Scoperta a Lucca la centrale che finanzia i terroristi neri di Francesco Santini

Scoperta a Lucca la centrale che finanzia i terroristi neri Gli inquirenti pensano d'aver colpito un bersaglio decisivo Scoperta a Lucca la centrale che finanzia i terroristi neri Sei persone indiziate - Tra esse un noto medico, proprietario di una clinica, del quale non è stato ancora rivelato il nome - Avrebbe, tra l'altro, favorito la latitanza di Tuti, che ha ucciso i due agenti di polizia (Dal nostro inviato speciale) Lucca, 24 aprile. E' un medico di Lucca, proprietario di una clinica, il finanziatore dell'eversione nera toscana. Non è stato diffuso 11 suo nome, ma l'Antiterrorismo afferma di aver colpito un «bersaglio decisivo» e ha denunciato il professionista per associazione sovversiva e favoreggiamento nei confronti di Mario Tuti e dei suoi «luogotenenti», Tornei ed Affatigato. La stessa accusa è per altri sette esponenti del neofascismo versiliese. Il nome più importante è quello del medico che gli investigatori definiscono «molto noto in città». Per lui l'accusa è di aver finanziato la latitanza del geometra di Empoli, il ricercato «numero uno» d'Italia, in fuga dal 24 gennaio, dopo l'assassinio, a sangue freddo, degli agenti Falco e Ceravolo. «Non è l'unico jinanziatore — ha dichiarato poco dopo le 12 il dottor Catalano — ce ne sono altri in Garfagnana». Ha lasciato, subito dopo, la questura con un voluminoso fascicolo, diretto a palazzo di giustizia. L'appuntamento con il procuratore Vital era per le 12,30; ma quando l'alto funzionario dell'Antiterrorismo ha varcato l'ingresso del tribunale, il magistrato aveva già lasciato il suo ufficio, per raggiungere Firenze e consultarsi con il procuratore generale Mario Calamari. Già ieri sera l'Antiterrorismo aveva chiesto 6 ordini di cattura: dovevano portare in carcere, con Claudio Pera e Gaetano Bimbi, arrestati l'altra notte con armi e detonatori, il medico di Lucca al centro dell'indagine e altri cinque «personaggi» della cellula eversiva. «L'appuntamento è stato rinviato — dicono gli uomini della polizia —; speriamo che il ritardo non comprometta l'indagine». Per l'Antiterrorismo gli arresti dovevano essere immediati; per il procuratore della Repubblica l'indagine va approfondita e i provvedimenti restrittivi decisi con cautela. Ma l'Antiterrorismo ha fretta: «E' questo il momento di rompere gli indugi, di agire con prontezza — dicono — per arrivare alla cattura del geometra di Empoli». Mario Tuti e i suoi gregari lucchesi, Marco Affatigato e Mauro Tornei, sono in Versilia: da stamane all'alba l'Antiterrorismo batte il litorale tirrenico tra Viareggio e Marina di Massa, mentre ai funzionari dell'ufficio politico di Lucca è affidato il retroterra. A Borgo a Mozzano, una frazione a cinque chilometri dalla cittadina toscana, sulla via della Futa, sono stati individuati due bunker: è qui che i tre fascisti in fuga hanno trascorso alcune ore di latitanza, e il dottor Catalano dell'Antiterrorismo dichiara: «Stiamo riducendo il terreno attorno al ricercato "numero uno" d'Italia. Non vogliamo che Mario Tuti riesca, ancora una volta, ad eclissarsi». Ai bunker di Borgo a Mozzano si è arrivati da una mappa scoperta, la notte di martedì, nell'appartamento di via del Fosso n. 74: il circolo di estrema destra gestito da Claudio Pera, l'universitario di 23 anni, segretario provinciale dell'organizzazione missina «Fronte della Gioventù», arrestato assieme a Gaetano Bimbi per detenzione di esplosivi e per associazione sovversiva. Tra i documenti sequestrati è all'esame dell'Antiterrorismo un nutrito elenco di nomi e un importante carteggio sulla contabilità della cellula eversiva smantellata l'altra notte. «Il finanziatore — ha ripetuto il capo della "Politica" di Lucca, dottor D'Agostino — non è soltanto il medico. I contribuenti sono più di uno e tutti appaiono degli insospettabili». Circolano a Lucca dei nomi: ci sono nella lista un commerciante e un costruttore della Garfagnana. E' sulla figura del professionista che più c'è interesse: avrebbe curato Mario Tuti per una malattia che l'avrebbe colpito durante la latitanza. L Antiterrorismo mostra stasera grande entusiasmo: «E' la prima volta — dicono i funzionari del dottor Santillo — che una pista sicura porta ai mandanti della strategia del terrore». Più cauto il procuratore di Lucca, Vital: «L'indagine è agli inizi — ha dichiarato questa mattina poco prima di rinviare l'appuntamento degli inquirenti —: si è fatta molta strada, molta ancora ce n'è da fare». L'inchiesta di Lucca è partita dai volantini lasciati nelle cabine telefoniche di piazza Bernardini e di piazza Napoleone dal «Fronte nazionale rivoluzionario» per rivendicare la bomba incendiaria di palazzo di giustizia e quella all'istituto per orfani «Carlo Del Prete». C'è, senza dubbio, ancora molto lavoro da portare avanti. Nel cercare gli autori degli attentati gl'inquirenti sono arrivati quasi per caso al «bersaglio grosso». La conta bilità trovata in via del Fosso non lascia dubbi: registra un I spassaggio di contante tra il Vcircolo neofascista di Lucca e ! dMario Tuti. Del resto il legame è rafforzato dal fatto che il circolo estremista è' ospitato proprio nello stesso stabile di via del Fosso, dove abitava Mauro Tornei, uno dei luogotenenti del geometra. Inspiegabilmente, in serata, la notizia della richiesta degli ordini di cattura si è diffusa a Lucca e gli inquirenti temono che la lista dei latitanti neri possa allungarsi. Il passo avanti nelle indagini sull'eversione toscana non riuscirebbe allora a innescare il «meccanismo a catena» per risalire agli autori degli attentati che da un anno a questa parte si ripetono sulla ferrovia Roma - Firenze - Bologna. Dal sabotaggio di Vaiano 1 che è dell'aprile dell'anno UsldtqmgldvpldrLhlns scorso, all'ultimo di Incisa Valdarno, contro la «Freccia del Sud», l'elenco è lungo. Una serie di tentativi non riusciti ma che hanno al centro la strage de\l'«Italicus» con i dodici morti di San Benedetto Val di Sambro. Per gl'inquirenti c'è dietro un'unica mano e la scoperta del congegno d'innesco, identico per l'altalicus» e per la «Freccia del Sud», lo conferma. Da Lucca, l'Antiterrorismo vuol risalire in queste ore per prima cosa a Mauro Tornei: l'ex capo di «Ordine nuovo» dovrebbe poi condurre a Mario Tuti. E' scomparso da Lucca il mese scorso, quando ha saputo che il giudice Violante, di Torino, sarebbe venuto in Versilia per l'inchiesta su «Ordine nero». Francesco Santini rivitod29sostfrfacechrireSecounzie infombegidnto