Pignorati tutti i beni degli oleari Carapelli
Pignorati tutti i beni degli oleari Carapelli Cambiale di 100 milioni non pagata Pignorati tutti i beni degli oleari Carapelli L'importante società ha due stabilimenti a Firenze (Dal nostro corrispondente) Firenze, 25 aprile. (e.b.) Il pignoramento generale di tutti i beni immobili esistenti in Italia della società Carapelli, una delle più grosse industrie olearie italiane, di cui sono garanti in solido i fratelli Augusto, Carlo, Costantino, Aldo, Colombo, Alfo, Francescopaolo e Pindaro Carapelli, è stato trascritto nei giorni scorsi alla conser- ] vatoria dei registri immobiliari di Firenze. Si tratta di un pignoramento cautelativo accordato tra la stessa società e la Banca Commerciale Italiana, avvenuto dopo il deposito alla Cancelleria delle Espropriazioni immobiliari di una cambiale non pagata dell'importo superiore ai cento milioni, e firmata dai sette fratelli Carapelli. La società Carapelli è un'industria olearia con una rete di distribuzione in tutta Italia. A Firenze ha due stabilimenti, in via Guidoni 37 e in via Reginaldo Giuliani 95, e alla periferia della città, a Ponte a Ema, ha una succursale. Altre succursali sono a Montevarchi (Arezzo), a Milano, a Roma e a Barletta. Negli stabilimenti sono occupati circa quattrocento dipendenti. I dirigenti della società hanno precisato che la situazione dell'azienda non è drammatica e che va normalizzandosi. Sui giornali jugoslavi Polemiche per una corona su una "foiba" a Trieste Belgrado, 25 aprile. La stampa jugoslava di stamani critica il fatto che un rappresentante del presidente della Repubblica italiana, in margine all'inaugurazione del museo-monumento contro la ferocia nazista alla « Risiera » di Trieste, abbia deposto una corona di alloro anche sulle tombe dei caduti « fascisti e collaborazionisti ». « Una macchia sulla celebrazione », così la « Politika » di Belgrado intitola una corrispondenza della « Tanjug » da Trieste. « Con un gesto — afferma il giornale — che nell'attuale tesa situazione politica in Italia può essere interpretato soltanto come una concessione alle forze di estrema destra, il presidente della Repubblica italiana, Giovanni Leone, ha lasciato cadere una macchia sulla celebrazione del trentesimo anniversario della Liberazione, nel quadro della quale è stato inaugurato il museo dedicato a migliaia di antifascisti uccisi nella « Risiera » di Trieste ». Trieste, 25 aprile. La corona d'alloro, di cui parla la « Tanjug », è stata deposta da un rappresentante del presidente della Repubblica Leone sulla grande pietra che, come un semplice monumento realizzato con la roccia carsica, chiude la «foiba» di Basovizza, sull'altipiano carsico a quelche chilometro di distanza da Trieste. Come è avvenuto per le numerose altre « foibe » che si aprono sul Carso (sono pozzi naturali che scendono verticalmente o quasi nelle profondità della roccia per decine ed anche centinaia di metri), dopo l'ultima guerra vi furono trovati i resti di molte persone, civili e militari, parecchie delle quali non poterono essere identificate. Alcune di queste « foibe » dovettero esser chiuse senza poter essere esplorate a fondo, data la presenza di materiali esplosivi tra i resti umani. (Ansa)
Persone citate: Carapelli, Giovanni Leone, Pindaro Carapelli
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