Ignis, ancora un miracolo

Ignis, ancora un miracolo E tornata ai varesini la Coppa Campioni: Real k.o. (79-66) Ignis, ancora un miracolo Ad Anversa l'impegno e la concentrazione di tutti hanno sopperito all'assenza di Meneghin Grandi prove del giovane Rizzi (13 punti negli ultimi 13 minuti) e dell'americano Morse (Dal nostro inviato speciale) Anversa, 10 aprile. L'Ignis che non ti aspetti. Ha vinto anche stavolta, superando se stessa, pescando dentro la Coppa Europa nuove enormi dosi di prestigio e gloria sportivi. Senza Meneghln, cioè senza uno del suoi campioni più rappresentativi ed importanti, ha battuto il Real Madrid addirittura con distacco netto, diciamo per k.o. (79 a 66 il risultato finale). Merito di una dilesa super e dell'esaltante contributo di tutti I giocatori, l'Ignis stasera ha moltiplicato le forze, impresa miracolosa viste le circostanze e la forza dell'avversario. Ma evidentemente I miracoli nello sport succedono qualche volta, apposta per sovvertire anche le leggi di una disciplina come II basket che per tradizione è disciplina esatta, fedele alle esigenze dei centimetri e delle cifre. «Rizzi ha giocato meglio di come avrei potuto giocare io», ha detto Meneghln alla fine e questo è II più bel complimento per il giovane campione stasera -esploso'. Rizzi ha giocato gli ultimi tredici minuti della partila prendendo il posto di Zanatta uscito con quattro falli a carico, ed ha segnato tredici punti, come dire un punto per minuto, con una media (sei centri su nove punti] e con un'autorità da campione. Se Rizzi è stato la sorpresa, Morse è la conferma: l'americano ha giocato una gara da antologia (internazionale] del basket svettando sui rimbalzi difensivi dove ha fatto anche la parte di Meneghin e centrando il canestro alla sua maniera da fuori area. Ventinove punti segnati, dódici su ventinove la sua media di realizzazione, addirittura sei canestri su sei tentativi nella ripresa. Perfetto. La vittoria-miracolo dell'lgnls ha due spiegazioni, se mai è possibile spiegare i miracoli: una perfetta esecuzione tecnica (gran dilesa individuale, costante ricerca del tiro «da fuori' in attacco: unica soluzione possibile, essendo del tutto sconsigliato fare arrivare i palloni al centro dell'area dove campeggiavano i «lunghi' spagnoli) e una meravigliosa rispondenza di tutti i giocatori sul piano della concentrazione e dell'impegno. Così l'Ignis ha messo a terra il Real, infliggendogli anche un distacco severo e determinato non solo negli ultimi minuti: già a metà ripresa l'Ignis aveva tredici lunghezze dì margine (60 a 47) dopo una favolosa partenza all'inizio della ripresa nella quale ha scavalcato i rivali. Da notare che dal 5' del secondo tempo l'Ignis ha dovuto rinunciare al suo secondo americano Yelverton che era uscito per cinque falli, a causa di due interventi decisamente pignoli degli arbitri. Ma questa era proprio una serata di grazia per la squadra italiana, evidentemente troppo sfortunata Iti precedenza per non essere compensata stasera. Ma al termine del primo tempo l'Ignis era staccata di tre punti, 35 a 38. Aveva retto bene, conducendo sino al 17' con un massimo vantaggio di otto punti (28 a 20 al 14') ma la sua impresa sembrava Unire lì, pareva che i varesini dovessero contentarsi solo di metà Coppa. ■. Infatti il Real negli ultimi minuti del primo tempo si era portato in testa e pareva avviato al successo: del tutto imprevedibile la partenza-sprint dell'lgnls che nella ripresa otteneva un «parziale' di 14 a 2 nei primi quattro minuti di gioco, mandando a segnare tutti e cinque i giocatori in campo ed esaltandosi con la sua dilesa perfetta. Il Real è uscito intontito e stravolto da questa fase decisiva del match, ha capito di non poter tener fede ad un pronostico che pure sembrava logico, scontato. I suol tre americani, I due • naturalizzati ' Brabender e Luyk e lo zingaresco Wall.r, non riuscivano a vincere la lotta dei rimbalzi: e nel tiro a canestro soltanto il primo dimostrava una mi¬ ra telice e una continuità di rendimento, mentre Luyk addirittura ha chiuso il match con appena 2 su 10 come media di realizzazione. Inutile è stata anche la « mossa » del Real di escludere nel finale l'americano Walter, cioè un cannoniere, per far giocare contemporaneamente i due • piccoli ' Cabrerà e Corbalan nell'intento di • rubare » palloni e reofare la rimonta. L'Ignis ha saputo reagire benissimo, Rusconi e Ossola hanno « gelato » /'/ pallone facendo passare senza danni i minuti che mancavano alla vittoria più incredibile e più bella. E' la quarta coppa Europa che finisce a Varese. La più sofferta, la più meritata, la più importante. L'Ignis ha tatto « poker • proprio oggi che le mancava un asso, cioè Meneghin, costretto a lare l'assistente del telecronista Aldo Giordani a causa di un dito fratturato, che non ha potuto così portare alla squadra l'aiuto della sua montagna di muscoli. Come un leone costretto all'inappetenza per un dente cariato. Ma l'Ignis ha trovato stasera altri leoni: i cinque della formazione di partenza (Ossola, Zanatta, Yelverton, Morse, Bisson), I rincalzi Rusco¬ ni e Salvaneschi e più di tutti Sergio Rizzi, diciannovenne bergamasco con gambe da fenicottero e naso d'aquila, favolosa rivelazione di questa partita. Antonio Tavarozzi IGNIS: Rusconi, Rizzi 13, Salvaneschi, Zanatta 9, Morse 29, Ossola 4, Bessi, Carrarìa, Bisson 14, Yelverton 10. REAL MADRID: Brabender 21, Ramos, Cristobal, Cabrerà 2, Paniagua, Prada, Walter 16, Corbalan 11, Rullan 12, Luyk 4. Arbitri: Bestgen (Germ. Occ.) e Jahoda (Cecoslovacchia).