Libero dopo sette mesi Franco Madonia Il suo riscatto è costato oltre 1 miliardo

Libero dopo sette mesi Franco Madonia Il suo riscatto è costato oltre 1 miliardo A Palermo, il sequestro più lungo della storia criminale italiana Libero dopo sette mesi Franco Madonia Il suo riscatto è costato oltre 1 miliardo La somma è stata pagata a rate dal nonno del rapito che ha venduto terreni e ipotecato palazzi - Il giovane è stato tenuto prigioniero in una grotta o in un sotterraneo, sempre al buio • Ha sofferto molto, è fisicamente debilitato - Alle domande dei giornalisti, ha risposto: "Non posso dire niente" - Ancora nessuna traccia per identificare i banditi (Dal nostro corrispondente) Palermo, 15 aprile. A Monreale è finito l'incubo. Il più lungo sequestro di persona in Italia si è concluso dopo 7 mesi e 7 giorni, stanotte, nelle campagne della cittadina. L'enologo Franco Madonia, 23 anni, nipote del costruttore edile e ricco possidente, Giuseppe Garda, è stato liberato dai banditi che molto probabilmente l'hannotenuto in ostaggio per 219 giorni in una grotta o, altra ipotesi, nel sotterraneo d'un casolare nella stessa zona dove lo rapirono l'8 settembre scorso, cioè sulla strada provinciale Monreale-Roccamena. E' stato quasi sempre in manette. La sua libertà è costata al nonno materno un miliardo, pagato in tre, forse quattro I rate, dopo che gli emissari dei rapitori — gli uni e gli altri sarà difficile scoprirli — la prima volta avevano chiesto 2 miliardi. Il braccio di ferro stretto in angosciosa apprensione, dai familiari dell'enologo, ha avuto infine il risultato «positivo»: l'accordo è stato raggiunto sulla base del pagamento di un miliardo che il vecchio Garda — ha 73 anni ed un passato fitto di chiaroscuri per suoi veri o inesistenti rapporti con la mafia — ha pagato in più volte poiché ha faticato a mettere insieme la somma, in denaro contante. Presidente della casa vinicola «Rocche di Rao», due anni fa, Garda aveva speso centinaia di milioni nella ditta. Franco Madonia è tornato libero verso le 3 di stanotte. L'hanno bendato e fatto salire su di una «Giulia» rubata (l'auto è stata trovata incendiata nei pressi di Sancipirello, un paesino del Monrealese). «Puoi scendere», gli hanno detto quando, dopo tre quarti d'ora di percorso sballottante per i campi, la vettura è arrivata accanto a una fattoria di nonno Garda, in contrada «Gamberi» e «arrivederci e grazie». Appena i contadini alloggiati nel casolare e svegliati di soprassalto hanno aperto la porta all'enologo, che mezzo svenuto ha bussato urlando aiuto, si sono trovati davanti a un uomo con barba e capelli lunghi, arruffati e incolti, abiti laceri e sporchi. Gli hanno fatto bere un po' d'acqua, poi l'hanno fatto salire su una «500» e sono andati di corsa verso Monreale. Ma sono incappati in un posto di blocco dei carabinieri. I mili¬ tari hanno preso in consegna l'ex sequestrato e l'hanno portato in caserma dove, poco dopo, Madonia è stato interrogato dal magistrato, Giusto Schiacchitano, chiamato d'urgenza a casa. Dopo una brevissima sosta in caserma, l'enologo è stato accompagnato dai parenti. Al suo arrivo, commossi abbracci, pianti, imprecazioni. Mez- zo paese — era notte fonda — è sceso in strada per festeggiare il ragazzo. Un medico gli ha fatto una fleboclisi e l'ha sottoposto ad un'intensa terapia rianimante dopo un collasso causato dalla prostazione e dall'emozione. Il medico legale, professor Verde, che l'ha visitato stamane, ha raccomandato riposo e tranquillità, soprattutto di evitargli la luce elettrica e quella ì del sole perché i suoi occhi abituati a mesi e mesi di oscurità, potrebbero rimanere accecati. «Non posso dire niente», «Non posso rispondere», «Sono stato rilasciato in campagna c basta» ha detto l'enologo ai giornalisti ricevuti in casa sua, pochi istanti dopo che un barbiere l'ha rasato e gli ha tagliato i capelli. «Ha 23 anni, ma sembra più vec- chio di me», ha singhiozzato Giuseppe Garda: «E' tutta la nostra vita». Dai Madonia-Garda gli investigatori difficilmente otterranno la minima confidenza per risalire agli autori del sequestro: hanno paura, non sono disposti a collaborare. D'altronde non sono mai stati loquaci e quando Franco fu rapito, non avvertirono la polizia. La notizia venne fuori per caso, solo una settimana dopo, il 15 settembre, quando una pattuglia di carabinieri trovò la «1750» Alfa Romeo del Madonia, sulla MonrealeRoccamena, aperta e con le chiavi nel cruscotto. Giuseppe, 21 anni, fratello minore di Franco, sostenne persino che il fratello era in vacanza. Sebbene sia considerato molto ricco, Giuseppe Garda (il padre di Franco lavora con lui nell'impresa di costruzione e in quelle agricole) ha svenduto molti suoi terreni e ha ipotecato palazzi e prò prietà: per mesi, tra gli annunci economici del Giornale dì Sicilia ne ha fatto pubblicare uno per la vendita di 300 ettari, 50 dei quali a vigneto, tra Roccamena e Monreale. Il vecchio Garda, il figlio Baldassare, 48 anni, e il genero, Pietro Madonia, padre di Franco, nell'agosto del '64 furono arrestati, ma poi liberati e prosciolti, per l'omicidio dell'ergastolano Vincenzo Comande, un bandito pluriomicida evaso dalla casa penale dell'isola di Favignana e trovato ucciso in un sacco di juta in una contrada monrealese. Ma quell'antico episodio non è ricollegabile al dram- matico sequestro che vedeora impegnati centinaia di investigatori a caccia dei banditi e di cbi.li ha protetti. Antonio Ravidà

Luoghi citati: Favignana, Italia, Monreale, Palermo, Roccamena, Sicilia