Calatroni conquista il titolo del fioretto con Nicola Granieri magnifico secondo

Calatroni conquista il titolo del fioretto con Nicola Granieri magnifico secondo Cominciata la "quattro giorni,, della scherma a Torino Calatroni conquista il titolo del fioretto con Nicola Granieri magnifico secondo • Dai, Attila, una stoccata e hai vinto. Ecco, ecco », Titta Coletti urla il suo incitamento in un crescendo rossiniano ad Attilio Calatroni, suo compagno di sala alla Petrarca Padova. Ed è anche II primo a saltare in pedana per abbracciare l'amico-rivale che gli succede nell'albo d'oro dei campioni italiani di fioretto. Per la scuola del maestro Zub, polacco, è dunque un trionfo, anche se sia Coletti sia Calatroni sono dei padovani di adozione, il primo essendo trevigiano ed il secondo bresciano. Così Attilio « Attila » Calatroni (chissà poi perché quel soprannome visto che invece lui è tanto calmo) ha conquistato il suo primo titolo Italiano da quando, una decina d'anni fa, incominciò a calcare le pedane. Adesso di anni ne ha 24, che per la scherma sono anche abbastanza pochi, e molti vedono In lui il successore di Granieri, come portacolori di due armi, fermo restando che a Montreal ci sarà ancora il torinese. Granisrl, che nel 1970 ha vinto il suo ultimo titolo italiano individuale (quarto della serie), e che ieri ha sfiorato il ritorno al successo. Una sola sconfitta, in tutta la finale, dopo che In semifinale aveva sbattuto fuori rimontando da 2-4 Mauro Pinelli (campione nel 1973), proprio contro Calatroni. «Non ci avevo mai perso» commentava amaramente il torinese a fine gara più parlando a se stesso che all'interlocutore. Ma subito sportivamente ammetteva: « D'altronde ha tirato bene, sono io semmai ad aver sbagliato tattica nell'assalto ». Un'amarezza, quella di Granieri, che si può capire in quanto ha tirato molto bene, quanto il suo avversario che lo ha superato. La finale è stata tutto un discorso a due, fra loro. Gli altri si sono limitati a qualche acuto isolato, quasi il copione non prevedesse la loro presenza S3 non in modo marginale. E' d'altronde, cosa che accade nelle gare di scherma. Ed a fare da corona ai due protagonisti ecco dunque Coletti, campione uscente, e Simoncelli, che il titolo lo aveva conquistato nel 1972, classificati al terzo posto, ex aequo. Carlito Montano, medaglia d'ar- gento lo scorso anno ai mondiali di Grenoble, ha invece seguito la finale comodamente seduto in tribuna, così come era accaduto lo scorso anno. La semifinale dei campionati italiani per la seconda volta gli è stata fatale: per consolarlo, però, non serviva neppure il pensiero della similarità con lo scorso anno e l'augurio che anche Budapest potesse ripetere Grenoble. L'esclusione dalla finale di due tiratori come Pinelli e Montano ha portato alla ribalta due giovani: il primo, Massimo Taddei, pistoiese, appena diciassettenne, quasi sconosciuto, che ha tirato anche in finale con caparbietà ed alla fine ha conquistato con il quinto posto II tìtolo dì seconda categoria; il secondo, Luca Morelli, torinese ventunenne, alla sua prima finale a livello assoluto. Per entrambi un risultato che dimostra come il fioretto italiano, quarto nella prova a squadre dei mondiali dello scorso anno, sia tuttora in fase di rinnovamento, su di un livello comunque ottimale. Se si esclude Granieri, la finale vedeva un'età media di 23 anni, senz'altro bassa in uno sport in cui la piena maturità non si raggiunge prima dei 27-28. II titolo a squadre è andato al Club di Scherma Torino: Granieri, Morelli, Grande e Ranotti sono stati I protagonisti di questo alloro che lo scorso anno era sfuggito di un soffio ai subalpini. Al secondo posto si è piazzato il Petrarca Padova e al terzo i Carabinieri. E' stata una bella gara, in cui direzione tecnica e tiratori si sono sacrificati rinunciando al pasto delle 13, pur di finire ad un'ora decente. La scherma sa di essere dimenticata spesso per i suoi orari infelici. Ebbene Ieri si è visto lo sforzo corale per ovviare a questa lacuna ad il risultato, con la gara che alle 20 era chiusa (premiazione compresa), merita senz'altro un elogio. Oggi tocca alle ragazze. Le iscritte sono 59 ma qualcuna da- rà senz'altro forfait. La Lorenzoni, campionessa in carica, e la Collino, vincitrice nel 1973, devono respingere l'assalto di un buon numero di giovani, capitanate dalla fiorentina Caglioni e dalla jesina Batazzi, recentemente seconda ai « mondiali » juniores a Città del Messico. Un discorso a parte meritano la Mangiarotti, semifinalista al trofeo Martini, e la Masclotta che torna alle gare individuali, dopo la prova a squadre di Coppa Europa nel marzo scorso. Entrambe, per motivi differenti, possono essere considerate più di due outsiders. Giorgio Barberis Fioretto maschile individuale (77 partecipanti) - Classifica della finale: 1. Calatroni (Petrarca Padova) 5 vittorie; 2. Granieri (Club Scherma Torino) 4 vitt.; 3 ex-equo: Coletti (Petrarca Padova) e Simoncelli (Carabinieri Roma) 2 vitt.; 5. Taddei (Pistoia) 1 vitt.; 6. Morelli (Club Scherma Torino) 1 vitt. Fioretto maschile a squadre: 1. | Club Scherma Torino punti 276; 2. Petrarca Padova p. 258; 3. Carabinieri Roma p. 250. Stretta di mano fra Granieri e Calatroni al termine del duello