I partigiani si unirono agli operai insorti che presidiavano gli impianti della Fiat

I partigiani si unirono agli operai insorti che presidiavano gli impianti della Fiat Testimonianza di Guido Quazza, comandante della "Brigata Vitrani,, I partigiani si unirono agli operai insorti che presidiavano gli impianti della Fiat Tra il 26 e il 28 aprile da Beinasco al monumento di Vittorio Emanuele II, nel cuore della città, "tra scene di entusiasmo" - In questa particolare vicenda "c'è molto della Resistenza in generale: l'agilità dei guerriglieri addestrati, l'audacia dell'attacco, il sangue freddo" - Le radici della lotta antifascista nell'alleanza tra operai, contadini, studenti Una delle zone operaie • classiche » di Torino, quella della Fiat Miraliori (allora comprendente anche l'Ippodromo) e tutta la parte gravitante sull'asse di corso Orbassano fino al crocicchio del monumento a Vittorio Emanuele Il l'i liberata dalla Brigata Autonoma Ruggero Vitrani (già banda Nino-Carlo, poi Guido) nel quadro delle operazioni della 43" Divisione Sergio De Vitis comandata da Giulio Nicoletta. Quel 25 di aprile L'operazione tu sul piano militare rapida e brillante. L'ordine di * scendere - giunse il 25 e subito io concentrai gli uomini a Trana e Villarbasse; il 26 controllai la Avigliana-Trana-Sangano-Bruino per permettere alle altre brigate di avanzare. La sera portai la formazione a Prabernasca in treno e di là a piedi, aggirando I presidi nemici d: Orbassano, Piossasco e Rivalta, fino a Cascina Gonzole presso Beinasco. «Pessi- I mlsmo... difficoltà, ci si butta sulla paglia, tra le mucche e / porcellini », dice il mio diario (scrit- I to subito, a caldo, e pubblicato in G. Ouazza. La Resistenza ita- j liana. Appunti e documenti, Torino, Giappichelli, 1966. p. 244). Il 27, un venerdì, iniziai alle 13 la marcia da Beinasco a Torino, al centro della Divisione, occupando la Fiat Mirafiori e l'Ippodromo, con un collegamento diretto con gli operai già insorti e le Sap, fra « scene di delirante entusiasmo nei paesi e in città ». La notte. all'Ippodromo, con « spari, attacchi e scaramucce ripetute ». // 28 » rastrellamento delle zone Orbassano - corso Galileo Ferraris fino al crocicchio di corso Vittorio: spari contro cecchini, arresti. Tragicomica sce' na con un mio scambiato per spia dai miei e da me salvato in extremis ». Comin ex professore Iciano a uscire i nuovi giornali e " ~" ~ il CLN governa, « mentre gli Alleati sono ancora lontanissimi ». « Vado alle Nuove e libero quattro partigiani: scene terribili ». // 29 la brigata si assesta alla caserma Montegrappa. « Tripudio, acclamazioni enormi, feste. Cose mai viste »: continua il diario. Il 30. schieramento su corso Moncalieri contro una colonna tedesca che poi non arriva. Il 1" maggio « grandi acclamazioni in Borgo San Paolo » e poi - viaggio trionfale attraverso tutta la vallata ». // 6. la grande sfilata. Il 7. I rifiuto di pulire la caserma per le forze corazzate americane. I'8, invio tutti gli uomini a casa. Il 9. I i entro a far parte della redazione i , dfi/ gìomale „ Rivoiuzìone sociali- \ // 12. discuto di sta ». // 12. discuto di questo giornale e dell'" Avanti! » e stenI do un articolo intitolato La lel zione dei fatti. « Manca ancora chiarezza di idee, maturità e caI pacità tecnica <•: è il commento I all'incontro con la nuova realtà I complessiva. C'è, In questa particolare vicenda, se non tutto, molto della Resistenza in generale. C'è, sul piano militare, l'agilità di guerriglieri addestrati ai colpi di mano, alle imboscate, ai sabotaggi e contro-sabotaggio su due Ira le strade internazionali più importanti dell'arco alpino occidentale e nel cuore stesso di Torino. C'è l'audacia dell'attacco ai tedeschi a Cumiana il 1° aprile 1944. C'è l'Iniziativa della « beffa » giocata ai fascisti il 22 settembre '44 alla Fiat Mirafiori, sottraendo loro I camions, furgoncini e armi, e sororendendo il corpo di guardia ; del posto di blocco alle porte dì i Torino con i fari accesi e le divìse della Wehrmacht. C'è il sangue freddo con cui il lunedì ^ di I Pasqua 1945 si era messa sull'attenti una pattuglia armata di fascisti proprio nella sede clandestina del comando di brigata a Reano. C'è. infine, tutta la mobilità che aveva saputo superare, oltre che le frequenti incursioni nemiche, i rastrellamenti iniziati il 10 maggio e il 27 novembre 1944, tra i più terribili dell'intero Nord per il completo accor¬ lebbraio in pianura, fra Reano. Villarbasse, Avigliana. Rivoli. Sanchiamento consentito dall'essere la valle incuneata fra quelle di Susa e del Chisone. Di là dall'aspetto militare, la vicenda specifica reca i segni dell'autonomia del singolo e di quel microcosmo autenticamente democratico che era la banda, sia pure, nel '45, in una rete ormai più fitta di comandi zonali. Alla • guerra dì popolo » davano forza, anche nella Val Sangone. la solidità e l'ampiezza del legame con la popolazione, nonostante i pericoli di spionaggio e i problemi logistici nascenti dall'alto numero di sfollati. L'essersi la brigata stabilmente attestata dai primi di in gano. Trana. Orbassano. in paesi i cui giovani erano quasi tutti partigiani, aveva costruito — anche con l'aiuto di qualche coraggioso prete — un blocco compatto Ira armati e civili. I mente socialista e d'azione, an- | che se la formazione restò sempre ' autonoma »), e lungo era . stato lo sforzo di alcuni per insegnare l'abbici della politica ai compagni di lotta, ma alla Liberazione si giungeva — secondo : la citazione sopra riportata dal j mio diario — senza « chiarezza d| idee, maturità e capacità tecnica ». L'incontro del 27 aprile con gli I I tllllltlllllll I IIIMIJIII M j I operai della Mirafiori appare ora simbolico di quella che sarà la trentennale vicenda successiva: una indubbia avanzata nel - sociale », una lenta marcia nel -politico », una sostanziale continuità ne//'» economico ». Guido Quazza (Presidente dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione) MIII'!!MIUilll!ti LIMIMLIItllllll lllllIMIM I I Sfilano per via Roma i partigiani della Val Sangone a cui apparteneva la brigata Vitrani. In testa il comandante Nicoletta

Persone citate: Comin, Giulio Nicoletta, Guido Quazza, Pessi, Ruggero Vitrani, Sergio De Vitis, Vitrani, Vittorio Emanuele Ii