"L'azienda era nna bomba poteva fare molte vittime,,

"L'azienda era nna bomba poteva fare molte vittime,, L'impresario fatto arrestare dal giudice "L'azienda era nna bomba poteva fare molte vittime,, II magistrato l'ha rimesso in libertà - "Ma l'ordine di cattura è valso a smuovere molte cose; un risultato mai ottenuto dalle ingiunzioni dell'Enpi e dei vigili" - Bloccata la produzione L'ing. Gianfranco Jaretti Sodano, titolare della Fls di Collegno, è stato rimesso Ieri, su richiesta del difensore Dclgrosso, in libertà provvisoria dal giudice istruttore Mario Vauilano, che conduce l'inchiesta sulla fonderia pericolosa per gli operai. Questo provvedimento, subordinato all'Impegno scritto di eseguire tutti I lavori di ammodernamento e le opere di sicurezza, ha anche lo scopo di garantire al dipendenti 11 mantenimento del posto (al di sopra del capo officina il titolare è Infatti l'unico e Indispensabile dirigente tecnico). Resterà ancora bloccata, invece, l'attività produttiva: secondo accertamenti più approfonditi la fabbrica era una gigantesca «bomba» pronta ad esplodere, che sarà necessario disinnescare. E' senza dubbio grave che nonostante i ripetuti rilievi dell'Enpi, dei vigili del fuoco e della stessa Azienda elettrica una situazione di cosi Immediato pericolo per l'intero quartiere abbia potuto mantenersi nel tempo. C'è la responsabilità del proprietario, ma ci sono anche colpevoli trascuratezze: bombole di gas liquido abbandonate vicino ai forni, caldaie irregolari, stufe a cherosene nel reparto vernici erano già state elencate In un verbale dei vigili del fuoco notificato al titolare; cinquantuno violazioni risultavano in un altro rapporto stilato anni fa da ispettori dell'Enpi, che si è arenato però in seguito negli uffici di direzione; l'Aem ha continuato fino a ieri ad erogare corrente a 6000 volt nella cabina dello stabilimento, immutata dal 1916 e priva di ogni norma di sicurezza. Solo dopo l'Intervento della magistratura queste cose sono venute alla luce, anche i pericoli facilmente eliminabili: in tre giorni, ad esempio, l'Azienda elettrica sostituirà con un suo impianto la cabina vecchia di 60 anni, fornendo d'ora In poi energia a bassa tensione. Ma perché, di fronte a pericoli di esplosioni, incendi, folgorazioni, e alla possibilità di una strage, tutti si sono limitati a verbali e multe mentre nessuno, per diversi anni, ha sentito il dovere di chiedere l'intervento coercitivo del magistrato? « E' chiaro che organismi come l'Enpi, o aziende pubbliche — dico il giudice Vaudano — non hanno il potere di imporre al proprietario reticente le proprie decisioni o soluzioni tecniche di sicurezza. Bisognerebbe però che trasgressioni così gravi per l'incolumità degli operai e di altri cittadini venissero segnalate più tempestivamente. L'intervento del giudice a livello punitivo deve essere straordinario, e in questi casi serve a ben poco: condanne con la condizionale concludono di norma i processi per incidenti sul lavoro e resta sempre il problema di assicurare il posto agli operai. Il sistema più giusto sarebbe di intervenire subito e drasticamente, se necessario; far eliminare di fatto le carenze colpevoli riservando alla magistratura l'ultima ed eventuale azione repressiva ». Per la Fonderia italiana segmenti, invece, molti sapevano e nulla in tanti armi è mutato, fino al sopralluogo del giudice che ha « scoperto », tra l'altro, un asilo confinante dove i bambini rischiano di respirare fumi e polveri nocive prodotti dalla fabbrica. In attesa che anche a questi inconvenienti venga posto rimedio con l'installazione di filtri, e prima del completamento delle opere di sicurezza, la Fis resterà sotto sequestro. Secondo le indicazioni del giudice i vari reparti potranno riprendere il lavoro a mano a mano che un funzionario dell'Enpi, sempre presente in fabbrica, giudicherà eliminata rgni causa di pericolo. In pratica è necessaria una completa ristrutturazione: vi sono macchinari privi di congegni di sicurezza, polveri stagnanti, muri diroccati e finestre prive di vetri. L'impianto elettrico e quello di riscaldamento vanno rifatti completamente e così gli spogliatoi degli uomini, ricavati in una stalla; si devono bloccare le bombole di gas liquido, allontanare le stufe dai materiali infiammabili, ripulire i locali da cumuli di immondizia. Lavori lunghi e costosi che era necessario eseguire ben prima, ed ai quali il giudice ha subordinato in modo ferreo la ripresa dell'attività. L'ing. Gianfranco Sodan

Persone citate: Gianfranco Jaretti Sodano, Gianfranco Sodan, Mario Vauilano, Vaudano

Luoghi citati: Collegno