Germania "porcile" secondo Strauss? di Tito Sansa

Germania "porcile" secondo Strauss? Un'altra udienza a Bonn Germania "porcile" secondo Strauss? Quattro filologi al processo per una frase pronunciata dal deputato della de bavarese (Dal nostro corrispondente) Bonn, 11 aprile. Sessanta milioni di tedeschi sono delusi. Neppure oggi è stato possibile sapere se — nell'opinione del cristiano sociale bavarese Franz Josef Strauss — la Germania è un « porcile senza uguali » oppure no. La quarta sezione civile del tribunale di Bonn, riunita stamane per la seconda volta non è riuscita a chiarire il mistero. E si che ben quattro professori universitari, docenti di filologia all'Università di Augusta, Tubinga, Karlsruhe e Aquisgrana, avevano presentato le loro perizie sulla frase incriminata, pronunciata da Strauss il 12 febbraio, mercoledì delle ceneri, nella affollatissima sala dei Nibelunghi ?. Passavia. La corte, composta dal presidente Dickescheid e dai giudici Schmidt-Syassen e Goette ha preso tempo per studiare le voluminose disquisizioni dei professori universitari, rinviando una decisione sul « porcile senza uguali » (in tedesco « Saustall ohnegliechen») a venerdì prossimo 18 aprile. Nel frattempo ha ripetuto la sentenza emessa il 26 marzo, vietando all'ex cancelliere Willy Brandt, presidente del partito socialdemocratico di affermare che Strauss abbia detto che la Germania è un porcile. Se lo farà dovrà pagare una penale di mezzo milione di marchi (oltre 130 milioni di lire) oppure scontare sei mesi di carcere. Comunque, affinché la vertenza possa venire chiarita e l'opinione pubblica possa avere quella chiarezza alla quale ha diritto, la corte ha invitato Strauss a denunciare Willy Brandt entro il 24 aprile. Se non lo farà la bocca di Brandt non sarà più tappata, l'ex cancelliere potrà sfruttare il "porcile" straussiano in tutti i comizi elettorali. Già lo fa, dicendo « come sapete, mi è vietato di affermare che Strauss abbia definito la Germania un porcile ». E gli altri uomini politici socialdemocratici, a cominciare dal cancelliere Helmut Schmidt, ripetono fino alla noia « Brandt non può dire che Strauss considera la Germania un porcile. Io si. e lo dico ». L'udienza odierna è stata brevissima, i due antagonisti non si sono presentati a questo secondo "round", facendosi rappresentare dai loro avvocati i quali hanno consegnato le perizie di parte. Era attesa — ma non è arrivata — anche una perizia dell'« Accademia tedesca per la lingua e la poesia », che — si dice — ha « sviscerato in profondità » la frase di Passavia. Non da meno sono stati i quattro, professori di filologia delle cui perizie (riservate alla corte) sono trapelati soltanto alcuni passaggi. Il professor Weber, da Augusta, straussiano, afferma — per esempio — che « porcile » è « termine usuale per esprimere disgusto, come sciocco, e non può venire considerato un'ingiuria ». In ogni caso — sostiene il filologo — « anche se grammaticalmente la parola porcile può venire attribuita alla Germania, con essa non può essere intesa la repubblica federale, in quanto Strauss non ha incluso la Baviera e le altre regioni governate dai democristiani ». Di un'opinione del tutto diversa è uno dei tre periti di Brandt, il professore Wapnewski, di Karlsruhe. La frase di Strauss « erano partiti per riformare la Germania e hanno fatto un porcile senza uguali » ricorda « il quadro classico delle stalle di Augia, che sono state ripulite con un'azione eroica » e porta alla conclusione che « Germania è uguale a porcile ». Di rincalzo un altro perito sostiene che « non è I possibile definire porcile una I azione del governo di Bonn » (come afferma Strauss) o « una situazione », ma soltanto « un oggetto concreto », e questo non può essere che la Germania, « cioè i cittadini tedeschi ». Venerdì prossimo, al terzo « round » forse sapremo se la Germania è un porcile o no. Di sicuro si sa soltanto che tanto Franz Josef Strauss — che si dichiara « leso nell'onore » — quanto Willy Brandt non accetteranno nua sentenza sfavorevole. Tito Sansa