Le forbici sui rami di Paolo Pejrone

Le forbici sui rami TERRAZZE e GIARDINI Le forbici sui rami E' vero che noi italiani, quando teniamo in mano una forbice e ci aggiriamo in giardino (o sul poggiolo), abbiamo un'aria penosamente smarrita? Lo dice Paolo Pejrone il cui lavoro è «fare» giardini e lo fa, oltre che con talento, senza inibizioni. « Oa noi o si usa l'accetta o niente". Pare abbia ragione. Se, nel nostro vocabolario, c'è un verbo ancora magico ma, soprattutto oscuro e, sotto sotto, minaccioso, questo verbo è «potare». 'Perché l'ignoranza all'origine è grande, arriva da una mancanza assoluta di basi, dal vuoto della scuola, anche in guesto campo. Una cosa triste per un Paese che vuol essere civile. Oltre, naturalmente, alla frattura tra agricoltura-campagna e popolazione inurbata. Negli ultimi anni si è cercato in ogni modo di spezzare anche gii ultimi legami". Polemico, Pejrone ammette che. individualmente, per iniziativa di insegnanti volonterosi, i ragazzini qualche cosa imparano: una pianticella sul polveroso davanzale, qualche cassetta con le carote: chi l'ha, coltiva un quadrato d'orto o di prato. E c'è un generale ritorno to almeno il desiderio di un ritorno) al mondo naturale. Però, ancora oggi, 'le piante noi le "vediamo": guanto a conoscerle, il problema è da risolvere-. E se qualcuno ci avverte che ■// giardiniere deve vivere sempre con le lorbici alla cintura ». la cosa c' lascia atterriti. Potare: ma quando, e dove, e come? 'Perplessità condivise anche a livello pubblico — continua Pejro ne —. In Italia le alberate urbane e lungo le strade provinciali sub) scono, ogni otto-dieci anni, mutilazioni terribili: lo si fa per economia, per mancanza di speciali sti (nessuno sa che il lavoro del potatore è estremamente redditi zio), per mancanza d'informazio ne. Senza pensare che queste "sbrancature" provocano sempre una grande sofferenza alla pianta, traumi che ne riducono addirittura la longevità'. Allora, potare è sbagliato? «£ necessario. Perù, personalmente, io credo alle potature leggere, alle potature "verdi" (sui rami), a tagli che non smantellino la pianta ma le servano a ritrovare o a con I servare la propria struttura natu | rate. Il che significa eliminare zo ! ne vecchie, sfoltire, ripulire, dare I aria, quindi libertà. Il tutto ve fatto con attenzione e con un lavoro continuo-. Pejrone smentiI sce, a questo pu.ito, due antichi I pregiudizi: che esistano speciali periodi dell'anno adatti alla potaj tura e che soltanto poche essenze sopportino l'intervento delle forbici. 'Esclusi i mesi del gelo, gualsiasi momento è buono, anche se l'optimum resta l'inizio di primavera. Un ramo selvatico della rosa, cosi dannoso per la salute dell'arbusto, non solo può. ma deve essere eliminato (purché con la tecnica giusta: andando a ritrovarne l'origine, magari sino alla radice e sarà tagliato di netto senza lasciare alcun moncone)'. Si potano gli talberi da frutto? ' Lo si faccia quando è necessario, anche con la vite vergine e con le essenze da bordura filadelfo o bosso, con le conifere e con l'agrifoglio. Ne hanno bisogno, spesso, anche i rododendri e le azalee, le camelie e persino la fragilissimajgardenia. Il crataegus, se «schiari- to» al centro assume un piacevole 1 aspetto ricadente. Proprio In qua-sti giorni e u linone che pretende 1 di essere ripulito. I -Potiamo anche la lavanda. E' uno splendido arbusto. Ma spesso, troppo fitto, troppo capellone. Alleggerito assumerà una bella e giusta forma da panettone Galup-. Una delle poche niante che rifiutano la potatura è il lillà, tkit tavia il taglio dei fiori è già di sollievo. La forsizia talvolta viene trinciata anche troppG Sempre ' bene, invece, qualche intervento sui gerani, sulle clematis (non le jackmani) e, persino, su certe piante d'appartamento. 'Tutte regole molto libere, nulla di fisso: le leggi del giardino, j córd/amó/ó' sono legai agricole. se 0 prec/se. Sempre aiti 1 date alla nostra sens,W/ftA a, n0 ,Q c0„ „ d 1 , , ,, , . . fa/e.. Un rapporto che non dev es- I sere da dominatori, ma neppure da succubi. Allora coraggio anche con la potatura. 'L'unico vero segreto in giardino — conclude Pejj rone — è di considerare le piante ■ individui: conoscere e sapere [quello che si aspettano da noi-. Difficile, ! meno, I Ma si può provare, aiMirella Appiotti

Persone citate: Appiotti, Pare, Pejrone

Luoghi citati: Italia, Perù