Consiglio d'istituto a porte aperte al D'Azeglio ma a precise condizioni

Consiglio d'istituto a porte aperte al D'Azeglio ma a precise condizioni Consiglio d'istituto a porte aperte al D'Azeglio ma a precise condizioni Potrà entrare tanto pubblico quanti sono i posti a sedere dell'aula magna Vietato l'ingresso "agli estranei ed ai fumatori" - Tre ore di discussione Consiglio di istituto aperto al liceo classico D'Azeglio, ma ottenuto con fatica. Ore 17 di ieri: i delegati entrano nella sala, fuori inattesa ci sono un centinaio di studenti e genitori. Sono fiduciosi: il liceo di tradizione antifascista non potrà che volere la soluzione più democratica. Ma subito sorge un intoppo. La preside prof. Ferrerò, ammalata, si è fatta sostituire dalla sua vice, professoressa Ballauri. Chi sostiene che i decreti delegati non prevedono la sostituzione di un membro del consiglio, chi dice che la preside « deve sempre essere rappresentata ». Chi ha ragione? Si discute per un'ora, senza venire a capo di nulla. Genitori e studenti dietro la porta si spazientiscono. « Se è entrata la prof. Bullauri, che è estranea al consiglio, possiamo entrare anche noi ». Si discute a lungo; la folla « si sente presa in giro », una risposta tranquillizzante dall'interno si fa aspettare. Qualcuno apre la porta, ia gente in attesa entra lentamente nella sala. Escono, in segno di protesta, i delegati Ciampolini e Marchisio. C'è uno scambio di battute irritate tra pubblico ed i rappresentanti degli studenti. « La vostra non è una mossa politica, andatevene ». «No, qui si cercano cavilli per disperdere tempo e forze. Se c'è la vice preside possiamo stare anche noi». I nervi sono tesi, ma ormai la volontà di chi aspetta è chiara. Si promette di discutere subito la pubblicità della seduta. La folla esce. Altra attesa, bulla porta dell'aula i giovani scrivono col gesso la loro invocazione: « Consiglio aperto »; si inganna il tempo preparando cartelli di protesta che vengono appesi davanti all'aula dove il consiglio è riunito. Alle 19, finalmente, una prima notizia: « Pare che le porte aperte vengano accettate dalla maggioranza, ma si devono accettare alcune condizioni. Abbiate pazienza ». Il delegato degli studenti viene riassorbito dalla sala. La tensione si acuisce col passare dei minuti. Qualcuno si lascia vincere dalla tentazione: « Con- siglio aperto », scandiscono giovani e genitori. La porta immediatamente si socchiude: « State zitti, ci rendete il compito più difficile ». Un'altra ora di discussione. Poi alle 20 la sospirata sentenza: « E' stato approvato con 10 voti favorevoli e 9 contrari il consiglio a porte aperte. Ma abbiamo dovuto accettare delle con- dizioni ». Quali? Ancora un quar- to d'ora di attesa, per entrare; bisogna attendere l'invito forma le per sapere. Alle 20,15 genitori e studenti vengono accettati nell'aula. Il presidente Primo Levi legge il documento che è stato imposto in cambio della pubblicità dei lavori. Tra l'altro si spiega che le riunioni verranno tenute nell'aula magna e potranno entrarvi solo tante persone quanti sono i posti a sedere, 15 di questi verranno riservati a invitati. Non sarà tollerata la presenza di estranei alla scuola. Sarà vietato fumare. In particolari occasioni le sedute saranno segrete.

Persone citate: Ballauri, Ciampolini, D'azeglio, Marchisio, Primo Levi