Interroga fa la sumera di Valentina (ma non è indiziata di alcun reato) di Remo Lugli

Interroga fa la sumera di Valentina (ma non è indiziata di alcun reato) Continua l'inchiesta a Milano sulla figurinista uccisa Interroga fa la sumera di Valentina (ma non è indiziata di alcun reato) E' stata sentita per alcune ore - Gli inquirenti : " Un colloquio normale, semplicemente informativo " (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 aprile. Un fatto nuovo nell'inchiesta per l'assassinio di Valentina Franca Masneri, la figurinista trucidata il 17 marzo scorso nella sua abitazione con sedici stilettate. Stamane j due funzionari della squadra omicidi della questura si sono presentati all'abitazione | della suocera delia vittima, j Gina Ceregatti, 65 anni, in via Mose Bianchi 12, e l'hanno I pregata di seguirli in questura. E' stata interrogata per alcune ore, come teste. «Afora e indiziata di alcun reato — si precisa in questura — quindi è stata sentita non alla presenza di un avvocato». Gina Ceregatti vive sola in una casa che ha tre appartamenti, uno per piano. Un tempo erano tutti e tre suoi, glieli aveva lasciati il padre di suo figlio. Tribolati, quando aveva riconosciuto il ragazzo, Giampiero, ora di 28 anni, che aveva sposato Valentina. Alla Ceregatti era rimasto, oltre a questi tre, un quarto appartamento in via Morgantini. Ora sono di sua proprietà quest'ultimo e quello che abita in via Mose Bianchi; gli altri due li ha venduti per far fronte a delle spese, tra cui quelle per ammobiliare l'appartamento del figlio in via Settala 57 dove è stato compiuto il delitto (questo alloggio, come altri della stessa casa, sono di proprietà di Tribolati padre, i che si è sposato con un'altra donna, è padre di una bambina di dieci anni, e vive a Lugano). Chi conosce bene Gina Ceregatti dice che tra lei e la nuora non correva buon sangue. L'anziana donna c:iticava la giovane, diceva che era sciatta, a volte sporca, che trascurava gli abiti suoi e quelli di suo figlio. Era tuttavia in rapporti con lei. I due sposi andavano di solito una volta la settimana a mangiare I a casa della madre di lui. E lei, l'indomani, non perdeva l'occasione di sparlare della I nuora con qualche amica. Di-1 ceva che Valentina faceva la comunista ma aveva pretese da signora, voleva vivere nell'agiatezza. Non le piaceva che la moglie di suo figlio fa-1 cesse quel lavoro di figurini- | sta che la portava spesso in giro per il mondo sola. (Co- ; me si ricorderà, anche in quel pomeriggio in cui fu uccisa, Valentina sarebbe dovuta partire in aereo per raggiungere Stoccarda assieme ad alcuni funzionari dell'Anic, l'azienda per la quale lei creava modelli di abiti). La Ceregatti aveva manifestato l'intenzione di aprire un conto in banca anche con le firme del figlio e della nuora perché in caso di sua morte improvvisa, potessero prelevare senza intralci il denaro del conto corrente e i gioielli custoditi nella cassetta di sicurezza. Gli inquirenti hanno raccolto evidentemente qualche voce su talune stranezze della Ceregatti e hanno voluto stamattina sentirla per chiarimenti su certi particolari. «Un colloquio del tutto normale, semplicemente infor- \ mativo» precisano in questu- ra. Ci tengono a sottolineare l'estraneità della suocera al j delitto perche qualcuno non i colleglli 1 interrogatorio odier- i I I ; ì | no con le affermazioni fatte ieri e sabato da un giornale del pomeriggio il quale indicava come presunta assassina una donna «molto vicina alla famiglia». Scriveva anche che la donna sospettata | aveva bruciato un soprabito I tomodella si sarebbe preseli tata ai carabinieri per riferire vocì che farebbero sorgere il sospetto di una doppia vita di Valentina. Siamo in contatto proprio nei giorni successivi al delitto. «Non ci risulta as solutamente nulla di tutto questo — afferma il dottor Portacelo della squadra omi cidi — come non risulta un'altra affermazione della ma tuttavia che al momento stessa fonte e cioè che una fo- con i carabinieri, ci scambiamo le informazioni più im portanti e più utili alle indagini e possiamo affermare che a tutt'oggi per noi ta vita di Valentina Masneri era unica e pulita». Il dottor Portaccio confer- attuale si ha ragione di rite I nere che a uccidere Valentina ! sia stata una donna e non un ' uomo, per due elementi: una I forcina che è stata trovata nel salotto del delitto e una im- j ppronta su un tappeto. (Ven:;e j trovato anche un bottone di un cappotto, ma non è suffi-1 cientemente indicativo del ge-1 nere maschile o femminile ! cdell'indumento). La forcina j per capelli certamente non j cappartenne a Valentina, questo è stato provato. L'impron- ] ta è anch'essa inequivocabile: è di un tacco femminile ed è impressa su una macchia di sangue, per cui non può essere della vittima che calzava le pantofole. Donna, dunque, l'omicida; I ma chi? Siamo ancora lontani dalla risposta ultima, definitiva, ma forse siamo più vicini di quanto lo eravamo subito dopo il delitto. «Si sono fatti progressi, speriamo bene». Ancora un elemento va aggiunto: che dall'appartamen- to del delitto non scomparve solo quell'orologio d'oro di cui si era parlato, un regalo della suocera alla nuora in occasione del primo anniversario del matrimonio. E' sparita un'altra cosa, ma gli inquirenti ovviamente non dicono quale. «Una cosa apparentemente insignificante, che però per noi potrebbe avere molta importanza se la trovassimo in possesso di qualcuno». Remo Lugli i I I 1 1 | ; Milano. Franca Valentina Masneri uccisa un mese fa nel suo appartamento (De Bcllis)

Persone citate: Anic, Franca Valentina Masneri, Gina Ceregatti, Portaccio, Valentina Franca Masneri, Valentina Masneri

Luoghi citati: Lugano, Milano, Stoccarda