Lisbona: quali industrie sono passate allo Stato di Sandro Viola

Lisbona: quali industrie sono passate allo Stato Le misure che cambiano l'economia portoghese Lisbona: quali industrie sono passate allo Stato (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 16 aprile. « Con queste misure — ha detto il primo ministro Goncalves annunciando le nuove nazionalizzazioni — facciamo un passo irreversibile e inequivocabile... sulla via d'una transizione al socialismo ». Ufficiali portoghesi sono qualche volta portati all'enfasi, ma queste parole di Goncalves sono tutt'altro che vacue. A un mese dal passaggio allo Stato delle banche e delle compagnie assicurative, il Movimento delle forze armate ha nazionalizzato i trasporti (terrestri, aerei e marittimi), la energia (compagnie elettriche, del gas e industria petrolifera) e la siderurgia. Dopo di che ha frantumato il latifondo, che era stato in tempi anche recenti il pilastro socio-economico di questo Paese. Annunciate «in diretta», le telecamere piazzate nella sala del Consiglio dei ministri, le nuove nazionalizzazioni hanno definitivamente trasformato la struttura economica portoghese. La caratteristica di questa struttura era la sua concentrazione, la natura monopolistica: 168 società, meno del 5 per cento delle 40 mila che esercitavano un'attività industriale, detenevano infatti il 53 per cento del capitale totale delle società portoghesi. Queste 168 imprese maggiori erano raccolte in 5 o 6 gruppi, a loro volta legati l'uno all'altro. Ora la costruzione monopolistica privata è smantellata, mentre il settore pubblico (che sino a un mese fa aveva dimensioni estremamente ridotte) si è espanso sino a sfiorare il 40 °« dell'intera economia del Paese. Ma il cammino intrapreso nella notte del 12 marzo con la nazionalizzazione delle banche non è destinato a concludersi con queste ultime misure. Il governo ha infatti annunciato di voler assumere tra breve il controllo e, dov'è possibile, di nazionalizzare l'industria del cemento, la petrolchimica, la cantieristica, la farmaceutica, i tabacchi, la birra, la cellulosa. Quanto alle partecipazioni straniere in queste attività, il comunicato fa riferimento a una sola società (la «Soponata», trasporti petroliferi) affermando di voler mantenere integralmente la quota di capitale straniero presente nell'impresa. Seppure impressionante perché avvenuto in soli trenta giorni (contro i decenni che sono occorsi in altri Paesi) questo enorme allargamento del settore pubblico non è an cora il socialismo. Ma ci sono alcuni dati da tenere a mente: 300 imprese con migliaia di dipendenti sull'orlo della chiusura, l'arresto totale degli investimenti portoghesi e stranieri, l'assenza di commesse importanti, 200 mila disoccupati. E poiché il governo dovrà presto affrontare questa situazione di sfaldamento, il controllo dello Stato sul complesso delle strutture produttive è destinato a crescere. Una crescita così ampia e improvvisa del settore nazionalizzato creerà, tra gli altri, un grosso problema di gestione. I militari si rivolgeranno sicuramente, come hanno fatto per i ministeri economici del nuovo governo, ai «quadri progressisti», vale a dire a tecnici e intellettuali della sinistra. Ma in un Paese dov'è già in atto l'inizio d'una «fuga di cervelli», il problema di ricomporre le équipes dirigenti in un arco così ampio di attività economiche, non sarà di facile soluzione. Il «Portugal novo» s'avvia così a divenire una «società militare» di tipo non molto diverso da quella dell'Egitto nasseriano, con ufficiali che lasciano la divisa per sedersi dietro le scrivanie degli enti economici? E' una possibilità (già una trentina di ufficiali sono entrati in alcuni consigli d'amministrazione), uno dei vari sviluppi che il potere militare portoghese potrà avere in un prossimo futuro. Le misure prese sulla proprietà agricola non rappresentano una vera e propria riforma agraria, e anzi appaiono più prudenti dei passi compiuti nel settore industriale. In realtà, dopo le tante occupazioni di terre avvenute negli ultimi mesi (e che a sentire i comunisti hanno fatto sì che la superficie coltivata sia quest'anno la più vasta da tempi immemorabili), il governo non ha fatto molto di più che sancire la situazione che si era creata. Le proprietà di terreni aridi, da maggese, sono state ridotte a 500 ettari (smembrando latifondi che partivano da duemila ettari per giungere, nell'Algarve, a sei-settemila ;, mentre quelle dei terreni irrigui vengono limitate a cinquanta ettari. Ultima misura, il blocco dei prezzi dei generi di prima necessità: pane, olio, carne, zucchero, latte e il fiel amigo, l'amico fedele (come lo chiamano i giornali di oggi), e cioè il baccalà, uno dei piatti di base della famiglia portoghese. In prospettiva ci sono provvedi¬ mldmtstmrmtdnnsmIdvcs menti di austerità stretta per limitare le importazioni e il deficit della bilancia dei pagamenti, perché le riserve portoghesi sono ancora consistenti (si calcola che ammontino a 1500 miliardi di lire) ma scemano a ritmo accelerato. Organizzata dal partito comunista, così com'era avvenuto dopo la nazionalizzazione delle banche, una grande manifestazione di sostegno alle nuove misure economiche si sta svolgendo mentre scriviamo nel centro della capitale. Il pcp intende in questo modo non solo plaudire alle nuove nazionalizzazioni, ma anche affermare (alla manifestazione non partecipano uffi¬ cialmente altri partiti salvo l'mdp, che è vicinissimo ai comunisti) il proprio appoggio «speciale», incondizionato, al Movimento dei militari. In questo rapporto pc-militari comincia ad avvertirsi, tuttavia, una leggera frizione. Il dialogo con il primo ministro Goncalves e gli ufficiali goncalvisti, resta molto buono. Ma all'interno del movimento militare qualcuno ostenta di voler prendere le distanze dal partito di Cunhal. Uno di questi è l'ammiraglio Rosa Coutinho, la cui ascesa nel vertice del Mfa si è confermata con la sua nomina a capo della segreteria esecutiva del consiglio della rivoluzione. Dopo mesi in cui in Portogallo s'era parlato sino alla noia di imperialismo americano, l'ammiraglio ha parlato ieri per la prima volta di imperialismo sovietico. Rosa Coutinho veniva intervistato alla televisione, e dopo aver accennato alla collocazione internazionale del Portogallo (ribadendo 1'«imparlato di un «ruolo portopartenenza alla Nato), ha poi periato di un «ruolo portoghese» verso il Terzo Mondo e soprattutto verso l'Africa: un ruolo che, fra gli altri risultati, potrebbe avere quello di allentare le tensioni che scaturiscono «dalla lotta tra l'imperialismo americano e quello sovietico». Sandro Viola

Persone citate: Cunhal, Goncalves, Rosa Coutinho

Luoghi citati: Africa, Egitto, Lisbona, Portogallo