Sindacati: giorni decisivi per il processo unitario di Francesco Forte

Sindacati: giorni decisivi per il processo unitario Da domani iniziano i consigli generali Sindacati: giorni decisivi per il processo unitario Roma, 15 aprile. Vivo fermento nei sindacati alla vigilia della sessione dei consigli generali della Cgil, della Cisl e della Uil, convocata da domani a venerdì nel palazzo dei Congressi all'Eur per affrontare in termini decisivi il problema dell'unità sindacale. La profonda frattura verificatasi ieri nella riunione della segreteria unitaria si riprodurrà certamente nei consigli generali con accenti più aspri, in un'atmosfera resa incandescente dalle frequenti polemiche e dalle divisioni interne. Sul progetto Storti, approvato dalla maggioranza della segreteria federativa, si scontreranno i vari gruppi, in particolare quelli «più avanzati» e «più moderati»: da un lato si ritroveranno tutta la Cgil, la maggioranza della Cisl e la minoranza della Uil (i socialisti, con esclusione di Simoncini e Torda contrari a «forzare» il processo unitario), dall'altro la maggioranza della Uil (repubblicani, socialdemocratici e i socialisti «prudenti»), la minoranza della Cisl (Scalia, Sartori, Leolini) ed alcuni dirigenti della stessa Cisl (Marini, Fantoni ecc.) che, pur appartenendo alla maggioranza, non condividono l'attuale strategia per l'unità. Ci si domanda se per Scalia, l'ex segretario generale aggiunto della Cisl ed espo- nente della parte più «oltranzista» della minoranza, non sia arrivato il momento delle decisioni. Scalia, che interverrà nel dibattito al palazzo dei congressi, ha dichiarato stasera a La Stampa: «La riunione dei consigli generali, per il momento in cui viene a cadere, per il programma che la Cgil, Storti e Camiti si ripromettono di attuare, per gli schieramenti che si sono delineati, rappresenta una grande occasione di verità per il sindacalismo italiano. La minoranza della Cisl, partita come gruppo di opposizione interna alle scelte sbagliate della propria confederazione, ha provocato un moto dialettico, ampio e responsabile anche in altre direzioni del movimento sindacale. La Cgil, il pei, la vecchia maggioranza della Cisl e le frange socialiste della Uil saranno poste davanti ad un vasto arco di dissenso» Con prospettive di scissione? «Con prospettiva di successo — replica Scalia — per i contenuti, i principi, le ragioni di esistenza e di vita del sindacalismo libero, autonomo e democratico». Contro queste tesi si scontra la linea della maggioranza della segreteria della federazione Cgil-Cisl-Uil. Storti, anticipando i punti della relazione di domani, rileva come sia fuori discussione che «l'unificazione fra Cgil, Cisl e Uil è realistica e praticabile anche nell'attuale situazione contrassegnata dall'accentuarsi delle tensioni politiche, dalla radìcalizzazione dello scontro tra i partiti in vista delle elezioni regionali, dalla incertezza e gravità della situazione economica e dalla preoccupante ripresa, forse in funzione elettorale, del terrorismo e della delinquenza politica». Giancarlo Fossi crescimento lo è, a maggior ragione. Teniamolo ben presente. C'è poi da mettere in luce un altro fatto che può spiegare la «tenuta» della Fiat e cioè che essa ha un livello di diversificazione rispetto all'autovettura che supera il 40 per cento, a differenza di imprese come la Volkswagen o altre case automobilistiche. Inoltre essa sta accrescendo la sua diversificazione, sia pure in condizioni non facili. I cosiddetti impieghi sociali del reddito, in Italia, vanno a rilento e quindi la domanda di autobus, macchine per l'edilizia, per l'agricoltura, l'ecologia, parti di centrali nucleari eccetera non procede all'interno al ritmo desiderabile e possibile. Ma la Fiat opera anche sul mercato internazionale e con iniziative internazionali e ciò la aiuta a superare le difficoltà interne alla diversificazione e a modificare impostazioni che nel passato apparivano più valide. Infine, la,Fiat è anche diversificata all'interno del settore medesimo delle autovetture, nei vari tipi, e ciò la aiuta ad adattarsi alla domanda, in questo periodo di crisi, più che altre case automobilistiche. Le considerazioni favorevoli per l'economia nazionale che da tutto ciò si possono trarre sono rafforzate da un'altra buona notizia: in marzo il costo della vita è aumentato solo dello 0,1 per cento cioè i prezzi sono stati praticamente stabili. Un risultato largamente superiore alla previsione. Anche la bilancia dei pagamenti, come abbiamo notato nei giorni scorsi, è molto migliorata. Purtroppo vi è il monito del ministro dell'Industria, nel discorso alla Fiera di Milano. L'andamento della produzione preoccupa perché la stretta all'investimento tarda a lasciar posto al rilancio. Senza un rilancio sollecito (reso possibile dalle buone notizie sui prezzi e sulla bilancia dei pagamenti) quest'anno il prodotto nazionale potrebbe scendere del 3 per cento, con una perdita di 10 mila miliardi di lire rispetto a ciò che il nostro sistema potrebbe produrre. Ora sì prospetta anche il pericolo di una crisi di governo, per il pretesto del cumulo fiscale. Se avremo questa crisi, il rilancio subirà un grosso rinvio e i cittadini avranno un onere, per il protrarsi delle difficoltà economiche (onere oramai non necessario) molto superiore al possibile risparmio attuato con l'abolizione o riduzione del cumulo: riduzione che del resto va a discapito dell'erario, quindi comporta o maggiori debiti statali o minori spese di investimento. Come si vede ci sono buone notizie, ma anche nuovi elementi di preoccupazione. Francesco Forte

Persone citate: Fantoni, Giancarlo Fossi, Sartori, Scalia, Simoncini, Storti

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma