L'ospitalità italiana è anche un'industria di Mario Salvatorelli

L'ospitalità italiana è anche un'industria Nostra intervista al ministro del Turismo L'ospitalità italiana è anche un'industria Fatturato turistico di 5000 miliardi - Nel 74 gli stranieri hanno speso 1500 miliardi (Dal nostro invialo speciale) Roma, 10 aprile. «Un immenso artigianato con un jatturato enorme», così il ministro Sarti definisce il turismo in Italia. Le cifre gli danno ragione. Un milione di occupati, nel solo settore dell'ospitalità,' sono uno dei punti di forza nel mondo del lavoro. Se la lira migliora, lo dobbiamo anche alla valuta incassata in cambio dei circa 1500 miliardi di lire spesi effettivamente l'anno scorso dagli stranieri. Poi ci sono i turisti italiani che sono in rapporto di 3 a 1 come numero, di quasi 4 a 1 come giorni di presenza, rispetto agli ospiti esteri, negli alberghi e negli esercizi extra-alberghieri. Il fatturato turistico complessivo, pertanto, si può calcolare in 5000 miliardi di lire, con una valutazione che pecca forse per difetto, certo non per eccesso. Adolfo Sarti, nuovo ministro del Turismo e dello Spettacolo, ha molte idee e un sogno. Tra le idee c'è la convocazione degli «stali generali)' del turismo: Regioni, enti locali, associazioni di categoria, sindacati, governo. Sarà la seconda «Conferenza nazionale» (la prima risale a nove anni fa, nel maggio 1966, quando ministro era Achille Corona e Sarti sottosegretario), che riproporrà il turismo come impegno globale, ne discuterà le leggi, esaminerà le ragioni a favore e contro la conservazione del ministero, nella sua forma attuale. Un'altra idea di Sarti è il «rispanino turistico»: versamenti dei lavoratori e dei datori di lavoro che si concretano in buoni turistici, spendibili con un contributo dello Slato inversamente proporzionale alla «stagionalità». E' un'iniziativa che s'inquadra nella necessità di estendere il «consumo» turistico nel tempo, nello spazio e ad altre categorie di «consumatori». Quindi, scaglionamento delle ferie (ed ceco l'incentivo del contributo statale più alto nelle stagioni più basse); quindi rilancio della provincia («Quanti italiani Imitilo la foto fatta alle Hawaii, con la corona di jiori al collo», dice Sarti, «e non conoscono la loro regione?»); quindi orientamento dell'offerta turistica verso chi non la riceve. « Nessuno pensa, per esempio — osserva il ministro — agli agricoltori, che hanno la stagione morta quando è tale anche per il turismo, e che potrebbero entrare in modo massiccio in questo consumo». A proposito di «tempi morti», nella trattativa per il nuovo contratto di lavoro dell'albergo e della mensa — che si preannuncia come una delle più difficili — tra le richieste dei sindacati figurano l'abolizione della «stagionalità» e il diritto alla Cassa integrazione. In questa prospettiva, Sarti si batte per gli aiuti agli alberghi e vorrebbe farli figurare anche come crediti all'esportazione. Osserva: «La valuta dei turisti esteri è tra le poste attive della bilancia dei pagamenti, corrisponde a un'esportazione di servizi, con il vantaggio che i servizi vengono forniti in Italia, quindi sorreggono anche l'occupazione interna». Veniamo al «sogno» di Sani. E' quasi un'utopia, ma seria, quindi si ha il diritto di coltivarla. «Sogno un ministero — ci dice — con due o tre direzioni generali, ma cento persone in tutto, che funzioni come un ufficio studi del tempo libero. Le Regioni svolgano i compiti che assegna loro la legge, a noi il compito di orientare, promuovere, fare statistiche, contribuire a una politica del territorio (perché il tempo libero aumenta, lo spazio per goderlo diminuisce). Dobbiamo anche occuparci di offrire, all'interno e all'estero, un'immagine del Paese che sarà tanto più efficace quanto meno sarà dispersa in una pluralità di immagini, di messaggi». Non sarebbe, poi, un sogno, se ci fossero i mezzi. Sarti non esita a definire «una vergogna» la povertà del bilancio di cui dispone l'Enit (Ente nazionale industrie turistiche): 7 miliardi e mezzo, di cui 2 appena per la promozione all'estero, lo 0,20 per cento di quanto rende il turismo straniero. Siamo senza paragone il Paese che destina la più bassa percentuale del fatturato turistico alla propaganda e al suo sviluppo. Nessuno può dire come sarebbero andate le cose, l'anno scorso, se gli stanziamenti fossero stati maggiori. Possiamo chiedere, invece, al ministro, se la crisi economica, interna ed estera, si è ripercossa sul turismo e quali sono le previsioni per il 1975, l'Anno Santo. «Alla fine del 1975 — risponde — si prevedeva una caduta di almeno il 10-15 per cento del turismo estero e una contrazione, sia pure più ridotta, anche di quello nazionale. Invece, nei primi dieci mesi del '74, non solo la flessione dei turisti stranieri è slata limitata al ó per cento negli arrivi, al 4,6 per cento nei soggiorni, rispetto allo stesso periodo del 1975, ma c'è stato un aumento del turismo interno. Così le aziende hanno potuto registrare nel complesso un'attività superiore dell'I,1 per cento a quella dell'anno precedente». E' un bilancio migliore delle previsioni, anche se non è certo bncouanè vdsmdTsap1cstdmdPsdldrancsLpdp(psncls buono, riconosce Sarti, per le nostre aziende, alle prese con conti sempre più difficili e con un potenziale ricettivo sfruttato appena al 30 per cento, per quel nodo della stagionalità di cui si è già parlalo e che incide negativamente anche sulla formazione dei prezzi. L'inverno che abbiamo alle spalle (salvo i colpi di coda del maltempo) non è stato favorito dalla neve nei primi tre mesi. Tuttavia il ministro ha la sensazione clic per il turismo sia andato anch'esso meglio del previsto. Per quanto resta del 1975 si profila una situazione contraria a quella dell'anno scorso, quando il turismo interno supplì alla contrazione del turismo estero. Ora dobbiamo cercare di sorreggere la domanda nazionale, cioè di un Paese che è nella stretta recessiva e ha meno soldi da spendere, mentre tutte le indicazioni lasciano sperare in un aumento degli arrivi dall'estero. L'Italia, conti c cambi valutari alla mano, è oggi il Paese più a buon mercato del Mediterraneo, e non solo per gli stranieri con moneta forte, come i tedeschi e gli svizzeri o gli olandesi. Le previsioni sono ottime soprattutto dalla Germania occidentale, che rappresenta il 40 per cento della domanda estera (e il ministro non esclude la possibilità di aprire una rappre- sentanza turistica nella Germa-nia orientale). Sarti è anche presidente del comitato interministeriale per l'Anno Santo. Afferma che si sta profilando un afflusso notevole, anche se si ferma sulla soglia degli alberghi di prima cate- goria. «La crisi di questi alberghi — osserva il ministro — è preoccupante, perché sono un po' il nostro biglietto da visita e ] ritengo opportuno fare il possi bile per evitarla». Negli altri alberghi, invece, l'andamento degli arrivi e delle prenotazioni è discreto. Quanto al turismo «sociale» — campeggi, ostelli della gioventù e simili — i cui rappresentanti s'incontrano oggi con Sarti, sembra che a partire da maggio non ci sia più un posto libero. Oltre al turismo, c'è anche lo spettacolo, sia nel ministero at- ! tuale. sia in quello «sognato» da 1 Sarti per l'impiego del tempo libero. «Considero lo spettacolo — dichiara il ministro — un elemento determinante del turismo. Però c'è molto da fare, per esempio per coordinare i festivals c i programmi degli enti lirici. Certo, costano molto, ma l'efficienza di una rete musicale è importante. In otto anni il "consumo" di musica è raddoppiato, in termini di spettatori, e l'offerta è ancora assai inferiore alla domanda, specie quella dei giovani. Anche il teatro è in pie- ita espansione, e non è vero che | il cinema sia in crisi». Poi c'è lo sport. Tutto serve al turismo: le vittorie di Thocni (che hanno provocato, dice Sarti, una richiesta mai vista di maestri di sci italiani su tutto l'arco alpino), come il nuovo Oscar di Fcllini, come la partecipazione di Gina Lollobrigida alla delegazione che ha aperto la campagna dell'Eni! a New York. «Il viaggio in Italia — conclude il ministro — ha una ricca letteratura, è una tradizione che dobbiamo difendere, ma rinnovandola continuamente, mobilitando la fantasia, adoperando le tecniche più moderne nella promozione e nelle ricerche di mercato, per sviluppare la domanda e razionalizzare l'offerta. Solo così il viaggio in Italia sarà sempre d'attualità e sempre più valido, per chi spende per farlo e per chi vive su quella spesa». Mario Salvatorelli Il ministro Sarti

Luoghi citati: Germania, Hawaii, Italia, New York, Roma