Cambogia fino al crollo

 Cambogia fino al crollo Dalla partenza di sihanuk airabbandono degli usa Cambogia fino al crollo La guerra del Vietnam coinvolse nel 1970 anche la Cambogia; come per il Vietnam, anche per la Cambogia appare ormai segnata la sconfitta dei governativi. Questi, in sintesi, i cinque anni di guerra. 1969 — Il principe Norodom Sihanuk cerca di sostenere la neutralità del proprio regime. Egli denuncia i comunisti vietnamiti perché s'infiltrano in Cambogia, ma dichiara anche di essere contrario all'intervento Usa. Si dice favorevole alla permanenza americana nei Paesi che l'accettino, per bilanciare così l'influenza cinese nel settore, ma ammette che l'amicizia della Cina è indispensabile per Phnom Penh. In luglio, Sihanuk riconosce il Governo rivoluzionario provvisorio del Sud Vietnam. In agosto il generale Lon Noi assume la carica di presidente del consiglio e dichiara che il suo governo difenderà la neutralità cambogiana. 1970 — 1118 marzo, mentre Sihanuk si trova a Mosca, a Phnom Penli avviene un colpo di Stato. Ne è autore Lon Noi. con l'aiuto di truppe sudvietnamite. Il nuovo regime rovescia completamente la politica cambogiana della neutralità. Il 23 marzo, da Pechino. Sihanuk annuncia la formazione del Fune (Fronte unitario della Cambogia). Ad esso aderiscono subito i capi dei Khmer Rossi, che pure avevano avuto, nel passato, violenti contrasti con Sihanuk e che erano stati da lui costretti alla clandestinità. Si tratta di Khieu Samphan, Hou Youn e Hu Nim. Il 30 aprile Nixon invia in Cambogia reparti combattenti. Il presidente americano definisce l'operazione ■ una scorciatoia per la pace ». SI tratta, egli sostiene, di un tentativo per salvare la vita dei soldati americani e spazzar via i comandi militari comunisti. Il 5 maggio Sihanuk costituisce a Pechino un governo di unità nazionale (Grunc). In giugno, nel corso di una visita a Hanoi, sottoscrive con i dirigenti nordvletnamitl una dichiarazione nella quale viene ribadita » la completa Identità di vedute delle due parti e la volontà di combattere l'imperialismo americano ». A Phnom Penh vengono mobilitati i cittadini tra i 18 e i 60 anni, d'ambo i sessi. Il 9 ottobre viene proclamata la Repubblica di Cambogia: capo dello Stato è Cheng Heng, presidente del consiglio Lon Noi. 1971 — Già in gennaio la situazione militare del regime Lon Noi si fa grave. Oltre metà del territorio cambogiano è nelle mani del Khmer, che attaccano anche Pochentong, l'aeroporto della capitale, e distruggono quasi tut- ti gli aerei dei governativi. In febbraio Lon Noi si ammala gravemente. Si riavrà, ma resterà parzialmente paralizzato. Egli affida i poteri militari al fratello Lon Non, quelli civili al vicepresidente del consiglio Sirik Matak. In settembre i mortai dei Khmer distruggono I depositi della Shell e delia Esso. 1972 — Il 10 marzo Lon Noi assume la presidenza della Repubblica, e tre giorni dopo tutti i poteri di governo. Il 21 marzo, dopo un cannoneggiamento sulla capitale, i Khmer compiono un raid alla periferia di Phnom Penh. In maggio, vi è un violento combattimento tra nord e sudvietnamiti sconfinati in Cambogia. 1973 — In gennaio l'aviazione americana bombarda le postazioni dei Khmer per alleggerire la pressione sulla capitale, ma l'avanzata degli uomini di Samphan continua. Il 6 luglio Lon Noi propone una tregua, che viene respinta da Sihanuk. Il 25 vi sono nuovi bombardamenti dei Khmer su Phnom Penh, il 15 agosto hanno termine le azioni aeree degli Stati Uniti. In ottobre il Grunc si trasferisce da Pechino in territorio cambogiano. In dicembre Lon Noi nomina presidente del consiglio Long Boret, che si dice disponibile a negoziare la pace. 1974 — Il 28 gennaio Lon Noi lancia una controffensiva, e intanto dirama un messaggio col quale rende nota l'assicurazione di Nixon che l'appoggio Usa non verrà meno. La mossa militare di Lon Noi non ha successo, i Khmer riprendono a bombardare la capitale e in pochi mesi conquistano le città di Oudong, Kompong Long e Sala Lek Pram. Cade anche l'importantissima base militare di Longvek: il 90 per cento del Paese è ormai sotto il controllo del Fune. 1975 — Il primo gennaio scatta la nuova offensiva dei Khmer Rossi. Anche il fiume Mekong, sul quale giungevano a Phnom Penh aiuti in armi e viveri, è ormai impraticabile. Gli americani sono costretti a istituire un ponte aereo per rifornire la capitale, ma i continui attacchi Khmer rendono la cosa sempre più ardua. Il primo aprile Lon Noi abbandona la Cambogia, ufficialmente per un viaggio di riposo e cura in Thailandia e negli Stati Uniti, in realtà per l'esilio. Parte con lui anche Long Boret, che torna però dopo qualche giorno dichiarando di aver avuto, a Bangkok, contatti con i dirigenti Khmer, ma gli attacchi continuano. Il 10 aprile il presidente americano Ford chiede al Congresso nuovi aiuti per il Sud Vietnam, ma nulla per la Cambogia, la cui sorte evidentemente egli ritiene segnata. Il 12 aprile elicotteri partiti dalla portaerei «Okinawa» sgombrano il personale dell'ambasciata Usa. L'operazione è protetta da 400 marines. Con gli americani partono anche i giornalisti stranieri e il presidente cambogiano ad interim Suakham Khoy. Long Boret diviene presidente provvisorio. f. m.