Grassi: altissimi personaggi contro l'opera di Luigi Nona di Marzio Fabbri

Grassi: altissimi personaggi contro l'opera di Luigi Nona Grassi: altissimi personaggi contro l'opera di Luigi Nona Il Sovrintendente ha denunciato pressioni politiche per eliminare "Al gran sole carico d'amore" - L'allestimento è costato 203 milioni, ma ci sono stati alti incassi, il disavanzo sarebbe minimo (Dalla redazione milanese) Milano, 14 aprile. Il sovrintendente della Scala, Paolo Grassi, ha definito la prima mondiale dell'opera di Luigi Nono Al gran sole carico d'amore un «vero trionfo». La frase ha dato inizio ad una polemica conferenza stampa nel corso della quale j si è tracciato un bilancio poli- ! tico, economico e di pubblico I dell'esperienza appena conclusa. «L'opera di Nono — ha detto il sovrintendente — è frutto di una libera scelta, artistica, compiuta dalla Scala lo scorso anno e tutte le polemiche di tipo politico che hanno cercato di compromettere o di ritardare la messa in scena non hanno raggiunto il loro scopo». «Si è cercato di scatenare la rissa — ha aggiunto polemico Grassi — si è cercato di eliminare l'opera attraverso la strumentalizzazione politica, addirittura in chiave di campagna elettorale». Il sovrintendente della Scala ha spiegato che per fargli cambiare idea si sono mossi «alti ed altissimi personaggi ai quali abbiamo risposto con tranquillità e fermezza respingendo tutti i tentativi di pressione di cui siamo stati oggetto». Grassi ha contestato vivacemente chi ha criticato Al gran sole carico d'amore per partito preso, prima ancora che andasse in scena, e ha ricordato che il 90 per cento della stampa italiana e la totalità di quella estera hanno salutato con entusiasmo la messa in scena scaligera parlandone in toni trionfalistici. «Il pubblico — ha precisato con l'abituale "grinta" Paolo Grassi — è venuto a teatro affollandolo all'inverosimile; ha applaudito per interi quarti d'ora, ha costretto l'autore, gli interpreti, il personale a decine e decine di "uscite"; non mi si venga a dire che l'ha fatto per obbligo "politico" e non per avere trovato nell'opera di Nono una grande validità». «Cifre alla mano», il sovrintendente ha voluto rispondere alle critiche piovutegli addosso da più parti alla vigilia della messa in scena. «Alcuni hanno parlato a sproposito e senza documentarsi, di 500, 700, 900 milioni e qualcuno anche di più. Se gli interessa- ti si fossero rivolti all'ufficiostampa della Scala o a qual-cuno dei dirigenti avrebbero saputo che il consiglio d'am- ministrazione aveva approvato una previsione di spesa di 194 milioni. A conti fatti si sono spesi 203 milioni, ma quando saranno conteggiati gli incassi delle ultime tre se rate e si sarà tenuto conto dei tre milioni spesi per tinteggiare di fresco la sala del teatro lirico il disavanzo reale sarà di un milione, o poco più». «Naturalmente — ha aggiunto Grassi — bisogna tenere conto del fatto che attendiamo il contributo straordinario del ministero; 20, 25 milioni che renderanno attivo il bilancio di quest'opera». Conclusa la parte economica e quella politica della vicenda il sovrintendente della Scala è passato al bilancio artistico dell'allestimento. Al gran sole carico d'amore verrà messo in scena tra un anno all'opera di Norimberga dal regista Peter Palich che j ha già acquistato i diritti. , «Anche la Francia si è interes1 sata all'opera — ha aggiunto j Grassi — e il ministro f rance se Michel Guy, presente alla prima, a differenza del suo collega italiano, ha espresso il desiderio di averla. Abbiamo anzi già preso un'intesa di massima per rappresentarla, nell'edizione della Scala, in autunno a Parigi». Concludendo il suo sfogo Paolo Grassi ha proclamato che «noi della Scala siamo favorevoli al nuovo teatro pur rimanendo nel solco della migliore tradizione. Il nuovo teatro perciò non può escludere il pubblico nuovo, fatto di proletariato e studenti. E' questa una politica a cui non rinunceremo mai». Dopo l'intervento sull'opera di Luigi Nono, Paolo Grassi è passato a temi più generali, ma non per questo meno scottanti, come la crisi in cui da tempo ormai vive, o meglio sopravvive il teatro lirico italiano. Marzio Fabbri

Persone citate: Luigi Nona, Luigi Nono, Michel Guy, Nono, Paolo Grassi, Peter Palich

Luoghi citati: Francia, Milano, Norimberga, Parigi