Macchine sapienti che fanno paura di Augusto Minucci

Macchine sapienti che fanno paura NELLE GALLERIE TORINESI Macchine sapienti che fanno paura Le opere di Sergio Sarri - Le vacanze alienanti di Dino Boschi - Due astrattisti Da oltre dieci anni il torinese Sergio Sarri conduce un discorso assai preciso e penetrante sulla condizione dell'uomo in questa nostra società tecnologica. Ricordiamo le sue proteste contro il consumismo, gli eroi dell'efficienza che riduceva a Informi grovigli di muscoli senza volto i miti del benessere. Dipinti in cui si poteva notare violenza, angoscia, ma soprattutto un urlo di rivolta contro la macchina-feticcio che strazia l'uomo e lo rende irriconoscibile a se stesso. Ora il suo discorso si è fatto più distaccato, ha perduto quella carica « espressionistica »: le situazioni non sono più interpretate o commentate, ma soltanto esposte con freddo rigore e lucidi accostamenti che lasciano in sospeso ogni giudizio. La ricerca scientifica e la tecnologia ci hanno aiutato a risolvere grossi problemi ma ne hanno creati altri gravissimi. La macchina è diventata un elemento indispensabile alla nostra esistenza, ma tende sempre più a condizionarci. Cosa accadrà quando l'uomo sarà costretto ad affidarsi completamente a quel «mostro» intelligente che è il cervello elettronico? Riuscirà a dominarlo o ne sarà dominato? E' il dubbio inquietante che traspare dalle ultime opere di Sarri che sono esposte alla galleria « Centro » (via Principe Amedeo 40). Dipinti lucidi, freddi, dove appaiono, su schermi opalescenti, corpi nudi segnati da linee, inquadrati in diagrammi, analizzati e ridotti a numeri che appaiono sugli indicatori. Agghiaccianti visori sotto i quali si staglia il lucido e perfetto braccio di una macchina con una punta tagliente, capace di operare con icrometrica precisione e di decidere la sorte dell'uomo ridotto a « soggetto ». Opere prive di allusioni che sembrano, come ha detto Roberto Sanesi, • una sorta di agghiacciante catalogo pubblicitario, ma che coinvolgono e fanno pensare ». ★ * Dino Boschi, pittore figurativo dell'età di mezzo (è nato nel '23 a Bologna dove risiede) si presenta per la prima volta a Torino con una serie di dipinti e disegni alla galleria - Documenta » (via S. Maria, 2). Legato alla realtà in cui ha cercato sempre di leggere nelle pieghe segrete. Boschi ha al suo attivo una nutrita serie di mostre In Italia e all'estero, e da alcuni anni a questa parte ha puntato la sua attenzione sul mare. A quella dorata costa romagnola che, nella stagione estiva, è meta di milioni di turisti che cercano, invano, nelle vacanze, un antidoto agli allenanti veleni della vita cittadina. E sono propriu questi bagnanti anonimi che egli, come un fotografo nascosto, sorprende accovacciati fra la foresta di sdrai e di ombrelloni, avvolti negli accappatoi, seduti sui mosconi a fissare disperatamente, soli e smarriti, la gran¬ de distesa azzurra. Immagini che tengono in gran conto la lezione della fotografia e riescono a rendere, attraverso un colore calcolato, ma sensibilissimo (bellissime ombre imbevute della luce del mare e i riverberi accecanti di sole), il dramma della solitudine dell'uomo moderno ovunque egli sia. Ecco infine due astrattisti: Luigi Stradella che espone nella galleria di via Doria, 21 e Giorgio Collina che ha allestito la sua personale alla » Triade » in via Cavour, 19. Stradella (espose alla » Bussola nel lontano 1959) riesce a tradurre armoniose composizioni che ricordano Kandinsky, il dato naturale a cui si ispira. Giorgio Collina si proietta invece nello spazio per creare, con una materia oarticolarissima, stimolanti geografie di mondi sconosciuti che assomigliano un po' tutti ai fiori di ghiaccio che appaiono d'inverno sui vetri delle finestre. Augusto Minucci

Persone citate: Dino Boschi, Giorgio Collina, Kandinsky, Luigi Stradella, Roberto Sanesi, Sarri, Sergio Sarri

Luoghi citati: Bologna, Italia, Torino