato domani a controllare i lavori di risistemazione dei guard-rails per darci un parere ufficiale ». In queste circostanze la Commissione Sportiva Internazionale, legata a mille carri, brilla per assenteismo. I suoi rappresentanti si defilano o, se proprio non possono sparire, si trincerano dietro tanti « ni » o se ne lavano addirittura le mani. E' comunque una grave incongruenza che Le Guezec si sia rifiutato di firmare la « patente di sicurezza » per il circuito spagnolo ma abbia poi acconsentito allo svolgimento del secondo turno di prove. Per lui, insomma, il Montjuich era sicuro o no? A questa sessione di allenamenti hanno partecipato solo Ickx, con la Lotus, e Brambilla, con la March, su ventisei piloti iscritti al Gran Premio di Spagna. Ickx è da tempo in posizione di pole¬ mica con la Gpda, di cui non è socio, e ha tenuto a sottolinearlo. » Stiamo sbagliando tutti — ha affermato —, loro non hanno completato in tempo i lavori, noi dovremmo impostare le nostre battaglie con più calma e In modo diverso. Vorrei sapere perché certi miei colleghi non trovano nulla da ridire su Montecarlo: forse perché il premio di partenza è più elevato? ». Sarà, però a Montecarlo, dove si comincia a lavorare sul circuito con un mese di anticipo e non due o tre giorni prima come a Barcellona, fatti del genere almeno non capitano. Brambilla, più spiccio, ha dichiarato: « Siamo qui per correre. Finché nessuno scendeva in pista, ci stavo anch'io. Adesso c'è Ickx, perché devo rimanere a guardarlo? E poi se non si va al Montjuich, ci sono altri mille posti dove si dovrebbe rimanere a piedi ». Per la cronaca, Ickx è stato il migliore in 1'32"10, media chilometri 148,168 (un tempo modestissimo) contro l'1'48"90 di Brambilla, subito alle prese con una perdita di benzina nell'abitacolo. Il Real Automobile Club de Cataluna si è appellato al senso sportivo dei piloti, assicurando che stanotte verranno compiuti i lavori richiesti. Domani a mezzogiorno è fissata un'ispezione definitiva al circuito. Se Fittipaldi e soci saranno soddisfatti, probabilmente verrà recuperato il tempo perduto oggi dilatando la seconda sessione di allenamenti, altrimenti domenica la gente andrà a vedersi soltanto la corrida. Forse, con tanti soldi in ballo, un compromesso sarà raggiunto, anche se viene insinuato che il brasiliano (e, in generale, tutti quelli dei teams britannici) avrebbe buone ragioni per non correre e saltare questa corsa: la Cosworth. fornitrice dei motori, ha avuto lunghi scioperi che le hanno impedito il normale lavoro di revisione dei gruppi propulsori e la costruzione di nuove unità; inoltre, questo tracciato si presterebbe ad esaltare le caratteristiche della nuova Ferrari 312-T. Ma, lo speriamo, queste dovrebbero essere solo maligne voci. O no? Un fatto, comunque, è chiaro: occorre abbandonare questi tracciati semipermanenti. Le gare bisogna farle dentro veri autodromi. Michele Fenu Fittipaldi (a sinistra) è il « leader » della contestazione: Ickx è invece in polemica con l'associazione dei piloti