Al Giglio la gente sorride al confinato rosso ma il sindaco de è preoccupato per il turismo di Vincenzo Tessandori

Al Giglio la gente sorride al confinato rosso ma il sindaco de è preoccupato per il turismo Confino politico per la prima volta dopo la Liberazione Al Giglio la gente sorride al confinato rosso ma il sindaco de è preoccupato per il turismo (Dal nostro inviato speciale) i Isola del Giglio, 15 aprile. Il «sovversivo» è sbarcato sull'isola da tre giorni, e da 72 ore «problemi concreti» as- ; sillano l'amministrazione co-! munale, preoccupata che la presenza di un confinato pos-, sa compromettere la stagione turistica. La magistratura to- ! rinese, per il dottor Enrico Levati, accusato di «partecipazione alla banda armata denominata Brigate rosse» e primo confinato politico in : Italia dalla Liberazione, ha j scelto il Giglio. La decisione di inviare il medico nell'isola è stata presa senza consultare le autorità locali. Si contesta, a livello politi- [ co, la presenza de) medico e le proteste energiche sono fatte, si assicura, soprattutto per questione di principio. «Non vogliamo che la nostra isola torni ad essere considerata come un luogo di pena adatto per la libertà vigilata 0 il conlino», dice il sindaco Girolamo Lubrani, 30 anni, sposato, un figlio, impiegato all'Inadel di Grosseto, democristiano (rappresentante della maggioranza assoluta, 69 per cento). «L'isola, da oltre 25 anni, era stata cancellata dagli elenchi del ministero di Grazia e Giustizia e non vogliamo che il suo nome torni ad essere segnato. Due anni or sono, arrivò Giuseppe Cu- ! ciniello, luogotenente del bandito Giuliano. Ci furono proteste, la gente chiese il suo allontanamento, fu minacciato anche il blocco del porto. Poi non successe niente». Dieci giorni furono sufficienti per risolvere la situazione: «Ci rivolgemmo ai ministeri competenti, ai nostri amici, Cuciniello fu trasferito. Ma con quell'arrivo si creò un precedente sgradevole». Durante il soggiorno, Giuseppe Cuciniello uscito dopo trent'anni dal carcere, tentò un timido inserimento nella società: « Ci chiese un lavoro — dice il sindaco —, voleva fare il guardiano del cimitero: ma quella gente li vuol far sempre il guardiano di qualcosa ». La « sgradevole situazione» si è ora ripetuta, anche se il giudizio sul dottor Levati è diverso: «Questo non è un delinquente. Sembra in vacanza, non ha impegni precisi con i carabinieri. Ma non può essere mandato qui d'autorità. Noi siamo stanchi di essere considerati solo cittadini di serie J3». E la protesta si è concretizzata in tre telegrammi. Nel primo, indirizzato al- 1 l'on. Gui, ministro degli Inter¬ ni, e all'on. Reale, ministro di Grazia e Giustizia, datato 10 aprile, il sindaco dice: «Avendo appreso da stampa imminente invio nell'isola del Giglio signor Levati Enrico, in domicilio coatto, pregiami richiamare Signorie Vostre quanto già espresso in precedenti analoghi casi su assoluta inopportunità trasferimento in isola persone indesiderabili senza preventiva consultazione autorità locali. Inopportunità provvedimento est aggravata da inizio periodo estivo, in cui presenza persone indesiderabili potest pregiudicare gravemente attività turistica et commerciale quale unica fonte reddito per popolazione et turbare equilibrio in ordine pubblico stagione di fortissimo aumento popolazione fluttuante, senza corrispondente aumento di adeguata forza pubblica. Confidiamo in sensibile, ponderata et responsabile valutazione per eventuali provvedimenti in preventiva consultazione autorità locali interessate precedente ogni vostre definitiva decisione». Gli altri appelli telegrafici, ha sottolineato il sindaco Lubrani, sono stati inviati ad «amici influenti» di cui «non è necessario fare i nomi». Le preoccupazioni del sindaco per l'aumento incontrollato della popolazione d'estate, e quindi per la possibilità di ipotetici incontri clandestini, non sono del tutto ingiustificate: i milleottocento abitanti, da giugno a settembre, diventano dieci volte tanto, spesso anche di più, e per l'ordine pubblico ci sono soltanto un maresciallo e otto carabinieri. Domani sera, in Consiglio comunale, la presenza del medico presunto guerrigliero sarà «trattata». «Ne verrà dato un breve annuncio», assicura il sindaco Lubrani, ma si assicura al Giglio che la discussione sarà accesa, perché la minoranza «non ben definita», come dice il sindaco, sembra non condividere il punto di vista degli amministratori. Se Roma rimarrà sorda alle petizioni e il medico dovrà rimanere nell'isola fino al dibattimento, il dottor Levati provvederà al proprio mantenimento col suo lavoro. Ha già iniziato, del resto, ad esercitare la professione. Il più contento della cosa sembra essere il dottor Castagnaro, unico medico dell'isola, il quale, tre giorni fa, è partito per un periodo di vacanze, «le prime dopo quattro anni». La popolazione ha reagito positivamente alla presenza del «sovversivo»: un po' di curiosità, un pizzico di diffidenza presto cancellata, numerosi sorrisi sinceri. E già molti sono andati a farsi visitare, pochi hanno pagato: il medico non sembra davvero possedere la vocazione del milionario. Meno soddisfatto sembra essere il parroco, don Pietro Usai, 62 anni, da sette nell'isola, fiorentino di nascita, torinese di educazione e cultura: « E' pericoloso questo qui. Speriamo che la gente non sappia che c'è. Sono certo che non lo vorrebbero, dico questo perché credo d'interpretare il sentimento della popolazione». Levati attende il processo, I conta i giorni, ma non sa quanto tempo lo separi dal dibattimento. «Siamo in questa situazione — dice — per-1 che noi veniamo considerati \ merce pregiata. Questo è un momento politico particolare, e non solo per l'imminenza delle elezioni, ma anche per ciò che si vuol fare dopo». Vincenzo Tessandori bblio i oo so

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