E poi Giolitti
E poi Giolitti E poi Giolitti Roma, 22 aprile. « Se non vogliamo passare per imbecilli », dice Giolitti al settimanale « L'Espresso », li discorso che ha fatto Andreotti al Parlamento sta a significare che, nel marzo-aprile '72, nei confronti del presidente della Montedison, Ccfis, il presidente del Consiglio si trovò di fronte a due strade. « Imporre con la forza del voti azionari le direttive del governo: ma questa strada è puramente teorica perche- presuppone un governo compatto, una de compatta. Invece la de è divisa, la corrente dorotea è schierata con Ccfis e 11 presidente del Consiglio non pub quindi far valere 1 mezzi legittimi per Imporre le direttive pubbliche. L'altra via porta a comportamenti illegittimi e probabilmente Illegali. Cioè obbliga il presidente del Consiglio ad agire nell'ombra ». Dice ancora Giolitti che, ascoltando Andreotti, la commissione Bilancio della Camera « ha dovuto prendere atto In modo ufficiale che il regime che ci governa ha strette parentele con 11 feudalesimo ». « Abbiamo finalmente saputo e visto quali sono le vere stanze del bottoni. Non è vero che non ci sono da nessuna parte: ci sono e come. Solo che la politica non ha Ingresso in quelle stanze, abitate da uomini di puro potere, che utilizzano tutti I mezzi, dalle speculazioni di Borsa al denaro pubblico, dal ricatto al reato penalmente perseguibile. In questa giungla si combatte la vicenda Montedison ». Conclude Giolitti: « A me pare inevitabile che questa situazione d'arbitrio abbia fine. Lo Stato ha buttato migliala di miliardi nell'industria chimica in genere e nella Montedison in particolare. Non è tollerabile che questa ricchezza venga gestita come feudo personale ». Chiede quindi di raggruppare tutte le partecipazioni chimiche dello Stato. Se ciò non sarà fatto? « Allora i socialisti ne dovranno trarre tutte le conseguenze. Con un partito che continuasse a dare in appalto l'Interesse pubblico a "Borgognoni e Armagnacchi" a vassalli e valvassori, un partito di lavoratori come li psi non può certo collaborare ». Allo stesso « Espresso » ha rilasciato impegnative dichiarazioni anche 11 de colombeo onorevole Mole, responsabile per le Partecipazioni statali della democrazia cristiana. Avverte anzitutto, a nome del suo partito, che l'Anlc (la chimica di Stato) resterà all'Eni. Personalmente non vede nessuna ragione per cambiare il presidente dell'Eni Girotti, « ma è chiaro che non spetterà solo alla de decidere: spetterà al governo, sentiti 1 partiti che lo appoggiano ». Quanto al resto: « Il Parlamento è in condizione di completa disinformazione su tutto. E c'è da chiedersi a chi risponderà ora il vertice Montedison. Eluderà il controllo che stiamo cercando di imporre ai presidenti degli enti di gestione. E' chiaro che bisogna fare qualcosa ». g. mazz.
Persone citate: Andreotti, Borgognoni, Borsa, Giolitti
Luoghi citati: Roma
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