Gli errori si scontano

Gli errori si scontano Gli errori si scontano L'ultimo dilemma americano sul Vietnam è se si debba assistere inerti alla fine di Saigon, come già avviene per quella di Phnom Pcnh, o se si debba tentare, almeno, di rincuorare l'alleato morente con qualche estremo aiuto militare. Ford, almeno a parole, è per la seconda tesi; ma l'umore del Congresso è lutt'altro, e l'esito del confronto appare scontato. Da un certo punto di vista, questo estremo ritrarsi dell'America di fronte al dramma finale di un alleato, l'atteggiamento di una potenza che per anni e anni sostiene, pagando un prezzo spropositato, un certo regime, passando sopra alla sua debolezza e impopolarità e corruzione, e poi gli rifiuta i mezzi per l'ultima difesa, può lasciare perplessi. Ma, politicamente, il punto è un altro: a clic servirebbe un ennesimo aiuto, a che servirebbe un'ultima difesa? Ford dice, citando Weyand, un generale ottimista, che con nuove armi e munizioni americane la situazione militare sudvietnamita potrebbe stabilizzarsi e che potrebbe riaprirsi lo spazio per una soluzione politica. Ma sono stati troppi, in passato, i generali ottimisti, sono stati troppi gli errori di giudizio. Ancora tre settimane fa, si argomentava al Pentagono che la ritirata strategica dal Nord avrebbe rafforzato le capacità difensive della regione di Saigon e del delta del Mekong: poi la ritirata strategica si è tramutata in una rotta rovinosa, e ora le autorità militari americane si preoccupano di far sapere che l'iniziativa fu tutta e soltanto di Thieu. La verità ò che niente può indurre i vietcong e i nordvietnamiti a un negoziato, quando sono ormai a un passo dalla vittoria finale. Solo la destituzione di Thieu o le sue dimissioni possono fermare la guerra, possono (forse) far accettare ai comunisti una soluzione transitoria. Né ha più iroppo senso inveire contro Hanoi, denunciare il mancato rispetto degli accorili di Parigi. Certo, Hanoi ha violalo quegli accordi, ha alterato drasticamente il rapporto eli forze immettendo intere divisioni e armi di ogni tipo nel Sudvietnam. Ma li ha violati anche Thieu. In realtà le due parli hanno sempre continuato a combattere e a uccidersi: governativi e comunisti si scambiavano imboscate, invece d'incontrarsi per delimitare le rispettive aree d'occupazione. Thieu, soprattutto, ha sempre eluso la parte politica degli accordi, non ha mai accettato di dar vita a quel « Consiglio nazionale di riconciliazione » che avrebbe dovuto preparare le elezioni generali. Altra questione, il prezzo politico che l'America paga per questa sua indubbia sconfitta. E' un prezzo molto alto? Certo, l'impatto della débàcle indocinese sulla credibilità americana nel mondo non è irrilevante, lutt'altro; ma non è neppure da sopravvalutare. Il peso della superpotenza americana sopravvive, così come è sopravvissuto quello della superpotenza sovietica dopo l'umiliazione cubana del '62 e il rovescio egiziano di dieci anni dopo. D'altra parte gli errori si scontano ed è buona politica accantonarli il più presto possibile. Invece l'America di Ford e di Kissinger li ha, in un primo tempo, addirittura esaltati, sia pure per ragioni tattiche, di pressione sul Congresso, gridando ai quattro venti che la propria credibilità era a pezzi e che nessun alleato si sarebbe più fidato della parola di Washington. Singolare espediente, che ora Ford ha abbandonato, finalmente, tornando a delineare la prospettiva di un'America dalla forza intatta, e risoluta a farsi sentire, in termini di equilibrio mondiale, laddove quell'equilibrio fosse effettivamente minacciato. Storicamente, il Vietnam ha rappresentalo il punto più alto, il punto critico, della traiettoria dell'interventismo americano: capita anche a una superpotenza di sovraesporsi. Sarebbe ora assurdo ritenere inevitabile, o magari anche giusto, in termini di espiazione, un ripiegamento drastico. 11 problema è di selezionare gli impegni e di tenervi fede. Ford si è pronunciato in questo senso, e allora, forse, il peggio della crisi americana è già passato. Aldo Rizzc

Persone citate: Aldo Rizzc, Kissinger, Thieu