Dopo tredici anni, per Giscard suona la Marsigliese ad Algeri

Dopo tredici anni, per Giscard suona la Marsigliese ad Algeri Dopo tredici anni, per Giscard suona la Marsigliese ad Algeri /Nostro servìzio particolarel Parigi, 10 aprile. Per la prima volta dopo tredici anni, Algeri ha ascoltato la Marsigliese. Era una banda militare di questo paese, uscito dalla più dolorosa delle decolonizzazioni, che eseguiva l'inno nazionale francese in onore di Valéry Giscard d'Estaing, il primo capo di Stato dell'antica potenza occupante a recarsi laggiù in visita ufficiale. Il viaggio non è soltanto un avvenimento politico di rilievo, è anche un avvenimento storico: la stampa francese sottolinea i vincoli che la storia e la geografia hanno intrecciato fra Parigi ed Algeri. Accompagnato dai ministri Sauvagnargues e Fourcade, il presidente francese è stato accolto dal suo collega algerino Bumedien. «La Francia storica saluta l'Algeria indipendente», ha detto Giscard, e ha aggiunto: «I nostri due Paesi esercitano responsabilità internazionali, essi partecipano, ciascuno a modo suo, alla ricerca di un nuovo ordine economico mondiale». Sono previsti numerosi colloqui fra i due presidenti, che oggi hanno percorso le vie di Algeri in mezzo ad una folla che scandiva i loro nomi (ma nei pressi dell'università è stata registrata una certa freddezza). Fra questi due personaggi così diversi (il rigido moralista islamico che rifiutò la cultura francese scegliendo giovanissimo l'università del Cairo, e il gran borghese occidentale, diviso fra razionalismo tecnocratico e piacere di vivere) sono in programmi lunghi colloqui. Sono sul tappeto temi politici generali: la strategia internazionale di Giscard ha bisogno dell'appoggio di questo Paese-guida del Terzo Mondo, mentre un intervento di Bumedien può sbloccare la precon¬ ferenza energetica in corso a Parigi, creatura prediletta della diplomazia francese. E ci sono temi bilaterali, in parte legati ai rapporti economici fra una potenza industriale e il massimo esportatore di gas naturale liquefatto, in parte al doloroso trauma del passato. Ci sono gravi questioni pendenti a proposito della comunità dei pieds noirs trapiantata in Francia dopo la colonizzazione. E c'è, da questa parte del Mediterraneo, il problema di quasi un milione di lavoratori algerini. Il passato spunta inevitabilmente dalla cronaca: proprio oggi si registra un attentato al Consolato generale d'Algeria a Parigi, di cui un gruppuscolo d'estrema destra si dice l'autore (abbiamo voluto in questo modo, proclamano costoro, salutare la partenza del presidente per Algeri). a. v.

Persone citate: Giscard D'estaing