I banditi tramortiscono l'orefice e rubano gioielli per 20 milioni

I banditi tramortiscono l'orefice e rubano gioielli per 20 milioni Sembrano inoffensivi, poi compaiono le pistole I banditi tramortiscono l'orefice e rubano gioielli per 20 milioni In via Sospello, spaiato un colpo a vuoto - Tre ore dopo la seconda rapina in via Venaria: una coppia di orefici al muro sotto la minaccia delle armi, una cliente sviene « Quando mi sono reso conto che si trattava di clienti " strani " era ormai troppo tardi »: così lia commentato sconsolatamente l'orefice Mario Sininne, 30 anni, sposato, con due figlie, clic abita in via Sospello 47. Ieri pomeriggio e slato picchiato con le pistole da due banditi, impacchettato con una decina di metri di nastro adesivo e derubato di preziosi per una ventina di milioni. La rapina è stata compiuta poco prima delle 17, nel negozio che Mario Simone (già derubato 7 anni fa di gioielli e orologi per una decina di milioni) ha aperto in corso Potenza 173. Non ci sono clienti. Mario Simone sta seguendo la partita su un piccolo televisore. Suo fratello Renato, meccanico, che il sabato viene a dargli una mano, è appena uscito. A un tratto, suona il campanello. L'uomo va alla porta e la apre, perché vede due giovani che sembrano inoffensivi. Vogliono comperare un braccialetto da pochi soldi; poi chiedono il prezzo di una collanina. All'improvviso il loro interesse si sposta su un orologio di marca che costa alcune centinaia di migliaia di lire. A questo punto Mario Simone nota la « stranezza » dei due clienti. E' troppo tardi. Sotto la minaccia di due pistole munite di silenziatore è spinto verso la retrobottega, imbavagliato e legato mani e piedi; infine, due colpi in testa, uno col calcio, l'altro con la canna della pistola. I due banditi gli rovistano in tasca, rubandogli il portamonete con duecentomila lire, documenti e la chiave della cassaforte; spalancano le vetrine, la cassaforte e fanno man bassa di quanto possono raccogliere. Scappano a piedi. Mario Simone riesce a liberarsi e a inseguirli. Ne ha quasi raggiunto uno, ma gli sfugge. Parte anche un colpo di pistola: il foro sarà scoperto più tardi su una porta, mentre l'arma è rinvenuta fra l'erba. Il titolare di un bar, Vito Adamo, 40 anni, con alcuni clienti, tenta di portare . : i è i n e aluto al rapinato. I banditi, intanto, salgono su una Mini gialla con tetto nero. L'abbandonano in corso Lombardia, ove si dividono: uno sparisce con una 500, l'altro su un autobus. * Un'altra rapina è stata compiuta tre ore dopo a Madonna di Campagna, in via Venaria 99, nel- l'oreficeria del commerciante Bruno Carrero, 25 anni, via Paolo Veronese 342. Il bottino è di circa 15 milioni. Tre giovani, armati di pistola e col volto scoperto, sono giunti su una « mini » amaranto, rubata. Per entrare hanno atteso il momento propizio, perché il commerciante, per difendersi dal rapinatori, aveva fatto Installare alla porta principale una serratura elettrica. « Ho sentito squillare il campanello e ho visto che era una mia cliente — ha raccontato — ho fatto scattare la serratura. Ma dietro di lei sono scattati i banditi ». I rapinatori hanno spinto la donna, Luisa Vetrana, 27 anni, via Sansovlno 272, dentro il negozio e sono entrati splanando le armi. Dietro il bancone c'era l'orefice e la moglie che sono stati costretti, mani in alto, ad appoggiarsi al muro: « Erano molto decisi e non si sono scomposti quando hanno visto la signora Vetrana accasciarsi sul pavimento svenuta ». Padroni del locale 1 tre hanno incominciato a prelevare oggetti preziosi e orologi. Sono fuggiti due minuti dopo quando la cliente, ripresasi dallo spavento, si è alzata, è uscita sul marciapiede ed ha incominciato ad urlare. Il gioielliere Mario Simone legato dai banditi - L'orefice Bruno Carrcro e la moglie

Persone citate: Bruno Carrero, Luisa Vetrana, Mario Simone, Vito Adamo