Commando nero di Francesco Santini

Commando nero Commando nero (Segue dalla 1a pagina) Ha; per l'attentato alla Freccia del Sud poi stiamo lavorando come se il sabotaggio avesse fatto deragliare il treno, non ci risparmiamo: sappiamo che i terroristi torneranno a farsi vivi, a mettere bombe». Le domande sono quelle di sempre, da Bertoli a piazza della Loggia, àall'Italicus alle bombe di Viareggio; cambiano da qualche mese a questa parte le risposte, ma il rischio, e gli inquirenti mostrano di saperlo, è che i terroristi restino impuniti e tornino a diffondere paura e morte. Per il sostituto procuratore della Repubblica Piero Vigna, che coordina l'inchiesta sulla Freccia del Sud «gli attentatori hanno collocato l'ordigno che ha divelto il binario con due tipi di innesco». Per il magistrato è necessario attendere i risultati della perizia ordinata al colonnello Spampinato, della direzione d'artiglieria, e ai due tecnici che gli sono stati affiancati, ma i frammenti ritrovati accanto alla rotaia dagli specialisti della scientifica darebbero già questa indicazione. C'è una staffa di metallo che farebbe pensare ad un congegno a pressione; c'è poi una piccola molla che lascerebbe supporre, assieme ad un lamierino accartocciato, l'uso di un congegno a tempo o di un innesco azionato a distanza. C'è stasera una prima indiscrezione sulla quantità dell'esplosivo, che ai dice supererebbe i due chilogrammi. Ancora oggi, invece, nessuna novità per il segmento di rotaia divelta: gli inquirenti sembrano convinti che la deflagrazione l'abbia scagliato nell'Arno. Per il magistrato i punti di riferimento dell'inchiesta, che gli è «caduta addosso sabato notte, mentre ero di turno in procura», restano essenzialmente tre: il sabotaggio di Terontola, sulla Firenze-Roma, il 6 gennaio scorso, dal quale partirono le indagini sul gruppo eversivo aretino di Franci, Cauchi e Malentacchi, e il Fronte nazionale rivoluzionario; la strage di San Benedetto Val di Sambro del 3 agosto con 12 vittime; e l'attentato, infine, sempre sulla Firenze-Roma, del 21 aprile del '74, a Vaiano, le cui caratteristiche si sono poi ripetute. L'asse Arezzo - Firenze - Bologna è ormai netto e molti sono i punti di contatto. L'attentato alla Freccia del Sud conferma la tesi del dottor Santino, il capo dell'Antiterrorismo. «Abbiamo tagliato la mano, non il braccio del disegno eversivo». Come dire: sono stati identificati i plastiqueurs, i manovali del terrorismo, non la mente dell'organizzazione. Adesso c'è chi riparla a Firenze del convegno di Cattolica, del vertice operativo all'Hotel Giada dell'aprile del '73, al quale presero parte esponenti di «Ordine nuovo» e le nuove leve dell'eversione fascista, ispirate dal Fronte nazionale rivoluzionario. «E' da li che bisogna partire » dicono alla procura. C'è da registrare un'ultima notizia all'attenzione dell'Antiterrorismo: è soltanto una coincidenza, ma, poche ore prima dell'attentato alla Freccia del Sud, sabato pomeriggio, a Incisa Valdarno in un albergo presso lo svincolo dell'autostrada del Sole molti personaggi del neofascismo aretino si sono incontrati per un convegno sull'agricoltura organizzato dalla Cisnal. V'erano tra gli altri il senatore missino Valerio De Santis, il cui nome figura nel consiglio di amministrazione del Cises, la finanziaria che alimentava, secondo il giudice torinese Violante, gruppi eversivi. Francesco Santini

Persone citate: Bertoli, Cauchi, Malentacchi, Piero Vigna, Spampinato, Valerio De Santis