I "grandi,, del 700 e orchestra tedesca

I "grandi,, del 700 e orchestra tedesca Il concerto per l'Unione Musicale I "grandi,, del 700 e orchestra tedesca La «Siidwestdeutsches Kammerorchester » diretta dal maestro Angerer ha suonato al Conservatorio per l'Unione Musicale: programma con i grandi del Settecento, Bach e Haendel, e con alcune pagine moderne che mostrano nuova simpatia per l'asciuttezza dell'orchestra d'archi. In verità la scelta, in una ideale querelle fra moderni e antichi, andava tutta a vantaggio di questi ultimi; i Sei preludi per orchestra d'archi di Jean (René) Francaix sono di gradevole ascolto, specie i primi tre brani, ma più vicini alla cartolina che al bozzetto; una ulteriore semplificazione presentano le Cinque danze greche di Nikos Skalkottas, musicista di ben più serrato impegno (come indica il programma di sala), cui sulla scia delle suites di danze bartokiane; molto più interessante, ricco di combinazioni e di trovate, il Capriccio per oboe e 11 archi di Krzysztoft Penderecki che ha avuto in Ingo Goritzki l'appropriato solista. Con tutto ciò la misura della buona qualità dell'orchestra si è avuta solo con il quarto Concerto dell'op. 6 di Haendel, realizzato con grandiosità intensa, con il Concerto per oboe in si bemolle dello stesso autore (ottimo solista ancora il Goritzki) e con il terzo Concerto brandeburghese di Bach. Paul Angerer, che guida il complesso con una direzione sempre vigile, incalzante e minuta, servendosi anche del gioco delle dita, non solo delle mani e delle braccia, è stato a lungo festeggiato assieme ai bravi strumentisti.