Crisi edilizia quali sbocchi?
Crisi edilizia quali sbocchi? Analisi dei costruttori Crisi edilizia quali sbocchi? Nella regione, come in tutta Italia, si costruisce sempre meno - Credito, costi e urbanistica sono i nodi da superare legge La crisi economica che ha investito l'Italia, ostacolando ogni attività produttiva, ha avuto conseguenze particolarmente gravi per il settore edile. Lo ha detto ieri ring. Massobrio, presidente dell'Unione dell'edilizia del Piemonte e della Valle d'Aosta, in una relazione alle associazioni di categoria. « La stretta creditizia e l'aumento del costo del denaro hanno profondamente turbato il mercato dell'edilizia abitativa, e ostacolato il finanziamento delle opere pubbliche da parte dello Stato e degli enti locali ». Si costruiscono sempre meno case: in Italia 240 mila nel '72, circa 180 mila nel '73 e altrettante nel '74 contro un fabbisogno reale di 450 mila alloggi all'anno. In Piemonte, nel '74, sono stati fabbricati 70.260 vani con una diminuzione dell'1,6 per cento rispetto all'anno precedente. Le abitazioni ultimate sono state circa 19 mila contro un fabbisogno di 36 mila abitazioni ogni anno. Analizzando le statistiche emerge che la situazione è diversa tra provincia e provincia. Mentre a Vercelli, per esempio, la produzione lo scorso anno in realtà è aumentata (+21,4 per cento) ad Asti è diminuita (—45,1 per cento). La situazione è particolarmente grave a Torino e nell'area metropolitana. Lo resterà ancora a lungo perché oltre alle costruzioni è diminuita (—39,9 per cento) anche la progettazione di stanze. La riduzione dell'attività per la costruzione di case, ha osservato ancora Massobrio, « non è stata compensata però da una ripresa negli altri settori delle costruzioni sia per il rallentamento degli investimenti, sia per l'incapacità degli enti pubblici di realizzare le necessarie opere inIrastrutturalì ». I nodi che ostacolano la ripresa dell'attività del settore edile sono rappresentati dai problemi del finanziamento, dai costi del lavoro e dalla carenza legislativa. A proposito di quest'ultima, Massobrio ha espresso il timore che ancora una volta si giunga a soluzioni generiche e non a indicazioni definitive. Accennando alle recenti misure decise dal governo (tremila miliardi per l'edilizia), il presidente regionale dei costruttori ha ricordato le proposte della categoria. Prevedono la costituzione di concorsi di imprese private in grado di operare sui piani della 167 per l'edilizia economicopopolare attraverso la formula dell'edilizia convenzionata. In questo senso sono state presentate domande ai comuni di Torino, Venaria, Orbassano, Pinerolo, Savigliano, Cuneo, Fossano, Mondovì, Alba, Alessandria e Novara. Gli interventi porterebbero alla costruzione di 3500 alloggi. L'Unione dell'edilizia, proponendo questi piani, si è dichiarata disponibile a impostare programmi per la costruzione di asili, ospedali, strade, eccetera, in collaborazione con gli enti pubblici. Il presidente della giunta regionale aw. Oberto ha ricordato la sensibilità della Regione verso il settore edile come attività legata alla soluzione di molti problemi sociali. L'assessore Petrini ha invece ricordato i contributi regionali per la costruzione di opere pubbliche. I lavori si sono conclusi con il rinnovo delle cariche. Massobrio è stato confermato presidente; vicepresidente Soderò; componenti del comitato regionale: Ballor (Torino), Barberis (Cuneo), Eovera (Alessandria), Pignattaro (Aosta), Bona (Vercelli), Delleani (Biella), Nardone (Asti), Baldioli (Verbania).
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