Il psi pensa al governo (però non ha fretta) di Luca Giurato

Il psi pensa al governo (però non ha fretta) Concluso il Comitato centrale Il psi pensa al governo (però non ha fretta) « Non siamo in ansiosa attesa di tornare al governo subito dopo il 15 giugno » ha detto De Martino - « Inattuale la possibilità d'una alternativa di sinistra» - Astenuti, manciniani e sinistre Roma, 10 aprile. I lavori del comitato centrale del psi si sono chiusi stasera dopo tre giorni di dibattito polemico e appassionato. La linea di De Martino è stata approvata a larga maggioranza (98 a favore; 43 astenuti) ma il segretario ha riportato un successo politico assai più ampio di quanto non dicano le cifre. Gli astenuti sono i manciniani e i lombardiani. E' una circostanza che può csèpplasciare perplessi anche «gli I zaddetti ai lavori». La sua spie-1 hgazione, in superficie, può sembrare sconcertante. E' la seguente:: l'appoggio critico di Mancini a De Martino è sprattutto tattico e contingente; comunque vadano le cose tra i due leaders, al di là dell'alleanza di oggi, non vi sarà mai un accordo di fondo. Lombardi ha invece sempre tenuto nei confronti del segretario una coerente linea di contestazione, e il fatto che il suo gruppo si sia solo astenuto, e non abbia votato contro, è un vero «omaggio» politico che l'anziano leader delle sinistre ha fatto al rivale, riconoscendo così implicitamente, con grande realismo, che almeno per il momento la strategia è quella del segretario. Tra due mesi, poi ci sono le elezioni, e a nessuno sfugge l'importanza di un'unità di fondo. Del resto, con la sua replica, De Martino ha fatto di tutto per presentare al comitato centrale una linea di coerenza con alcune scelte del passato e, contemporaneamente, di adeguamento alle situazioni nuove. Non era un compito facile, per attuarlo De Martino ha scelto la via più semplice, quella dell'estrema franchezza: «E' giusto tenere in gran conto l'esigenza di unità del partito nel momento in cui si impegna in b una lotta difficile, ma non è possibile posporre a tale esigenza la chiarezza delle posizioni». E' una scelta che i socialisti hanno apprezzato, e che si inserisce costantemente nei punti di maggior spicco della sua replica, uno dei discorsi più felici che il leader abbia pronunciato da quando è segretario. Ed eccone i passi più importanti, che segnano la piattaforma del psi in vista delle prossime elezioni. In sostan- za, De Martino dice che non ha nessuna fretta di tornare al governo, che la de va combattuta anche duramente, ma tenendo costantemente presente un elemento fondamentale: salvare l'alleanza tra socialisti e cattolici, perché altrimenti nella situazione politica italiana resta solo la prospettiva dell'alternativa di sinistra, che non conviene né al psi né al Paese. «Non siamo in attesa ansiosa di tornare al governo subito dopo il 15 giugno — ha subito detto De Martino — perché questo sia possibile occorre che si determinino nuovi indirizzi politici, che saranno resi più agevoli da mutamenti dei rapporti di forza ai quali miriamo in queste elezioni. E' comunque prevedibile che il processo sia lungo e non facile». «Non è possibile assumere oggi delle posizioni pregiudiziali che rischierebbero solo di impedire tali mutamenti — ha continuato, replicando ai compagni di partito che durante il dibattito hanno chiesto una contestazione totale verso la de — negare comunque la possibilità di una nostra partecipazione al governo significherebbe considerare chiusa una fase storica ed aprirne un'altra che, a mio giudizio, non potrebbe essere che di alternativa della sinistra. Questa prospettiva non è una prospettiva attuale ed \ in essa, comunque, dati i rapporti di forza, il psi avrebbe una posizione subordinata e 1 minoritaria, mentre per le condizioni storiche del nostro Paese un'alternativa di sinistra esige una direzione socialista». «Poiché non riteniamo concluso il ciclo storico dell'in-1 contro tra socialisti e democristiani — ha ancora affermato De Martino — dobbiamo sforzarci di sviluppare le \ possibilità che esistono nel- j l'ambito di tale linea, denunciando le responsabilità della democrazia cristiana nella crisi della società italiana per la sua politica economica, per il pericoloso intreccio tra potere politico e potere economico, per la disgregazione del potere democratico, ma lasciando aperte le possibilità bccttlmcdppsnmsdfndgltvdddi un rinnovato incontro su I ' basi diverse dal passato». De Martino ha concluso con un appello all'unità delle correnti per una «grande lotta unitaria». Nessuno si è sottratto all'appello, e infatti il lombardiano Signorile, nel motivare l'astensione ha dichiarato: «L'imminente scadenza elettorale richiede al partito il massimo di unità possibile in uno scontro che si annuncia assai duro. Impone quindi un responsabile momento di attesa e di riflessione nel dibattito interno». Meno netta la motivazione dei manciniani; dopo aver definito «polivalente» la relazione di De Martino, Balsamo ha dichiarato che, per quanto riguarda le alleanze negli enti locali, «deve essere confermato, senza possibilità di equivoci, che il psi non torna indietro rispetto alle posizioni di rifiuto di un'estensione meccanica delle soluzioni politiche a livello nazionale negli organismi locali». Luca Giurato

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