Dibattito sui sogni

Dibattito sui sogni Dibattito sui sogni Il Conte di Cavour s'è iscritto al Centro Pannunzio e l'altra sera ha telefonato al re per invitarlo ad un dibattito pubblico sul tema: « Torino, sogno o realtà ». Il re aveva già un impegno col conte Solaro per una serata di nostalgie (vermouth, cioccolata, audizioni di Gipo Farassino e Beppe 'd Muncalè); ma al pensiero di trovarsi solo su un divano tra il generale Lamarmora e l'onorevole Costamagna ha subito scelto l'offerta di Cavour. Del resto, si sa che il sovrano ama i dibattiti attuali e, nella musica, il genere pop. (Lui e Cavour frequentano di nascosto, in blue jeans, i concerti del Palasport). La serata del Centro Pannunzio è stata animatissima. L'idea geniale era di chiedere a tutti gli invitati i loro sogni su Torino e di confrontarli con la realtà. Non c'erano soltanto i rappresentanti del Superpartito in divisa da ussari, ma anche il sovrintendente del Regio in frac turchese, delegati regionali nei tipici costumi e semplici cittadini in pullover. La signora Bergoglio, assessore alla sanità, era in abito lungo di broccato con un piccolo diadema, dono della de. Aperta la discussione, tutti hanno raccontato i loro sogni. Tralasciamo quelli degli uomini pubblici, improntati a un giusto slancio di ben fare, che andrà verificato. I sogni dei semplici cittadini erano raccolti intorno al tema della casa. Un bambino della Falcherà ha detto che sogna di non dover più lottare insieme con la famiglia per avere una stanza; una vecchina del centro s'è immaginata tante mansarde rimesse a nuovo ed a fitto modesto; un costruttore edile, col panciotto a fiori verdi, ha detto di aver sognato di regalare gli alloggi agli inquilini più simpatici. E' stato applaudito con cordialità. In mezzo a tanti sogni positivi è suonato drammatico l'incubo della Contessa di Castiglione, giunta in incognito, drappeggiata in veli fucsia e profumata di mughetto. « Maestà, ho sognato che la Reggia era tutta vuota e sull'ingresso c'era un cartello: Non si affitta ai Borboni ». C'è stato un attimo di sconcerto. Poi il re ha sorriso: « Si tranquillizzi, è un problema fuori del tempo, una bega tra regnanti. Per fortuna i corrotti sovrani delle Due Sicilie non possono più offendersi. I Borboni non sono più al potere in nessun luogo d'Italia ». Tutti hanno guardato il re ansiosamente, e lui ha aggiunto imbarazzato: « O no? ». Puck

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