A Saigon aiuti e soldati Usa per far partire gli americani di Vittorio Zucconi

A Saigon aiuti e soldati Usa per far partire gli americani Il Congresso vota gli stanziamenti A Saigon aiuti e soldati Usa per far partire gli americani (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 aprile. Mentre notizie di resa giungono da Phnom Penh e il governo americano reagisce pacatamente e con misura, il Congresso è alla vigilia della decisione sugli «aiuti» al Vietnam. Ad aggiungere un tocco dì inquietudine per una situazione già tesa, il Pentagono informa che i russi sono im- \ pegnati nella più vasta mano- \ vra navale in tempo di pace, ma Ford — in un altro inter-1 vento pubblico dopo il discoi'so di ieri — ribadisce in termini netti l'impegno america- j no nel proseguire il processo distensivo con l'Urss. Ecco, schematicamente, il punto delle reazioni e delle notizie dalla capitale Usa. CAMBOGIA. Secondo la Croce Rossa Internazionale (sede a Ginevra) la giunta militare di Phnom Penh ha offerto al «khmer rosso» di aprire trattatila di pace immediatamente, in una mossa che equivale — secondo la stessa Croce Rossa — ad una resa. Gli Stati Uniti — ha detto Ford nell'apprendere la notizia — faranno «tutto quanto in loro potere per favorire una trattativa di "cessate il fuoco"», ma Washington dubita che un negoziato del genere possa passare attraverso Sihanuk, l'ex capo di Stato cambogiano rovesciato da Lon Noi ed ora in esilio a Pechino. «Secondo le mie informazioni — ha detto ancora Ford — Sihanuk non è in grado né di negoziare né di ottenere i risultati che l'America desidera, in particolare ima pace negoziata». VIETNAM. Il Congresso si avvia, confusamente, al voto sugli aiuti per Saigon. Fra domani e venerdì si attende la decisione su una proposta approvata dalla commissione Esteri del Senato per concedere 200 milioni di dollari al governo Ford, con i quali provvedere allo sfollamento dei 4800 americani ancora in Sud Vietnam e di alcuni sudvietnamiti, in un numero comunque molto inferiore ai 180-200 mila che Ford avrebbe voluto «salvare». La proposta rappresenta insieme un compromesso e uno «scavalcamento» delle richieste fordiane, 722 milioni in aiuti militari e 250 a fini «umanitari». Essa nega infatti entrambe le tesi presidenziali, legando l'aiuto ! allo sfollamento (dunque dando per scontato il crollo del Sud Vietnam) e autorizzando, solo a questo scopo, l'impiego di truppe, con il divieto assoluto di compiere operazioni che esulino dalla strettissima protezione di chi parte. La proposta sembrava avviata all'approvazione, ma dalla Camera dei rappresentanti giungono voci di «fred¬ da accoglienza» (parole del presidente della Camera Cari Albert, stamani). Nessuna previsione valida è possibile: occorrerà attendere il voto, tenendo presente che è comunque imi>robabìle che — in una forma o nell'altra — il Parlamento neghi tutto al Presidente. MANOVRE RUSSE. Inattesa e improvvisa viene dal Pentagono l'indicazione che i sovietici sono impegnati nella, più vasta manovra navale mai intrapresa in tempo di pace, dunque dalla fine della seconda guerra mondiale. La manovra coprirebbe — dicono i militari americani — mari ed oceani dell'intero globo e impegnerebbe un numero imprecisato di battelli, sottomarini e aerei, computabile a centinaia. L'ultimo rilevamento dei servizi di informazione Usa aveva individuato 200 unità dì superfice impegnate nell'operazione, che si estende al Mediterraneo, all'Atlantico (fino al Circolo Polare), al Pacifico e all'Oceano Indiano. Sempre secondo il Pentagono, proprio l'Oceano Indiano sarebbe il punto focale della manovra, essendo in quell'area la rotta più battuta dalle superpetroliere provenienti dal Golfo Persico. La manovra dimostra — secondo il mini¬ stro della Difesa, Schlesinger, — che l'Urss dispone ormai di una forza navale che le consente di sfidare ovunque nel mondo ogni altra potenza e di proteggere i suoi mercantili, a differenza di quanto accadde durante la crisi cubana del '62. DISCORSO FORD. Ripetendo il concetto della necessità di una forte difesa quale pegno della distensione, Ford ha detto oggi (in un discorso ai direttori americani di giornali) che «molti sono i nemici attuali e potenziali degli Stati Uniti, ma l'obiettivo dell'America è trattare con loro». «Credo fermamente — ha aggiunto — al mantenimento di una forte presenza americana nel mondo, nei prossimi anni ». Ancora sai tema indocinese, Ford ha osservato che nessuno dei firmatari dell'accordo di Parigi ha rispettato gli impegni sottoscritti. Urss e Cina hanno probabilmente rifornito Hanoi con armi per 1,5 miliardi di dollari, «ma questo faceva certamente parte delle intese fra Mosca, Pechino e Hanoi. Se noi americani, non abbiamo fatto altrettanto — ha detto Ford — non possiamo ora rimproverare russi e cinesi per avere mantenuto i loro impegni». Vittorio Zucconi

Persone citate: Ford ? Sihanuk, Lon Noi, Schlesinger