Le Acli parlano della crisi dc e fanno proposte per il futuro

Le Acli parlano della crisi dc e fanno proposte per il futuro Secondo giorno del Congresso a Firenze Le Acli parlano della crisi dc e fanno proposte per il futuro (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 11 aprile. Il XIII congresso delle Acli sembra destinato a diventare il congresso dell'unità o, almeno, questo è il suo intento. Dopo anni di lacerazioni profonde, di incertezze pesanti e di interrogativi insoluti, sono molti i delegati che alle giornate di Firenze domandano un momento di chiarificazione nella crisi del mondo cattolico. Tutte le soluzioni sono aperte ma domani, con l'intervento dei leaders di maggior spicco, da Gabaglio a Rosati, da Brenna a Praderi e a Castellani le posizioni saranno definite con nettezza. Cinque gli interventi di oggi, uno per corrente. Tutti hanno riconosciuto la crisi democristiana, tutti, pur con sfumature diverse, hanno riproposto all'attenzione della platea il tema del compromesso storico. Per Renato Morandina, presidente delle Acli di Venezia, del gruppo di «alternativa aclista» di Gabaglio, «il centrosinistra è morto ed è illuso chi pensa che possa resuscitare». Due sono allora le proposte sul tappeto: quella di compromesso storico e quella dell'alternativa. La prima però — secondo Morandina — merita una «profonda attenzione ed una considerazione particolare». Per Tarcisio Barbo, presidente delle Acli di Trieste, le esperienze delle lotte unitarie, sindacali e sociali, della classe operaia hanno portato al superamento di «vecchie pregiudiziali e contrapposizioni ideologiche». E' stato sconfitto «l'anticomunismo da guerra fredda», sono stati superati contemporaneamente in Italia «gli integralismi» e, tra i cattolici, si è affermato «di fatto» un pluralismo politico. E' in questo quadro che, secondo Barbo, «non deve cadere il dialogo ed il confronto culturale tra le forze democratiche e popolari ed acquista significalo la risposta che le masse popolari e cattoliche debbono dare al compromesso storico». Per Michele Giacomantonio, del gruppo di Geo Brenna «scelte di classe», vanno esaminate con maggior attenzione le crisi che investono il mondo cattolico ed il potere democristiano. Per il gruppo di centro ha parlato Nicola Occhiofino presidente regionale delle Acli pugliesi. Ha ripreso, in sostanza, le tesi del presidente nazionale, chiarendo che il compromesso storico ha bisogno di un approfondimento delle «varie ipotesi» e deve andare più in là di una pura alleanza politica. Il discorso con il pei va comunque «aperto subito e non rinviato». L'esistenza della «questione democristiana» è stata riconosciuta dallo stesso Vittorio Pozzar, senatore democristiano di «Forze nuove» e rappresentante, all'interno delle Acli, assieme a Castellani, il gruppo di destra. Per Pozzar la «questione comunista» non può essere affrontata in termini di perentoria negazione, ma con un articolato discorso di apertura al dialogo, al confronto, alla chiarificazione. f.s.

Persone citate: Castellani, Gabaglio, Michele Giacomantonio, Morandina, Nicola Occhiofino, Renato Morandina, Rosati, Tarcisio Barbo

Luoghi citati: Brenna, Firenze, Italia, Praderi, Trieste, Venezia