Era sempre l'ex capo del "Kgb" di Paolo Garimberti

Era sempre l'ex capo del "Kgb" Era sempre l'ex capo del "Kgb" Le dimissioni di Aleksandr Shelepin dall'ufficio politico del pcus (sulla cui spontaneità c lecito nutrire molti dubbi) sono una sorpresa c, al tempo stesso, una conferma di quanto sia difficile indovinare da che parte spira il vento dietro le mura del Cremlino, dunque di quanto sia fallibile la cosiddetta « scienza crcmlinologica ». Ancora tre mesi fa, quando l'interrogativo di ogni giorno eia se Breznev soffrisse o no di una malattia fisica o politica, Shelepin veniva incluso da tutti gli esperti rli cose sovietiche nella ristrettissima rosa di possibili successori. In una leadership la cui età media supera i 64 anni, il cinquantasettenne Shelepin era indicato, insieme con Fedor Kulakov, come uno dei maggiori aspiranti ad una successione di lunga durata, in contrapposizione al sessantottenne Andrej Kirilenko, giudicato il più titolato per una successione soltanto temporanea. La sorpresa è tanto maggiore in quanto la rimozione di Shelepin c slata decisa nel corso dello stesso « plenum » del comitato centrale che ha fissato per il 24 febbraio (in lieve anticipo rispetto alle previsioni, essendosi il precedente congresso svoltosi nell'aprile del 1971) !a convocazione del XXV Congresso del Pcus. Non era quella congressuale la sede più adatta per mutare la composizione del « Politbjuro », che torna così al tradizionale numero dispari di membri, quindici anziché sedici? Ma, d'altra parte, la decisione odierna conferma che i movimenti importanti di persone nell'ambito della suprema gerarchia sovietica non vengono quasi mai decisi dai congressi, bensì soltanto tacitamente ratificati. Ad accelerare la caduta di Shelepin ha contribuito senz'altro l'infelice esito dei due viaggi all'estero, da lui compiuti negli ultimi due mesi nella Germania Occidentale e in Inghilterra. Considerato, quale ex-presidente della polizia politica (Kgb), il mandante dell'assassinio di alcuni fuoriusciti sovietici, Shelepin era stato oggetto di manifestazioni d'ostilità da parte dell'opinione pubblica e dei giornali. In Inghilterra — dove era stato definito « il più sgradilo visitatore della Gran Bretagna dopo Rudolf Hess » — il Daily Mail aveva salutato il suo arrivo con un grande titolo in russo in prima nagina: « Mi vas ne chotim, lovarisli » (« Noi non vi vogliamo, compagno »). In Germania la sua visita aveva rischiato di causare un imbarazzante incidente diplomatico: negli archivi della polizia c'era un mandato di cattura contro di lui, quale mandante dell'assassinio di Stepan Bandera, l'irredentista ucraino ucciso da due sicari appunto in Germania, dove aveva trovato rifugio qualche tempo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Queste reazioni hanno dimostralo inequivocabimente che Aleksandr Shelepin — ex presidente del Konsomol. la lega della gioventù comunista, poi del Kgb, infine attuale capo dei sindacati — ha una così cattiva immagine all'estero da precludergli ogni possibilità di aspirare alla massima carica del pcus, che richiede frequenti contatti con visitatori stranieri e viaggi fuori dai confimi sovietici. Avrebbe potuto continuare la distensione con quello che, a torto o a ragione, viene considerato un « capo-killer » in due dei maggiori partrters politico-economici della Russia? Shelepin godeva fino a ieri, tra i visitatori stranieri che lo avevano incontrato, fama di uomo colto, brillante, dalla grande comunicativa: era l'unico laureato in lettere e filosofia tra i membri del Politbjuro, dove predominano i diplomali in materie tecniche. E' probabile che gli « scivoloni » compiuti in Germania e in Inghilterra abbiano fornito un buon pretesto a chi non amava troppo all'interno del Cremlino, questo intellettuale forse un po' presuntuoso: tanto più che egli aveva reagito platealmente alle manifestazioni di l'olla, definendo i dimostranti « fascisti venduti », dimostrando di essere privo del sangue freddo indispensabile a chi ha ambizioni politico-diplomatiche. Ma è chiaro che queste infelici esperienze all'estero sono stale soltanto lo spunto oc¬ casionale per un provvedimento, che forse maturava da tempo. Quali sono state le colpe di Shelepin? E' difficile individuarne qualcuna, se non quella di aver partecipato (ma si tratta di voci) ad una congiura di palazzo anti-brezneviana nell'aprile del 1970. Da allora la sua stella era parsa spegnersi e al XXIV Congresso era finito agli ultimi posti della gerarchia del « Politbjuro », ricominciando però quasi subito una lenta, ma continua risalita. Una vendetta consumala lentamente? Ma, se così stanno le cose, la caduta di Shelepin dimostrerebbe, invece, la saldezza di colui del quale, tre mesi fa. egli veniva considerato un possibile successore: Leonid Ilic Breznev. Paolo Garimberti

Persone citate: Aleksandr Shelepin, Andrej Kirilenko, Breznev, Fedor Kulakov, Leonid Ilic Breznev, Rudolf Hess, Stepan Bandera

Luoghi citati: Germania, Germania Occidentale, Gran Bretagna, Inghilterra, Russia